In scena al Teatro Tordinona di Roma “The Houseboy”, diretto da Massimo Stinco
Tratto dall’omonimo film di Spencer Schilly, lo spettacolo, vietato ai minori di 18 anni, racconta la realtà degli ‘houseboys’, ragazzi che vivono con coppie omosessuali, curandone al tempo stesso le faccende domestiche e quelle sessuali.
Venerdi, 25/04/2014 - Prostituzione al maschile o meglio ragazzi ‘au pair’, che vengono mantenuti e stipendiati da coppie omosessuali in cambio di aiuto familiare e non solo. A questa realtà – poco nota ma sembra piuttosto diffusa soprattutto in America - è ispirato lo spettacolo “The Houseboy” di Massimo Stinco, già messo in scena in vari teatri italiani ed approdato in questi giorni al Teatro Tordinona di Roma (Via degli Acquasparta, 16), libera interpretazione teatrale dell’omonimo film scandalo diretto da Spencer Schilly nel 2007. La pièce racconta la storia di Ricky, un giovane houseboy cacciato di casa dalla madre perché omosessuale, che vive con una coppia di omosessuali newyorchesi, con i quali si è instaurata, al di là del contratto lavorativo, una vera e propria relazione a tre. Ma il ragazzo scopre per caso che la coppia, in partenza per le festività natalizie, ha intenzione di sostituirlo con un altro‘houseboy. Una volta rimasto solo Ricky, di fronte all’idea di un nuovo allontanamento, innesca un meccanismo autodistruttivo che, attraverso una discesa agli inferi tra sesso promiscuo e pericoloso, squallidi incontri e violenza gratuita, dovrebbe culminare con il suicidio, ma l’arrivo di Blake cambierà il destino dei due giovani. “Il divieto di visione ai minori di 18 anni – spiega Massimo Stinco – l’ho sentito necessario, per concedermi quella libertà di cui avevo bisogno per presentare l’opera, cosi come l’avevo immaginata, e per esprimermi in piena e completa autonomia, anche in alcune scene, considerate forti, ma comunque velate da un attenta coreografia.” Per quanto riguarda il lavoro psicologico svolto con gli attori, che interpretano scene piuttosto forti, il regista prosegue: “Gli unici attori con i quali ho dovuto lavorare sull’approfondimento psicologico sono quelli che hanno interpretato il personaggio di Ricky, che ha un approccio continuo con un linguaggio duro e con scene di nudo e di sesso. Spesso gli attori che hanno interpretato questo ruolo hanno avuto un coinvolgimento emotivo troppo forte, per paure inconsce o per timidezza nel trovarsi in territori del tutto sconosciuti. L'attore che interpreta Ricky ‘vive’ per 90 minuti il crollo, l'evoluzione e la rinascita del suo personaggio restando sempre in scena.” Lo spettacolo intende anche mettere in evidenza le difficoltà di certe relazioni e dinamiche del mondo omosessuale: “Ricky, il protagonista - spiega il bravo attore Fabio Cannarozzo - dopo aver fatto coming out con la famiglia, che non accetta la sua omosessualità, decide di trasferirsi a New York per dare una svolta alla sua vita ed avere la possibilità di ricominciare. Le dinamiche e le vicende raccontate dalla storia sembrano quasi surreali ma, in realtà, fanno parte del mondo omosessuale. Una facilità agli incontri e al sesso solo ed esclusivamente come pratica fisica. Un continuo avvicinarsi di corpi ma non di animi. In scena, dunque, viene portata la realtà così com'è, senza filtri. Inclusi gli incontri di Ricky a puro scopo sessuale. Da qui l'esigenza del divieto ai minori di 18 anni, non solo per le scene di nudo, ma anche per il linguaggio e per lo stesso percorso del protagonista. Personalmente è stato un primo approccio al nudo in scena: inizialmente ero un po' preoccupato ed imbarazzato, ma dopo è stato tutto molto semplice e naturale. Anche perché, proprio a livello drammaturgico, le scene di nudo sono necessarie affinché i personaggi facciano il percorso loro assegnato”. Progetto e regia di Massimo Stinco, scenografia e progetto grafico di Emanuela Esposito. In scena gli attori:Silvio Impegnoso, Fabio Cannarozzo, Dario Tucci, Giorgio Volpe, Jacopo Guidoni, Alberto Mosca e Natale Calabró.
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