11 ottobre 2016. Giornata Internazionale delle bambine e delle ragazze. In occasione di questa ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite, Terre des Hommes ha presentato questa mattina al Senato, a Roma, la quinta edizione del dossier indifesa “La condizione delle bambine e delle ragazze nel mondo (2016)”.
Federica Giannotta, responsabile Advocacy dell’organizzazione ha illustrato i dati principali del dossier che si iscrivono in una situazione planetaria nella quale le emergenze e le migrazioni acuiscono le difficili condizioni di vita delle bambine e delle ragazze. Giannotti ha iniziato disegnando proprio questa congiuntura che ha visto nell’anno passato 65 milioni di persone costrette alla fuga; di questi 65 milioni circa un milione si reversa in Europa. Solo nel 2015 circa 850.000 persone sono transitate sulla rotta balcanica, 90.000 i minori non accompagnati di cui circa 7.000 ragazze sole. Si tratta di giovanissime donne che affrontano il viaggio in solitudine e si espongono a innumerevoli pericoli. Sono ragazze adolescenti, giovani mamme che viaggiano con il figlio in braccio, spose bambine. Sono vittime di continue violenze sessuali e spesso costrette a prostituirsi per pagarsi pezzi di viaggio. Le necessità di protezione di queste giovani “non vengono affrontate in pieno” dice Ingibjorg Gisladottir di UN Women e azioni mirate ad informare e far conoscere le varie tappe del viaggio e luoghi in cui chiedere aiuto e accedere a servizi essenziali potrebbero concretamente aiutare le migranti a non dover sottostare alle minacce dei trafficanti.
Altro punto su cui Giannotti ha focalizzato l’attenzione è quello dei matrimoni forzati. 15milioni sono le vittime di matrimoni forzati nel mondo. Il matrimonio forzato è spesso proprio tra le cause di fuga dal proprio paese. In Norvegia le ragazzine vengono separate nei centri di accoglienza da questi mariti abusivi. Terre de Hommes che lavora nei centri di accoglienza in Sicilia sta registrando nelle ultime settimane molti arrivi dalla Costa d’Avorio provocati da questa problematica. Nella complessa e tragica situazione siriana, dice Giannotti, il matrimonio precoce è spesso visto come una soluzione in famiglie destrutturate che cercano di proteggere le bambine attraverso il matrimonio; una bambina sposa in un campo profughi costa come dote molto meno (400/500 dollari) che in situazioni ‘normali’ e sovente i genitori sono inconsapevoli dei rischi che corrono le loro figlie che spesso sono vittime di abusi da parte di questi mariti molto più adulti.
In situazioni di mancanza di democrazia, come avviene in Eritrea, il matrimonio precoce viene frequentemente praticato per sfuggire alla leva forzata (per uomini e donne) che ufficialmente inizia a 18 anni e dura un anno e mezzo, ma che in verità può protrarsi per un tempo indeterminato. La vita nel Campo di Sawa, dove vengono addestrate le reclute, è particolarmente dura per le ragazze: un rapporto ONU ha denunciato abusi e violenze nei confronti delle giovani donne da parte dei superiori (si stima che il 70% delle ragazze sia passato attraverso questo trattamento).
Altro triste capitolo è quello delle ragazze che vivono nelle zone di guerra, e in particolare il sistema di violenze che ISIS riserva alle giovani donne. Si calcola che in Iraq 5000 donne rapite si trovino nelle loro mani, e sono vendute, regalate, o date in premio ai miliziani per fidelizzarli. Secondo quanto riferisce Unami (United Nations Iraq) ISIS avrebbe aperto a Mosul un vero e proprio mercato in cui “le ragazze vengono esposte con cartellini dei prezzi in modo che gli acquirenti possano scegliere e negoziare la vendita”.
Altri punti su cui si sofferma il dossier riguardano gli aborti selettivi e le mutilazioni genitali femminili e segnala la situazione in Indonesia, il terzo paese al mondo con la più alta percentuale di MGF che coinvolgono 13 milioni di vittime.
Un altro fenomeno sul quale Giannotti ha voluto attirare l’attenzione e quello dei matrimoni a tempo: giovani donne vengono date in spose a uomini per un tempo limitato per una piccola dote. Quando il matrimonio scade l’uomo non ha più alcun obbligo nei confronti della donna e degli eventuali figli nati dall’unione. Questa pratica viene sovente utilizzata da color che praticano il turismo sessuale in quanto è legittimata a livello legislativo in alcuni paesi.
Un capitolo a parte è quello della tratta che ha subito nel nostro paese un aumento esponenziale crescendo tra il 2015 e il 2015 da 1454 a 5633 ragazze nigeriane. Si tratta di ragazze sbarcate qui e che l’OIM (Organizzazione Mondiale per le Migrazioni) ritiene che siano destinate allo sfruttamento sessuale. L’età media di queste ragazze è molto bassa anche se è difficile quantificare quante siano le minori perché spesso le stesse giovani mentono sulla propria età. Sono ragazze che hanno contratto debiti altissimi nel proprio paese, anche 20.000/30.0000 dollari e che vengono ‘agganciate’ attraverso riti che le tengono legate ai propri sfruttatori; le punizioni in caso di ribellione o fuga sono spesso barbare e violente.
La situazione in Italia
Negli ultimi 5 anni il numero delle vittime minorenni di reati è cresciuto, dal 4.946 del 2011 a 5.080 del 2015 con una prevalenza del sesso femminile tra chi subisce abusi e violenze: bambine e ragazze sono il 60% m diventano l’87% quando si parla di violenze sessuali e addirittura 91% dei minori entrati nel giro della produzione di materiale pornografico.
Dal dossier emerge un grave fenomeno: negli ultimi cinque anni in Italia c’è stato un drammatico aumento della pornografia minorile che è cresciuta del 543%; nell'81% dei casi le vittime sono bambine e ragazze: nel 2015 ci sono state 411 le vittime, il 78% delle quali femmine.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare i primi molestatori e sfruttatori di bambine e ragazze sono i coetanei: i dati del Ministero della Giustizia segnalano che sono in carico ai servizi sociali ben 817 minori di sesso maschile condannati per violenze sessuali; 267 invece sono responsabili di sfruttamento della pornografia e prostituzione minorile.
Giornata mondiale dell'Onu delle bambine e delle ragazze
In occasione della Giornata mondiale dell'Onu delle bambine e delle ragazze, 11 ottobre, Terres des Hommes invita a postare sui social qualcosa di colore arancione: un oggetto, uno slogan o un selfie accompagnato dagli hashtag #OrangeRevolution #indifesa.
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