Recitazione e musica al Teatro Tor Bella Monaca con l'originale spettacolo teatral-musicale di Maria Letizia Compatangelo e il Trio Metamorphosi
Viaggia sulle ali della musica il messaggio di pace e fratellanza che si intreccia con la nobiltà del teatro. È una miscela potente quella che mette in scena Maria Letizia Compatangelo con “Beethoven in Vermont”, originale spettacolo teatral-musicale in cartellone il 19, 20, 21 maggio al Teatro Tor Bella Monaca (Roma).
“In questa storia ho immaginato Adolf e Hermann Busch e Rudolf Serkin alle prese con i fantasmi del loro passato e la nuova realtà americana, alla vigilia del debutto del Marlboro Music Festival, un evento che, come essi stessi scopriranno a poco a poco, non rappresenta solo la restituzione del lavoro all’interno della rivoluzionaria Scuola di Musica che hanno fondato a Marlboro, ma la restituzione della bellezza al Paese che li ha accolti” spiega l’autrice del testo e regista della pièce.
Il punto di forza, che segna profondamente il valore dello spettacolo, è la recitazione dei celebri musicisti del Trio Metamorphosi: infatti Mauro Loguercio (violino), Francesco Pepicelli (violoncello) e Angelo Pepicelli (pianoforte), esordiscono nel ruolo di attori-musicisti in un’azione scenico-musicale intrisa dei profondi ideali della creatività beethoveniana.
Maria Letizia Compatangelo con un intenso testo teatrale ha ripercorso la storia vera dei tre famosi musicisti esuli dalla Germania nazista che, all’indomani della seconda guerra mondiale, devono decidere il programma del concerto inaugurale del Festival di Marlboro. Le atrocità compiute sono ancora ferite aperte nella memoria e nei corpi delle persone e i tre artisti di origine e cultura tedesca sono di fronte ad una classe di giovani musicisti americani. È la scommessa, non solo simbolica, dei loro percorsi umani e artistici, dal rifiuto del nazismo all’esilio volontario e l’emigrazione negli Stati Uniti. Nel volgere di pochi anni il Festival di Marlboro ha fatto scuola nel mondo, ma in quel lontano pomeriggio del 1951 questa idea rivoluzionaria era ancora solo nella mente dei tre promotori.
“Lo spettacolo immagina il momento della costruzione del programma - spiega Compatangelo -; con gli scambi di idee musicali e umane di Adolf, Rudolf e Hermann l’azione scenica si svolge tra esecuzione di brani, dissensi e opinioni contrastanti che mettono a nudo verità celate. Sarà Beethoven, il musicista portatore per eccellenza degli ideali di fratellanza tra i popoli, a permettere la sintesi con la sua opera 97, ‘L’Arciduca”, il ponte verso i futuri capolavori”.
“Proprio adesso che la nostra impresa discografica beethoveniana per Decca è compiuta - dichiarano i musicisti del Trio Metamorphosi - stiamo vivendo un momento letteralmente esaltante di profonda trasformazione, grazie all’immenso lavoro fatto da un anno e mezzo a questa parte sotto la guida accogliente e stimolante di Maria Letizia. Una vera e propria scuola di teatro, in cui fondere recitazione e musica in un’unica vita, in cui entrare nei meandri più reconditi della comunicazione dentro di noi, fra di noi e con i fratelli Busch e Serkin, tre grandi musicisti e uomini straordinari che ci onoriamo di portare in scena nel nome di Beethoven”.
Con “Beethoven in Vermont” va in scena un eccellente esempio di versatilità artistica e alta professionalità di tre grandi musicisti che, con umiltà ed entusiasmo, si sono lasciati guidare dalla sapienza della drammaturga. Insieme propongono una riflessione sull’importanza dell'arte quando si fa latrice di messaggi universali di condivisione e profonda umanità. Maria Letizia Compatangelo Drammaturga, saggista, regista, ha scritto e pubblicato numerose commedie rappresentate in Italia e all’estero. Vince due volte il Premio IDI. Le viene conferito il Premio per la Drammaturgia “Ombre della Sera” al Festival di Volterra 2014, anno in cui la commedia La cena di Vermeer vince il Premio Vallecorsi e il Premio SIAE. Nel 2016 vince la selezione europea “Eurodram”. I suoi testi sono stati prodotti, tra gli altri, dai Teatri Stabili del Friuli Venezia Giulia, di Abruzzo, di Parma e di Roma. Impegnata sul fronte del teatro civile, non è nuova ad esperimenti nel teatro musicale: suoi gli spettacoli Lady M, la prima rock opera italiana, con musiche di Giorgio Mazza, Una serva napoletana alla corte del Re Sole, sui comici dell’Arte e le villanelle napoletane, e La musica dell’anima, ritratto di Eleonora Duse tra le note della sua epoca, con Pamela Villoresi e il M° Marco Scolastra. Il Teatro dell'Inganno, primo volume delle sue opere complete, è edito da BE@A Entertainment & Art, con prefazione del professor Ferruccio Marotti. Altre commedie sono pubblicate da Bulzoni nella Collana Teatro Italiano Contemporaneo della SIAD. Consulente e autrice di programmi culturali RAI, collabora con l’Università «La Sapienza» di Roma, l’Accademia Silvio D’Amico e l’Università-Teatro Biondo di Palermo come docente di drammaturgia e scrittura scenica. Da sempre impegnata sul fronte della drammaturgia contemporanea, è Presidente del Centro Nazionale di Drammaturgia Italiana Contemporanea – CENDIC(www.cendic.it), vice presidente della Commissione DOR della SIAEe vice presidente dell’Unione Nazionale Autori – UNA. Tra gli altri, ha scritto il volume La maschera e il video. - Tutto il teatro di prosa in televisione, dal 1954 al 1998, edito da Rai Eri,e O Capitano, mio Capitano! Eduardo maestro di drammaturgia, edito da Bulzoni & Università «La Sapienza», collana Biblioteca Teatrale. Nel 2019 ha realizzato, per i tipi della Dino Audino Editrice, l’antologia di monologhi Parti Femminili e per la casa editrice Fahrenheit,con il professor Tedeschi della Sapienza di Roma, l’antologia di teatro messicano La parola e il grido.
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