Lunedi, 07/04/2014 - Danno e beffa per le donne nate nel 1951, condannate a rimanere negli uffici.
Rabbia per il danno mensile di un costoso riscatto laurea che non serve più.
Beffate e penalizzate sul diritto alla pensione per salvare dalla catastrofe l'Italia.
Non c'è più onore, non c'è più vergogna!
E mentre i diritti acquisiti e le leggi valgono solamente quando si toccano le tasche dei politici, dal 15 febbraio scorso aspettiamo invano un riscontro ad una email PEC consegnata regolarmente nelle caselle di destinazione di posta certificata INPS.
Ricordiamo che l’omessa risposta rappresenta una violazione dei doveri d’ufficio ed è sanzionabile penalmente (art. 328 codice penale).
Non vogliamo aspettare 24 anni per un responso e non desideriamo concorrere ad entrare nel libro dei Guinnes dei Primati italiano, perciò invitiamo, ancora una volta, a nome e per conto dei cittadini italiani, il direttore generale, dottor Mauro Nori, il presidente del Consiglio di Indirizzo e Vigilanza, dottor Pietro Iocca, il direttore della Sede Inps, gestione ex Inpdap di Messina, dottor Vincenzo Floccari, i colleghi dell'ufficio stampa e tutta la la gerarchia dei responsabili dell'Inps, che hanno ricevuto detta PEC, che, certamente, è stata protocollata, a fornirci precise e celeri informazioni alla nostra richiesta.
Invieremo loro un'ulteriore email PEC per informarli di questo articolo.
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