Login Registrati
INTERRUZIONE DI PUBBLICO SERVIZIO

INTERRUZIONE DI PUBBLICO SERVIZIO

NAPOLI - L’unico ginecologo preposto a mandare avanti il servizio di IVG è venuto a mancare

Lunedi, 16/04/2012 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Aprile 2012

“Nella già drastica riduzione dei luoghi deputati al servizio di interruzione volontaria di gravidanza, l’Amministrazione del Secondo Policlinico, presidio ospedaliero della Federico II di Napoli, ha sospeso gli interventi e chiuso le prenotazioni. Si tratta di un’interruzione di pubblico servizio, in contrasto con le finalità di una legge dello Stato: la 194”. Stefania Cantatore e Simona Ricciardelli, rispettivamente dell’UDI e del Comitato Legge 194 di Napoli, hanno segnalato tempestivamente un caso ‘esemplare’ dal punto di vista delle condizioni in cui ormai la sanità pubblica applica la legge. Nel caso specifico è accaduto che l’unico ginecologo preposto a mandare avanti il servizio di IVG è venuto a mancare. Il blocco imposto dal piano di risanamento economico impedisce una nuova assunzione ed eventuali deroghe non assicurerebbero personale a tempo pieno. Cantatore e Ricciardelli spiegano che la decisione della sospensione del servizio è inaccettabile in quanto “il regime di imposto dal contenimento delle spese sanitarie è un pretesto debole a sostegno della mancata sostituzione, che invece costituisce un obbligo cui ottemperare nell’ambito di meccanismi usati per ogni altro settore dello stesso ospedale, e per tempo prima di ricorrere alla sospensione del servizio. Il secondo Policlinico rimane il più noto ed affidabile presidio in materia di IVG nella Provincia e nella Regione, grazie alla resistenza e alla professionalità di operatori letteralmente ‘accerchiati’ da colleghi letteralmente spinti all’obiezione di coscienza e dall’estensione di questa facoltà, estensione a dir poco fantasiosa ed al limite della legalità, al personale paramedico e ad altre figure presenti nei luoghi di cura. Si tratta di anomalia tutta italiana, alla base di una pratica vessatoria verso le pazienti”. Di fronte al fatto che la libertà delle donne è messa in discussione, il commento è: “riteniamo che il ricorso massiccio all’obiezione nelle aziende ospedaliere non costituisca valido motivo per sospendere o addirittura negare il servizio, che va comunque garantito, per legge”. La questione è aperta, e l’UDI di Napoli insieme al Comitato Legge 194 non si limita a seguire il caso specifico, ma sta predisponendosi alla denuncia del Presidente Caldoro, in qualità di Commissario alla Sanità, per la disapplicazione diffusa della 194 e perché la Regione ha “operato il rientro dal debito sanitario riducendo l’accesso alla salute delle donne anche in materia oncologica, oltre che per quanto riguarda la sfera materna”.

Lascia un Commento

©2019 - NoiDonne - Iscrizione ROC n.33421 del 23 /09/ 2019 - P.IVA 00878931005
Privacy Policy - Cookie Policy | Creazione Siti Internet WebDimension®