Notizie dall’Afghanistan - Roya e Alka Sadat, le due registe afghane che abbiamo sostenuto con il progetto ‘Il sogno di Roya e Alka’, saranno nel nostro paese a fine giugno per ricevere i materiali acquistati con il progetto e grazie alla Campagna d
Bartolini Tiziana Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Maggio 2008
Roya e Alka Sadat, le due registe afghane che abbiamo sostenuto con il progetto ‘Il sogno di Roya e Alka’, saranno nel nostro paese a fine giugno per ricevere i materiali acquistati con il progetto e grazie alla Campagna del nostro giornale.
In attesa di incontrarle abbiamo rivolto loro qualche domanda per cercare di capire quali sono le loro aspettative su questo viaggio.
D: A fine giugno sarete nuovamente in Italia. Quali sono le vostre aspettative rispetto all’incontro con le donne italiane e con il mondo del cinema italiano?
Roya: Speriamo di conoscere molte persone e differenti esperienze di questo paese così ricco di cultura e storia. Il cinema italiano è famoso in tutto il mondo e già lo conosciamo ma desideriamo approfondire questa conoscenza per indagare anche le sue radici filosofiche e sociali. E’ per noi molto importante poter scambiare idee e renderci conto di cosa possiamo fare gli uni per gli altri anche se viviamo molto distanti. Le donne italiane hanno già sostenuto la loro battaglia per i diritti nel posto di lavoro e nella vita quotidiana e sociale. Sarebbe assai importante apprendere dalle loro lotte e poter trovare la strada per fare la stessa cosa per i diritti delle donne in Afghanistan.
D: Ci sono differenze tra le giovani donne italiane e quelle afghane?
Roya: Naturalmente. Per cominciare la differenza più grande è nella maniera in cui crescono. La famiglia è importante in entrambe le realtà ma attualmente i giovani e i bambini afghani stanno crescendo in una zona di guerra e la maggior parte delle donne non hanno i diritti più basilari. In ogni parte del mondo le donne hanno difficoltà ad affermare i propri diritti ma nei paesi in cui è in corso o è appena finita una guerra il ruolo della legge è più debole e i diritti delle donne sono in pericolo. La maggior parte delle persone preferisce seguire la tradizione e non fa caso alle leggi; inoltre ci sono pochissime norme che vanno nella direzione della protezione delle donne e spesso la legge civile e quella religiosa sono in contrasto tra di loro e le corti civili non hanno la forza per imporsi; ad esempio i matrimoni delle bambine sono proibiti dalle norme statali ma permessi, a certe condizioni, da quelle religiose.
D: Ci potete descrivere cosa sta succedendo in Afghanistan oggi.
Roya: E’ un paese che è appena uscito da un conflitto in cui ha perso tutto. Psicologicamente ed economicamente abbiamo moltissimi problemi. Anche se prima della guerra la situazione non era buona possiamo dire che ora è anche peggiore. E’ vero che c’è molta attenzione da parte della comunità internazionale nella ricostruzione del nostro paese ma, ad esempio, la situazione geopolitica ancora non è stata stabilita. A mio parere l’Afghanistan dovrebbe essere ricostruito dal suo popolo, non dagli stranieri; ma la maggior parte degli afghani ancora non si rende conto che deve essere così.
D: Potete dirci qualcosa sul documentario di Alka; quello che porterà in Italia…
Alka: Il film mostra un nuovo punto di vista sul quale sto lavorando in questo momento e che unisce la visione documentaristica a quella artistica. E’ la storia di una donna molto coraggiosa che, nella zona di Herat, lotta per la giustizia nei confronti delle donne sottoposte a violenza. Spero di riuscire a promuoverlo e vendere i diritti dato che ho impegnato tutte le mie risorse, anche economiche, per realizzarlo…
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