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Incazzature di... 'genere'

Incazzature di... 'genere'

L'immagine della donna tra realtà e spettacolo

Giovedi, 25/02/2010 -
“Non siamo tutte Monica Bellucci.”

Ho letto questo finale in una delle tante recensioni del film di Mona Achache, tratto dal libro “L’eleganza del riccio” di Muriel Barbery. Gran libro e, suppongo, gran film, omaggio alle donne invisibili, ossia la quasi totalità dell’universo femminile.

Sull’essere diverse dalla Bellucci (ma anche dalla Claudia, dalla Eva e dalla Naomi, come nel recente spot su quel profumo) e per questo ‘invisibili’, noi donne ci danniamo, in bene ed in male.

Quando sto sul cultural-incazzato, ripenso alla Merini, alla Hack o alla de Beauvoir. Il cui fascino è eterno, perché tutto interno. Mi vado a rileggere la protesta di Maria Turchetto (Carognate, cazzate e consigli) e mi rassereno alquanto. Ho seguito ed ampliato la provocazione di questa docente di Storia del Pensiero Economico – quello di investire su di una nazionalità estera più “seria” della nostra – e sfoglio la rivista IKEA Family, surrogato di un costoso, quanto impraticabile, trasferimento in capitale nord-europea, tanto per darmi un tono scandinavo. Al top dello sconforto, m’imbarco pure alla volta del megastore svedese più grande d’Europa, costruito a tre quarti d’ora da casa mia.

Questo commento è proprio dedicato alle donne che non riescono a trasformarsi in Winx, le quali sono delle donnine seriali modellate sui icone femminili invidiabili, rese tali da caratteristiche fisiche strepitosamente glam e curate, all’apparenza immarcescenti.

Rifletto spesso proprio sul fatto che, pure nei cartoni animati, non esiste più una sola eroina alla quale ispirarci, come un tempo Wonder Woman. Le Bratz, le Witches, le Winx sono gruppi di ragazze ognuna con una caratteristica fisica al top e tutte assieme rappresentano il catalogo delle qualità auspicabili in una sola donna. Non è una questione di pluralismo rappresentativo (capelli lunghi, corti, la bionda, la rossa, la coloured, l’ambientalista), ma di maggiore offerta sul mercato. Per essere visibili è d’uopo essere tutte le Winx assieme ed anche di più, si fas est.

Una raffinata pubblicità di (costosissimi) orologi per donna, che appare sul TIME, recita “Chi sarai nelle prossime 24 ore?”. Ore, stiamo parlando di ore, accidenti! Non di mesi o anni, o prossime vite!

Ma io non ho neanche il costosissimo orologio magico che mi potrà trasformare nella Bellucci. È semplicemente la sveglia che ogni mattina mi trasforma in un riccio visibile per 24 ore o forse più.



Marika Borrelli

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