Una staffetta - Dunque, se ne è andata un'altra delle ultime "staffette" dei tempi della Liberazione
Giancarla Codrignani Domenica, 26/02/2012 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Febbraio 2012
Dunque, se ne è andata un'altra delle ultime "staffette" dei tempi della Liberazione. Maria Eletta Martini, quando l'ho conosciuta, ignoravo che avesse partecipato alla Resistenza: era una che non si proponeva mai; autorevole sempre, mai autoreferenziale. Mi piacque il suo nome: un genitore aveva chiamato Eletta la sua bambina per un valore affettivo e di fatto era stato augurale per il voto che da Lucca l'avrebbe portata in Parlamento. Ero stata di recente nella sua città: mi avevano subito chiesto se la conoscevo, ma anche avevo ricevuto notizie che mi avevano davvero rattristata. Maria Eletta era una democristiana certamente legata ai valori cattolici senza mai ostentarli politicamente, in particolare nei momenti in cui la "diccì" strumentalizzava la religione: la sentivi sensibile alle questioni, ma si manteneva riservata, soprattutto quando o problemi riguardavano le donne e la famiglia e quel volontariato autentico che oggi rischia di diventare un ammortizzatore sociale. Non avrei mai creduto che mi conoscesse davvero bene, non fosse stato che un 8 marzo degli anni Ottanta il Presidente Pertini (che aveva invitato al Quirinale le parlamentari) aveva incominciato a rallegrarsi con noi per l'avanzata delle donne nella storia: "La prima è stata Golda Meir, poi l'Indira Gandhi, adesso avete la Thatcher... siete con il vento in poppa!". Io interruppi "Ma la Thatcher è un uomo". E Pertini: "Eh no, mia cara; io l'ho vista da vicino ed è una bella donnotta!". Pertini era fatto a suo modo e lo sapevamo anche noi, ma ricordo bene la pressione sul fianco di Maria Eletta che mi sussurrava "non replicare". Sarà che quando scompaiono gli amici si finisce per parlare di noi, ma mi piace ricordare di lei un momento sorridente.
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