A tutto schermo - La prima prova di Laura Morante come regista in ‘Ciliegine‘, una lotta contro la malattia con ‘La guerra è dichiarata‘ e la pellicola su Marilyn: film da non perdere
Colla Elisabetta Domenica, 01/07/2012 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Luglio 2012
Ciliegine
Prima prova alla regia della ‘nostra’ Laura Morante, attrice molto amata in Francia, che ha sceneggiato e girato Oltralpe questa delicata commedia d’amore e nevrosi, finanziata dal produttore francese Bruno Pésery e scritta a quattro mani con Daniele Costantini. La Morante - una delle attrici preferite di Nanni Moretti, che l’ha voluta protagonista di tre dei suoi film più noti, Sogni d’oro, Bianca e La stanza del figlio - ha dichiarato di aver affrontato la regia del film Ciliegine quasi per caso: “Se avessi potuto scegliere, non lo avrei fatto”. Si è vista ‘costretta’ al grande passo in mancanza di registi interessati al progetto di un film che mette in scena l’androfobia di Amanda, interpretata dalla stessa Morante, ed il suo incontro con Antoine, del quale accetta la compagnia credendolo gay. Il risultato non è affatto male, e ci voleva coraggio, data l’inesperienza e la potenziale esposizione a critiche in caso di flop. Invece il film regge abbastanza bene, diverte e resiste al botteghino, anche grazie al cast (fra gli interpreti, Isabelle Carré, nei panni dell’amica Florence e Pascal Elbé in quelli del bell’Antonio) ed a due presenze tecniche (italiane) di tutto rispetto come quella di Maurizio Calvesi alla fotografia ed Esmeralda Calabria al montaggio.
La guerra è dichiarata
Successo ed empatia da parte del pubblico francese per il film-rivelazione della Settimana della Critica di Cannes 2011, La guerra è dichiarata (La guerre est déclarée, distribuito in Italia dalla sempre attenta Sacher di Nanni Moretti), doloroso racconto autobiografico dell'attrice-regista Valérie Donzelli e del suo ex-compagno Jérémie Elkaïm, alle prese con la battaglia più dura da affrontare: la lotta per la vita del loro piccolo Adam, ammalatosi di un raro tumore al cervello ad appena 18 mesi. Tanto la prima parte del film è volutamente spensierata e vitale, dedicata alla storia d’amore di Roméo e Juliette (nomi-prototipo che fanno pensare al carattere universale della storia), dall’incontro in discoteca alle passeggiate parigine, fino alla casa insieme ed all’arrivo del bimbo, tanto la situazione si ribalta in modo brusco e quasi irreale, con la sentenza della prima risonanza magnetica, e si dipana per il resto del film fra corridoi di ospedali, attese interminabili, domande senza risposta (‘si può guarire da questa malattia?’), vite sospese e conti in rosso per tutti gli anni della malattia di Adam. Nonostante ciò, la vitalità trasgressiva del film non viene meno, né la cifra ritmica del film: ‘la guerra è dichiarata’, esclama Juliette ascoltando alla radio la notizia della guerra in Iraq ma riferendosi alla malattia: una trafila lunghissima ed irta di difficoltà, che porterà alla guarigione del bambino ma anche ad inevitabili rotture nella coppia, chiamata a mettere in campo tutta la propria energia, creatività, forza, fino allo sfinimento. Il film, girato integralmente con luce naturale, utilizza con scioltezza canzoni scritte ed eseguite dai protagonisti ed arie di Vivaldi, luci psichedeliche e neon degli ospedali, al servizio di una storia che lungi dal risultare deprimente, emana, all’opposto, spregiudicatezza, dinamismo e vigore.
Marilyn
Tratto dal romanzo La mia settimana con Marilyn di Colin Clark, che è anche il titolo originale del film (My Week With Marilyn), Marilyn, diretto da S. Curtis, è una sorta di intima confessione dello scrittore (all’epoca giovane assistente alla produzione appena uscito da Oxford) e del suo incontro ravvicinato con la Monroe, sul set del film Il principe e la ballerina di Laurence Olivier, girato nel 1956, di cui la diva era protagonista: neo-sposa del drammaturgo Arthur Miller, Marilyn, per la prima volta in Inghilterra, manifestava già forti inquietudini sentimentali. Nel raccontare i danni delle droghe e dell’alcool assunti dalla star e le sue intemperanze sul lavoro (ritardi, sbalzi d’umore ed instabilità), il film traccia il ritratto di donna capricciosa e fragile, volubile ed umanissima, artista pura affamata d’amore, in cerca disperata di contatti autentici, come quello instaurato col giovanissimo assistente Clark, per sfuggire dai ranghi della sua gabbia dorata, del suo stesso successo e dalla rigida disciplina imposta dal lavoro sul set. L’attrice Michelle Williams, vincitrice del Golden Globe per l’interpretazione della Monroe, donna e icona, è ora candidata all’Oscar.
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