Intervista di Alessia Mocci a Carlo Cocconi ed al suo Solo per stilografica – in tre movimenti
Protagonista del romanzo noir, Sergio Sorrenti. Un uomo, apparentemente qualunque, trovatosi alla regia di una prestigiosa casa editrice. Basterà una lettera, inviatagli dal professor Rosario Trunia, a rivoluzionare tutto il suo mondo ed alla scop
Giovedi, 11/07/2013 - “Conobbi Sergio, più vecchio di me di quattro anni, all’uni¬versità. Anch’io, come lui, venivo dal Nord. Come lui anch’io avevo deciso di studiare nella capitale. Ero iscritto a Lettere ma 16 frequentavamo insieme alcuni corsi comuni di letteratura italiana e storia. Lui, per via del lavoro, era un po’ in ritardo con gli studi.”
“Solo per stilografica – in tre movimenti”, è un thriller di Carlo Cocconi, pubblicato nel 2013 dalla Watson Edizioni per la collana editoriale “Ombre”.
Protagonista del romanzo noir, Sergio Sorrenti. Un uomo, apparentemente qualunque, trovatosi alla regia di una prestigiosa casa editrice. Basterà una lettera, inviatagli dal professor Rosario Trunia, a rivoluzionare tutto il suo mondo ed alla scoperta di un misterioso manoscritto di uno scrittore ancora più oscuro, Articus”. Per il lettore, “Solo per stilografica”, è un percorso irto di supposizioni misteriche e di esaltazione della curiosità.
Carlo Cocconi è stato molto disponibile nel rispondere ad alcune domande. Buona lettura!
A.M.: Quando nasce la tua passione per la scrittura?
Carlo Cocconi: Ho iniziato a scrivere tardi, dopo i trent'anni. Una vocazione tardiva ed io stesso non so ben definire perché sia apparsa così all'improvviso. Prima di allora non avevo vergato nemmeno una riga. La spiegazione più plausibile è che le tante esperienze che si accumulano nella vita abbiano bisogno di essere espresse in qualche modo. Posso solo dire che un giorno ho preso un foglio di carta, una penna e ho iniziato. Per non fermarmi più. Da quel momento sono trascorsi quindici anni. Di materiale pronto per la pubblicazione ne ho parecchio, non solo narrativa, anche teatro. Mi piace cimentarmi in generi diversi.
A.M.: “Solo per stilografica – in tre movimenti” è il titolo del tuo romanzo. Che rapporto hai con la stilografica?
Carlo Cocconi: Avevo pensato a due titoli, questo ed "Il manoscritto", più attinente al contenuto del romanzo. Poi, assieme all'editore, ho pensato che "Solo per Stilografica" era più adatto. Non ha un rapporto diretto con il tema del libro, se non per il fatto che il protagonista è un editore, quindi la stilografica rimanda al mondo della scrittura. In realtà non vuol dire niente ma evoca un mondo, crea curiosità appunto per la sua indeterminatezza. Ho pensato a titoli come "Il nome della rosa". Che attinenza hanno con il contenuto del romanzo? Nessuno, eppure rimandano a qualcosa. Di intangibile, ma ognuno può trovarci quello che vuole.
A.M.: Il tuo romanzo giallo è ambientato a Roma. Quanto è importante per te la scelta della capitale come città protagonista?
Carlo Cocconi: Moltissimo. Innanzitutto Roma è una città che amo tantissimo, in secondo luogo ambientare il romanzo a Roma era importante perché la Città Eterna è un luogo che tutti conoscono, fa parte dell'immaginario collettivo di tutti gli italiani. Non volevo confinare la vicenda in un luogo sconosciuto ai più, desideravo che i fatti narrati e i protagonisti si muovessero su uno sfondo riconoscibile al lettore friulano ma anche a quello siciliano. Roma, poi, è città di luci e ombre, dalla storia millenaria. Una location formidabile per un giallo-noir come il mio.
A.M.: Che cosa dovrebbero aspettarsi i lettori dalla lettura di “Solo per stilografica”?
Carlo Cocconi: Un momento di relax e divertimento. Il libro pone domande anche serie, se vogliamo, ma lo scopo principale è intrattenere il lettore con una lettura piacevole e una storia accattivante. Il resto viene da sé. Sono partito da una domanda: è possibile che l'arte nasca dal male? Ho cercato di dare una risposta senza, comunque, orientare il lettore verso le mie opinioni. Chi legge trarrà le sue conclusioni.
A.M.: Quali sono i protagonisti del tuo romanzo noir?
Carlo Cocconi: Protagonista è Sergio Sorrenti, un editore raffinato e di successo, scapolo inveterato, amante delle donne e della bella vita. Un uomo di successo che, a sessant'anni, scopre che il mondo che pensava si muovesse secondo regole precise e da lui stabilite è, invece, qualcosa di sconosciuto e inquietante. Penso di aver scritto, in fondo, un romanzo di formazione, con la variante che il protagonista non è un adolescente ma un uomo alle soglie della vecchiaia. Personaggi cardine, comunque, sono quelli femminili come Carla, segretaria di Sergio, e Donna Assunta, moglie del mentore di Sergio. Sono donne dalla forte personalità, che hanno una visione dell'esistenza più realistica di Sergio e che, nel bene e nel male, lo condizioneranno parecchio. Sergio scoprirà che la vita reale non è quel susseguirsi di desideri esauditi che ha sempre vissuto, ma qualcosa in cui bene e male sono strettamente intrecciati.
A.M.: Come ti stai muovendo per promuovere il libro? Presentazioni? Social Network?
Carlo Cocconi: Come prima cosa ho creato il mio profilo facebook, strumento nei cui confronti nutrivo diffidenza. Invece ho scoperto che, tutto sommato, dipende da come lo adoperi. Ho avuto la possibilità di riallacciare rapporti con persone che non vedevo da tempo e di acquisire visibilità in vista della pubblicazione del romanzo. Ho creato anche una pagina facebook dedicata al romanzo e una pagina "Carlo Cocconi Books" dove parlo della mi attività letteraria a 360 gradi. Ho anche un sito internet personale dove metto a disposizione di chi fosse interessato altri testi che ho scritto: atti unici per teatro ed un racconto sul judo (sport che pratico) che esce a puntate ogni domenica. Cerco tutte le opportunità che dà la rete che, se usata con un fine valido e "nobile", è un formidabile strumento di promozione. Ho appena fatto una presentazione in una libreria di Udine, la mia città. Cerco di continuare su questa strada.
A.M.: Pensi che “Solo per stilografica” sia un libro anche da spiaggia? Lo consiglieresti per le vacanze estive?
Carlo Cocconi: Assolutamente sì. Si legge in fretta e, al di là della serietà delle tematiche di fondo, si può gustare anche come romanzo di intrattenimento. Uno degli obiettivi che mi ero prefissato era proprio questo: proporre tematiche serie ma permettere al lettore di apprezzare la storia senza costringerlo a rifletterci troppo su.
A.M.: Come ti trovi con la casa editrice Watson Edizioni?
Carlo Cocconi: Rispondo con una battuta: per me Ivan Alemanno è il numero uno. Gli devo tutto. Il rapporto è stato ottimo fin dall'inizio e mi auguro possa continuare a lungo.
A.M.: Salutaci con una citazione…
Carlo Cocconi: Amo tantissimo questa frase di Eraclito, apparentemente semplice ma su cui fior di filosofi e studiosi si sono scervellati ad interpretare e che, per me, racchiude un'importante verità: Physis khryptesthai philei: la natura ama nascondersi.
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