Martedi, 15/10/2013 - "In ricordo di Lea, la mia giovane mamma, uccisa per il suo coraggio": è la frase scritta su un segnalibro che Denise ha voluto si scrivesse per farne dono a chi vorrà accompagnare Lea per il suo ultimo viaggio. I funerali si terranno a Milano sabato 19 ottobre, probabilmente in Piazza Beccaria alle 10.30, ma non confermati per motivi di sicurezza. Lea ci lascia tanti doni uno tra tutti la sua grande determinazione a reagire per amore di sua figlia alla ‘ndrangheta, al male assoluto che ha deciso della sua morte. «Denise, la figlia di Lea Garofalo, ha voluto che il funerale di sua madre si tenesse a Milano»: con queste parole Giuliano Pisapia, sindaco di Milano, ha confermato che i funerali civili di Lea Garofalo, la testimone di giustizia calabrese che venne uccisa il 24 novembre del 2009 a Milano e il cui corpo venne poi bruciato, si svolgeranno nel capoluogo lombardo . «Lo celebreremo in una piazza della città, per testimoniare la vicinanza dei milanesi e di tutti coloro che, da ogni parte d'Italia combattono le mafie e la criminalità organizzata". «Lea Garofalo non era nata a Milano – ha aggiunto ancora Pisapia – ma in questa città era arrivata piena di speranze, qui ha avuto il coraggio di ribellarsi alla 'ndrangheta diventando testimone di giustizia. Un coraggio che ha pagato con la vita». Don Ciotti insieme al sindaco, ieri in conferenza stampa, ha mostrato la bandiera gialla, con il volto di Lea e la scritta "Vedo, sento, parlo", che sarà distribuita in tremila esemplari durante i funerali. Quindi ha concluso ricordando come «tutti abbiamo un debito con chi è stato assassinato o è rimasto solo, l'importante allora è esserci sabato in piazza». Il coordinamento di Libera Lombardia, lancia, appunto, la campagna: IO VEDO, IO SENTO, IO PARLO! e tu da che parte STAI? chiedendo di appendere una bandiera o un lenzuolo con quella scritta e il viso di Lea da locali pubblici e palazzi. “Oggi, dopo il ritrovamento del corpo di Lea, i funerali pubblici rappresentano l'occasione per rendere omaggio a una coraggiosa e irriducibile donna, fragile e forte nello stesso tempo, una donna che è morta riscattando la dignità di tutti noi cittadini milanesi che abbiamo ignorato ciò che avveniva sotto i nostri occhi”. Per il delitto di Lea Garofalo sono stati condannati l’ex marito, Carlo Cosco, Vito Cosco, Massimo Sabatino e Rosario Curcio. La giornata di sabato sarà anche una giornata di momenti di riflessione organizzati con l’associazione Libera, in ricordo di Lea, con l’intitolazione alla donna del giardino di via Montello, l’organizzazione di una festa cittadina, performance teatrali che ne ripercorreranno la vicenda. «Milano è in prima fila nella lotta contro le mafie e lo testimoniano anche le motivazioni con cui il Comune è stato ammesso come parte civile nel processo contro gli assassini di Lea – ha concluso Pisapia – “Il Tribunale ha riconosciuto come il Comune abbia concretamente dimostrato di essere intervenuto con la propria attività amministrativa nel contrasto alle culture mafiose».
Lascia un Commento