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Inseguendo l’avventura all’insegna della solidarietà

Inseguendo l’avventura all’insegna della solidarietà

Due ragazze e un’automobile - Dopo il Mongol Rally e la Transafrica a bordo della Gazzamobile, Mariella Carimini e Silvia Gottardi il 7 luglio ripartono. Destinazione Asia

Antonelli Barbara Lunedi, 14/05/2012 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2012

“É questo che facciamo noi! Immaginiamo un'impresa incredibile, tracciamo un itinerario impossibile, saltiamo in macchina e maciniamo chilometri di strada! Andiamo, andiamo, andiamo, con la voglia di esplorare il mondo, stupirci delle meraviglie naturali, conoscere la gente, scoprire la storia e la cultura!”. Dell’avventura, la maratoneta Mariella Carimini e la campionessa di basket Silvia Gottardi, hanno fatto il loro leitmotiv. Amiche e colleghe di lavoro - insieme hanno, infatti, fondato a Milano un’agenzia di organizzazione eventi, la TOP1 - dal 2010 si cimentano a bordo della Gazzamobile color rosa shocking, con viaggi quasi impossibili, in terre lontane. All’insegna della solidarietà, dal momento che tutti i fondi che riescono a raccogliere dagli sponsor che sostengono le loro “imprese”, vengono destinati ai progetti di Onlus italiane. Il loro motto è viaggiare e aiutare. Così è avvenuto per il Mongol Rally nel 2010 che da Milano le ha viste arrivare fino a Ulan Bator e per la Transafrica, l’anno passato, quando la Gazzamobile ha toccato il suolo di Cape Town. Quest’anno (la partenza è prevista per il 7 luglio) le due sportive incallite (così si definiscono loro stesse sul sito dell’iniziativa “Donne al Volante”) si cimenteranno in Eurasia 2012, un viaggio di oltre 17.000 chilometri che le vedrà attraversare 15 Paesi, dall’Europa dell’Est, fino al Tagikistan e al Kirghizistan, per entrare in Cina e poi in nave in Sud Corea e Giappone, fino a Tokyo, meta ultima della traversata. La raccolta fondi quest’anno sarà destinata a sostenere i progetti di tre ONLUS italiane, ActionAid per il miglioramento delle condizioni di vita delle contadine nel distretto di Chongli (Cina del Nord), e poi un progetto per l’integrazione fra il mondo dei giovani e quello della disabilità attraverso lo sport, della Onlus Il Gabbiano di Milano e un’iniziativa a sostegno dei bambini vittime del disastro nucleare che ha colpito Fukushima, in Giappone, promosso dall’Orto dei sogni. Anche Eurasia 2012 sarà all’insegna dell’avventura giorno per giorno, senza un itinerario vero e proprio ma solo con un’idea vaga del percorso in testa; senza nulla di pianificato e prenotato, senza alcuna assistenza meccanica (anche se Silvia e Mariella ammettono di saper cambiare una gomma, il filtro dell’aria e l’olio) nemmeno un navigatore satellitare a bordo. E low cost, perché le due amazzoni vogliono che i fondi raccolti restino per lo più alle associazioni alle quali hanno deciso di destinarli. Al loro viaggio infine non manca il tocco “green”, perché, infatti, quest’anno la scassata Land Rover Discovery ridipinta di rosa che le ha accompagnate nei precedenti viaggi, facendo un po’ da casa un po’ da mezzo di locomozione, sarà sostituita dalla prima macchina ibrida diesel del mondo, una Peugeot 3008 Hybrid 4. Dai viaggi in fuoristrada sono nati due libri, diari di viaggio ricchi di consigli con schede di approfondimento sui paesi attraversati e di foto, il cui ricavato va sempre in beneficienza.

‘Noidonne’ ha intervistato Silvia Gottardi, una carriera da cestista professionista che vanta numerose presenze in Nazionale, in vista della nuova partenza.

Come nasce l’idea di questi viaggi?

Un paio di anni fa Mariella ed io volevamo fare un viaggio insieme on the road e zaino in spalla; Mariella mi propose allora di unirci al Mongol Rally, un viaggio per gli amanti della guida avventurosa per raggiungere la Mongolia senza percorsi prefissati e che raccoglie fondi a favore dei progetti Cesvi (NdR, tutte e due le atlete, infatti, facevano nel loro piccolo, attività di solidarietà). In quell’occasione siamo riuscite a raccogliere 10.000 euro e così abbiamo deciso di andare avanti ogni anno con un’avventura nuova.

Se dovessi rispondere di getto, così senza pensarci, quale paese ti ha colpito di più?

Il Mozambico. E per due ragioni. La prima perché si sa veramente pochissimo di questo paese, che soprattutto nella regione Nord è selvaggio, con paesaggi spettacolari. Noi di solito ci documentiamo su tutti i paesi che attraverseremo eppure sul Mozambico è stato scritto davvero poco. La seconda è che sono rimasta profondamente colpita dalle persone, il loro stupore quando ci vedevano passare con la Gazzamobile o di fronte alla fotografia digitale. Ma anche l’Uzbekistan, per la sua storia e l’architettura.

Quale è stata la relazione con le comunità locali, e in particolare con le donne?

Il modo in cui viaggiamo ci consente un’enorme flessibilità, fare deviazioni, fermate più lunghe e quindi anche di entrare in contatto con le comunità locali, dormire nei villaggi, partecipare alla vita sociale. In molti paesi che abbiamo attraversato, abbiamo riscontrato una forte empatia tra le donne e da parte delle donne verso di noi. Noi siamo state sempre molto prudenti a rispettare culture e tradizioni; in alcune occasioni sono state proprio le donne ad avvicinarsi a noi, come in Iran, dove siamo state invitate a prendere il tè a casa loro; oppure sul traghetto che attraversa il lago Nasser, dall’Egitto al Sudan: non riuscivamo a trovare un posto per sederci, allora alcune donne ci hanno prese per mano e aiutate.

Ci sono state difficoltà?

Solo con l’automobile, è capitato che fosse in panne. Ma anche in quel caso, ogni imprevisto che si è presentato ha aperto nuove possibilità ad incontri o luoghi da scoprire.

E i progetti delle Onlus? Come li avete scelti quest’anno?

Scegliamo sempre progetti che ci piacciono e che abbiano al centro due tematiche che ci stanno a cuore, le donne e lo sport. Per il 2012 abbiamo scelto un progetto per il luogo di partenza, Milano (quello de Il Gabbiano focalizzato sullo sport) e poi uno per il centro del viaggio, ovvero quello di ActionAid che è a sostegno delle donne contadine nel distretto di Cogli, un’area montuosa della Cina settentrionale, per renderle in grado di accedere alle informazioni tecniche in agricoltura e garantire l’autosufficienza alimentare delle loro famiglie; e uno legato al luogo dove si concluderà il nostro viaggio, ovvero il Giappone.



Per maggiori info: http://www.donnealvolante.com/



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