Intervista di Alessia Mocci a Federico Li Calzi ed alla sua nuova raccolta poetica Dittologie Congel
Federico Li Calzi è stato molto disponibile nel rispondere ad lacune domande che anticipano molte curiosità relative a “Dittologie congelate”. Buona lettura!
Lunedi, 14/11/2011 - Federico Li Calzi (1981, Agrigento), autore della raccolta “Poetica Coazione” edita nel 2009 dalla casa editrice Tra@rt, è in procinto di pubblicare la sua seconda silloge poetica dal titolo “Dittologie congelate”, la pubblicazione avverrà nel mese di gennaio 2012.
“Dittologie congelate” differisce dalla prima pubblicazione soprattutto per una rottura di stile, la forma poetica si trasforma in una tecnica più ellittica e scorciata, priva di aggettivi, scarna e, con la presenza di giochi di parole e controsensi. Le tematiche, ci informa l’autore, rimangono le stesse (incomunicabilità tra soggetti, ricordo, rimpianto, nostalgia per un amore) ed è il modus scribendi a mutare per una ricerca quasi ossessiva del suono e della musicalità del verso, nel quale la terminologia utilizzata diviene simbolo.
Federico Li Calzi è stato molto disponibile nel rispondere ad lacune domande che anticipano molte curiosità relative a “Dittologie congelate”. Buona lettura!
A.M.: Da “Poetica Coazione” a “Dittologie Congelate”. Cos’è cambiato?
Federico Li Calzi: È cambiato lo stile, non il contenuto. Questa pubblicazione è la naturale evoluzione della forma di “Poetica Coazione”: il pensiero centrale, i sentimenti, l’immagine mitica sono uguali.
A.M.: Qual è il significato del titolo di questa nuova raccolta?
Federico Li Calzi: Il termine “dittologia”, in retorica significa: “congiunzione di due vocaboli simili nel significato e complementari”, e risponde alla tecnica dell’amplificazione.
Le dittologie, molte volte, vengono rese “fisse” (congelate) dall’uso, possono attirarsi per allitterazione, essere in gradazione o l’uno essere variante metaforica dell’altro. Es: vivo e vegeto/ senza garbo né grazia. Le numerose tecniche di amplificazione presenti in quest’opera mi hanno fatto pensare a questo titolo.
A.M.: La tua ricerca del differenziare la struttura avrà mai fine?
Federico Li Calzi: Diceva Pavese: “Uno scrittore che non distrugge costantemente il suo stile, la sua tecnica, è solo un poveretto”. Finita un’opera, ci si propone di rinnovare lo stile non il contenuto, la forma non i sentimenti, proprio perché è nella forma e nello stile dove si avverte la stanchezza.
A.M.: Quali sono le tematiche portanti delle “Dittologie Congelate”?
Federico Li Calzi: Le tematiche dei miei libri sono sempre costanti. E sono il ricordo, il rimpianto, l’incomunicabilità sentimentale, la nostalgia, il passato, l’infanzia. Appartengo a quel mondo misterioso e fantastico che è il nostro passato, l’infanzia, che costituiscono il pensiero ancestrale che ogni persona/scrittore ha dentro. Le mie poesie si riferiscono sempre a questo mondo.
A.M.: Hai mai pensato allo scrivere in prosa oltre che in versi poetici?
Federico Li Calzi: Sì, è un’avventura letteraria che ho iniziato da poco, e mi affascina molto. È un mondo che, tuttavia, apre nuove difficoltà. Lo scrivere in versi mi ha abituato al sintetico, all’essenziale, allo scrivere ellittico e scorciato. Ho davanti un gran lavoro, invece, se voglio affrontare la sfida della prosa. Devo costruire una nuova tecnica. Effettivamente l’idea di un romanzo mi tormenta da qualche tempo, ho delle cose da raccontare, dei punti di vista, blocchi di realtà vissuta.
A.M.: Dedichi a qualcuno in particolare “Dittologie Congelate?
Federico Li Calzi: No, in genere non dedico a nessuno i miei libri e le mie poesie. Piuttosto, preferisco immortalare nei versi quella persona o quella situazione ed il loro modo di essere, attraverso descrizioni elaborate nella forma. Mi piace pensare che io sia capace di rendere immortale quella persona attraverso l’Arte. Ma soltanto quando quella persona o quella situazione fa parte del mio passato.
A.M.: Pensando al passato, qual è il commento su “Poetica Coazione” che ti ha maggiormente entusiasmato?
Federico Li Calzi: “Poetica Coazione” ha avuto un successo che, sinceramente, non mi sarei mai aspettato. È stato recensito da numerose ed importanti riviste letterarie come “La Mosca” di Milano, e numerosi referenti dell’estro a livello nazionale, docenti universitari come il Prof. Testa ed altre personalità, i cui nomi sono, a ragion veduta, annoverati negli annuari e nelle antologie di poesia contemporanea, hanno espresso il proprio consenso sull’opera. Mi pare altresì doveroso ricordare, soprattutto, le tante note positive e la prefazione del Prof. Mula.
A.M.: Pensando al futuro, cosa ti aspetti dalla nuova raccolta?
Federico Li Calzi: Non mi aspetto mai nulla, in genere, e non penso mai al futuro: solo così riesco ad affrontare il presente e superarlo per gradi. Dicevano i latini: “Faber est suae quisque fortunae”, ognuno è artefice del proprio destino. Non ho aspettative, non pubblico per avere un riscontro economico ma solo per far conoscere la mia opera ed il mio modo di vedere e concepire la poesia.
A.M.: Una curiosità: l’ultimo libro che hai letto?
Federico Li Calzi: Questo è difficile da dire, poiché, in genere, inizio contemporaneamente tre o quattro libri, a volte anche cinque, e la sera scelgo di leggere quello che più si addice al mio stato d’animo. Sono libri che vanno da antologie di poesia contemporanea, romanzi di vario genere, raccolte di poesia di numerosi Autori italiani e stranieri, soprattutto dell’Ottocento e Novecento che, spesso, torno a leggere più volte. L’ultimo che ho letto è, comunque, “Didascalie per la lettura di un giornale”, di Valerio Magrelli.
Lascio il link del sito nel quale potrete scaricare gratuitamente la raccolta intitolata “Poetica Coazione” in attesa dell’ultima silloge poetica “Dittologie congelate”, ed il link della pagina del social network Facebook:
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