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Inflazione: tasso ancora sottostimato dall’Istat

Inflazione: tasso ancora sottostimato dall’Istat

Donne e consumi - L’Istat continua a rilevare frenate dei prezzi del tutto inesistenti a giudizio di Federconsumatori e Adusbef.

Conti Viola Domenica, 09/06/2013 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2013

L’Istat continua a rilevare frenate dei prezzi del tutto inesistenti a giudizio di Federconsumatori e Adusbef.

"Relativamente al dato dello scorso aprile, addirittura, l'Istituto parla di un ‘tonfo’ del tasso di inflazione, che sarebbe tornato all’1,2%, ovvero il livello minimo dal 2010. Addirittura, si attesterebbe appena all’1,5% la crescita dei prezzi relativi al cosiddetto carrello della spesa. Se c’è qualcosa ai minimi, dal 2010 ed oltre, non sono certo i prezzi ma il potere di acquisto delle famiglie. Quest’ultimo, infatti, dal 2008 è diminuito del -14,1% secondo quanto rivelato dall’O.N.F. - Osservatorio Nazionale Federconsumatori -, un andamento determinato anche della crescita incontrollata di prezzi e tariffe avvenuto in questi anni. In ogni caso, anche basandosi sui dati sottostimati diffusi recentmente dall’Istat, le ricadute per le famiglie sono insostenibili: ammontano infatti a +533 Euro annui per una famiglia di tre componenti. Una cifra che equivale a circa un mese di spesa alimentare”. SI tratta di rincari che contribuiscono, di giorno in giorno, alla contrazione dei consumi ed al peggioramento delle condizioni economiche del nostro Paese. “Per questo, lo ribadiamo da anni, è fondamentale avviare una ripresa a partire proprio dal rilancio della domanda di mercato e da un controllo più attento e preciso sulla crescita, spesso ingiustificata, dei prezzi e delle tariffe. - dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti - Indispensabile un serio piano di sostegno delle famiglie a reddito fisso e l’elaborazione di un programma per il rilancio economico che punti sulla crescita e sull’occupazione. Questi devono essere i temi all’ordine del giorno del Governo, dal quale ci aspettiamo, però, una politica economica improntata all’equità, che non pesi minimamente sulle tasche delle famiglie i cui bilanci già versano in condizioni di estrema difficoltà".



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