UNITÀ D’ITALIA - la testimonianza della discendente in linea diretta dell’eroe dei due mondi e di Ana Maria de Jesus Ribeiro Da Silva, passata alla storia ed entrata nel mito con il nome di Anita
Di Sabatino Guendalina Domenica, 27/11/2011 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Novembre 2011
Anita Garibaldi discende in linea diretta dall’eroe dei due mondi e da Ana Maria de Jesus Ribeiro Da Silva, passata alla storia ed entrata nel mito con il nome di Anita. L’erede privilegiata del patrimonio ideale del Risorgimento è nata a Lugano, è vissuta e ha compiuto gli studi in Italia, in Francia e Inghilterra dove si è laureata in Scienze Politiche. Subito dopo è partita per il Sud America dove ha svolto importanti ricerche documentaristiche in Messico, Uruguay e Brasile. Un ritorno alle proprie radici: storia di libertà e indipendenza dei popoli oppressi. Storia di affinità elettive e storia d’amore. Infatti, proprio in Brasile, a Laguna, l’esule Giuseppe Garibaldi conobbe, e s’innamorò a prima vista, della giovanissima rivoluzionaria Ribeiro Da Silva. Anita Garibaldi-Hibbert, 5 figli e 13 nipoti, ha lavorato in Italia e all’estero. È ricercatrice, giornalista, scrittrice. Impegnata nella difesa dei diritti umani, Ufficiale al merito della Repubblica italiana, componente per diritto ereditario materno della prestigiosa ed esclusiva associazione Colonial Dames of America, è donna di tempra speciale come la sua genìa femminile che racconta nel bel libro Nate dal Mare (Il Saggiatore, 2003). Coraggiosa e determinata, la madre Speranza Mc Michael nata a Filadelfia, moglie di Ezio, nobili radici genealogiche nella rivoluzione americana, ha salvato molte famiglie ebree dalle persecuzioni nazifasciste. La nonna, l’inflessibile londinese Costanza Hopcraft, moglie di Ricciotti, filantropa senza sosta, fondò e allestì ospedali allevando 15 figli. Mito eterno la bisnonna Anita, morta in battaglia per l’Italia unita, riposa sul Gianicolo scolpita su cavallo rampante. Energia del romanticismo giovane la Garibaldi-Hibbert ha vissuto la propria avventura politica prima negli Stati Uniti e in Inghilterra, poi in Italia dove è stata dirigente nazionale del P.S.I. e candidata alle elezioni politiche del 1986 nel collegio di Velletri con un successo elettorale di 37.000 preferenze. Per la promozione dei valori risorgimentali nel 1999 ha fondato l’Associazione Nazionale Garibaldina di cui è presidente, e nel 2009 ha creato la Fondazione Giuseppe Garibaldi coinvolgendo numerose associazioni e movimenti in Italia e all’estero.
In occasione delle celebrazioni del 150° dell’Unità d’Italia, in settembre ha partecipato alla manifestazione organizzata dalle province di Pesaro-Urbino, Perugia e Arezzo per chiedere che l’unione del Paese venga consolidata completando i lavori della Superstrada Fano-Grosseto e della Galleria della Guinza non ancora aperta al traffico.
Un’opera, quest’ultima, di importanza strategica per collegare i versanti dell’Adriatico e del Tirreno. Una manifestazione indimenticabile! Ottocento giovani hanno portato in corteo un tricolore lungo 1.861 metri attraverso Borgo Pace, San Sepolcro e San Giustino, il punto in cui Marche, Umbria e Toscana si toccano, rievocando lo storico percorso di Garibaldi e Anita nel luglio del 1849 in ritirata da Roma; lei, al sesto mese di gravidanza e ammalata, morì di lì a poco.
La trasmissione dei valori dell’epopea risorgimentale ai giovani è fulcro della sua rigorosa, appassionata e attenta attività intellettuale.
Ad esempio agli inizi di novembre a Marcinelle per il 150° con i discendenti e i sopravvissuti alla tragedia del terribile 8 agosto 1956, quando persero la vita 262 lavoratori delle miniere; 136 erano italiani. Non dobbiamo dimenticare che l’accordo tra il governo italiano e quello belga prevedeva che il primo mandava duemila operai la settimana e il secondo spediva 300-400 chili di carbone per ogni minatore. Esseri umani come merce di scambio. È terribile! La stessa assenza di tutele è vissuta oggi da molti immigrati in Italia. E le discriminazioni. Anche per questo, quando parlo ai ragazzi, prendo spunto da Garibaldi che ha combattuto per quei valori basilari della nostra democrazia e per quei diritti inviolabili e inalienabili sanciti nella Costituzione italiana per i quali non bisogna mai smettere di lottare.
Il Risorgimento sta scomparendo lentamente dall’insegnamento scolastico.
Purtroppo è del tutto assente nella scuola elementare, è collocato al terzo anno della scuola media e al quarto degli istituti superiori. Data la vastità dei programmi, i nostri studenti finiscono per conoscere l’unificazione italiana e le radici della nostra identità nazionale all’età di tredici anni. Abbiamo scritto una lettera al Ministro Gelmini chiedendole per cortesia di reincludere lo studio del Risorgimento almeno nelle scuole elementari, ma non abbiamo avuto nessun esito.
Perché ha fondato il movimento Mille donne per l’Italia?
Per mantenere vivo l'impegno di rinnovare il nostro Paese nella cultura sociale e politica, la proposta di legge per la democrazia paritaria, è un esempio. Cinquantamila firme raccolte per assicurare che nelle liste elettorali il 50% dei candidati sia di genere femminile. Le donne non sono ancora introdotte bene nella società italiana, credo che ci sia ancora un pregiudizio. A volte credo che dipenda soprattutto da loro, rispetto a ieri mi pare che si propongono come oggetto, come oggetto di sesso molto spesso, e non come soggetto di azione e di professionalità.
Considera la secessione leghista una seria minaccia per la nostra Nazione?
Non è una proposta credibile, né in Italia né all’estero. È segno di debolezza di un partito in crisi che vuole ricondurre i suoi elettori ai tempi della Padania nascente.
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