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Indietro non si torna

Indietro non si torna

Marzo 2011 - Dopo le piazze del 13 febbraio possiamo sognare che le donne abbiamo la capacità di inventare soluzioni nuove per il nostro paese?

Bartolini Tiziana Lunedi, 28/02/2011 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Febbraio 2011

La parola delle donne ha conquistato la scena pubblica con la forza e con l’autorevolezza che merita. Dopo quello che le circa 250 piazze del 13 febbraio hanno mostrato, è lecito chiedersi come sia potuto avvenire che tanta indignazione fosse stata ignorata, che fosse rimasta relegata all’interno di circuiti più o meno autoreferenziali per tanto tempo. Ma se si semina, si raccoglie. E le donne, negli anni, non hanno mai smesso di arare e mantenere fertili i loro campi: elaborando, facendo esperienze, denunciando. È arrivato il tempo del raccolto, che comincia ora e può essere rigoglioso.

L’entusiasmo di questa nuova fase apre scenari impensabili fino a poco tempo fa, libera la fantasia, scatena le ipotesi più ardite: liste elettorali e amministrazioni tutte al femminile? Asili nido e assistenza agli anziani e ai disabili come priorità negli investimenti pubblici? Parità nei Consigli di Amministrazione, nelle redazioni dei giornali e in tutte le aziende pubbliche? Tanto per iniziare potrebbe andare bene, ma poi ci sarebbe da debellare la burocrazia malata e riformare - ma davvero - la scuola pubblica e la macchina amministrativa, giustizia compresa. Possiamo sognare che le donne, le stesse che in tante, tantissime, hanno avuto l’intelligenza di rigettare con i sorrisi e l’allegria le accuse di moralismo, abbiamo la capacità di inventare soluzioni nuove per i vecchi problemi del nostro Paese? Solo una vera modernità ci poterà fuori dal pantano in cui siamo finite/i e le donne, che hanno saputo utilizzare magistralmente la rete per creare un grande appuntamento nazionale, sono moderne perchè hanno dimostrato di avere chiara la differenza che passa tra lo strumento e il messaggio, di padroneggiare i tempi e di essere in sintonia con gli umori sotterranei e profondi. Sapevano, e così è avvenuto, che l’adesione all’appello dal titolo ‘Se non ora, quando?’ non significava sottoscriverne il testo, bensì condividerne il senso. La proposta è stata, in sostanza, quella di cogliere una possibilità di reagire, infatti è stata immediatamente sentita larga, accogliente, tesa a superare parti e partiti, divisioni e differenze. Non per annullare la varietà, ma per includerla in un campo talmente ampio da contenere tutto e tutte senza creare contrasti e contraddizioni. A partire dagli uomini, chiamati a dimostrare “amicizia verso le donne” e ad assumere, finalmente, la responsabilità di rifiutare il modello patriarcale che ancora pervade l’Italia.

Le donne hanno dato una magistrale lezione di politica alla politica che ha svenduto se stessa al peggior offerente. Indietro non si torna, perchè la via femminile al potere è stata tracciata.



(28 febbraio 2011)

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