Mercoledi, 14/04/2021 - C’è tanto bisogno di benessere e di equilibrio in questo periodo lungo e complesso della pandemia, e la cura della salute mentale è certamente un obiettivo da perseguire in tutti i modi possibili e si moltiplicano i webinar su questi temi, i corsi di yoga e mindfulness on line per cercare di mantenere un orientamento psico-fisico adeguato.
Anche il cinema, sia pur su piattaforme digitali, si occupa del benessere e della salute mentale e proprio in questi giorni prende il via l'undicesima edizione de ‘Lo Spiraglio FilmFestival della salute mentale’, che si svolgerà online, in visione gratuita sulla piattaforma MyMovies.it, dal 15 al 18 aprile 2021. FB
L’ iniziativa prevede un concorso di corti e lungometraggi, organizzato dalla ASL Roma 1 e da Roma Capitale al MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo con la media partnership di Italia Magazine. Grazie al direttore artistico Franco Montini e al direttore scientifico Federico Russo, verranno proposti corti e lungometraggi con uno sguardo panoramico, rispettoso, coraggioso e attento a un pubblico sempre più sensibile alle problematiche della salute mentale.
Il festival presenterà lavori realizzati sia dai centri di produzione integrata - che lavorano sul disagio psichico - che da registi professionisti ed è diviso in una sezione dedicata ai cortometraggi e una ai lungometraggi, con una significativa presenza di produzioni provenienti dall’estero, che trattano il tema della salute mentale, in modo esplicito o simbolico, con risultati validi e originali, spaziando nei diversi generi. Il ricco programma di proiezioni propone 8 lungometraggi e 18 corti in concorso, che spaziano dal documentario alla fiction, dal dramma alla commedia, dal surreale all’animazione.
Tra i lungometraggi presentati, storie di emigrazione, come ‘I borghesi di Calais - L’ultima frontiera’ dello spagnolo Jesús Armesto, sulle disumane condizioni vita nella cosiddetta giungla della città francese, dove più che i problemi pratici, a essere drammatica è la condizione psicologica per l’assenza di ogni speranza.
Storie di migranti che hanno raggiunto il nostro paese sono protagoniste in ‘Ci sarà una volta’ di Paolo Geremei, mentre il docufilm andato in onda su Rai 3, ‘Non far rumore’ di Alessandra Rossi e Mario Maellaro, rievoca la vita nascosta e clandestina, senza scuola e senza rapporti sociali, a cui sono stati costretti fino a pochi anni fa i figli dei lavoratori italiani stagionali in Svizzera.
Ancora 'Marasma' di Luigi Perelli, documentario drammatico sulle disumane condizioni della vita nei manicomi degli esseri più deboli e indifesi: donne e bambini sottoposti, prima dell'approvazione della Legge Basaglia, a punizioni e immotivati elettroshock.
A seguire, il viaggio spiazzante nella disabilità mentale raccontato nel doc 'Siamo tutti matti' di Domenico Iannacone e Luca Cambi. Una puntata speciale di Che ci faccio qui, in onda su RAI3, ambientata in un luogo straordinario: il Teatro Patologico di Roma, fondato da Dario D’Ambrosi.
Nel film 'Come stanno i ragazzi' di Alessandro Tosatto e Andrea Battistuzzi si racconta di come il suicidio sia diventata la seconda causa di morte tra gli adolescenti in Italia. Nonostante questo, i disturbi psichiatrici dei ragazzi sono un tabù di cui non si parla. Per oltre un anno i due registi hanno seguito ragazzi in cura presso una neuropsichiatria infantile per capire cosa si nasconda dietro questa emergenza crescente: un viaggio tra autolesionismo, anoressia, tentativi di suicidio e rapporto con la tecnologia.
Da segnalare l’opera della regista Anna Maria Selini da titolo 'Ritorno in apnea': ambientato in provincia di Bergamo, dove tra marzo e aprile del 2020 sono morte seimila persone a causa del Coronavirus. Una situazione in cui il tessuto sociale scompare e con lui scompaiono tutti i punti di riferimento abituali.
Dall'Olanda, il documentario 'Your mum and dad' diretto da Klaartje Quirijns narra la propria storia, aprendo dolorose finestre gli eventi presenti e quelli del passato, in un percorso verso scoperte emotive e traumatiche della propria esistenza.
Tra i cortometraggi in concorso, sempre sul tema delle migrazioni e dei traumi di cui sono vittime le persone costrette ad abbandonare il proprio Paese, famiglia e radici, il film 'Paper Boat' di Luca Esposito: un maestro elementare spiega ai propri, giovanissimi, alunni cosa significhi perdere tutto. L'attore e regista Alessandro Haber ne' Il gioco' racconta una conversazione all’apparenza normale, tra un uomo ed una bambina, fino a quando emerge qualcosa di scioccante.
In 'Pedone va a donna' di Pierpaolo de Mejo, un candidato maestro di scacchi guarda un pedone bianco sulla scacchiera, ricordando quando, anni prima, aveva tentato di saltare giù da un ponte. Con l'arrivo di un'eccentrica donna la partita ha inizio. Fin dalla prima mossa, è tempo per lui di ricordare il proprio passato, i suoi amori, le sue sconfitte, la sua paura di vincere. Il primo giorno di scuola non si scorda mai: lo racconta 'Il primo giorno di Matilde' diretto da Rosario Capozzolo. 'Joy' di Nour Gharbi è la vera storia di Joy, migrante forzato fuggito dal Togo e preso in cura per i suoi problemi psichici in un servizio pubblico romano.
In 'Uonted!' di Daniele Bonarini si racconta del fermento che si attiva in una cooperativa sociale per disabili quando ai ragazzi viene data la possibilità di scegliere autonomamente la meta della loro prossima gita. 'Model Childhood' di Tim Mercier è un eccentrico documentario autobiografico, in parte animato, che segue il viaggio redentore di un regista sull'orlo dell'oblio creativo e mentale ad un futuro più sano come sopravvissuto a un trauma sessuale infantile. 'Mio fratello ciclotimico' di Emilio Seri racconta la vita di due fratelli, attraverso il disturbo ciclotimico. La malattia vissuta da lati opposti, li farà ricongiungere.
In 'Das Kuckucksnest' di Thomas Perathoner, un’ispezione ministeriale causa nervosismo all’interno del reparto psichiatrico di un ospedale, in bilico tra salute e bilancio. In 'Deathmate' diretto da Luca di Paolo, due ragazzi, indecisi sulle sorti delle proprie vite, si incontrano tramite una particolare app, la cui funzione è di condividere la propria morte. Il regista Francesco Falaschi con 'Ho tutto il tempo che vuoi', racconta di un ragazzo che vive in un isolamento sociale volontario in casa, una condizione passiva affrontata con l’aiuto di un’educatrice. Sempre tra i cortometraggi, spazio anche a 'Daniela' di Roberto Merlino; 'Il banditore' di Parsifal Reparato, 'Io sono Matteo' di Loris Di Pasquale e 'Luce e me' di Isabella Salvetti.
Oltre ai concorsi, Lo Spiraglio 2021 dedica un evento speciale alla serie Rai Mental, una co-produzione Rai Fiction-Stand by me, visibile in esclusiva su Rai Play, otto episodi di 25 minuti ciascuno, scritti da Laura Grimaldi e Pietro Seghetti, per la regia di Michele Vannucci, con protagonisti un gruppo di adolescenti con problemi psichiatrici. Attraverso i loro casi, si indaga su una serie di problemi diffusi nel mondo giovanile e amplificati in questo periodo dal lockdown. Oltre ai protagonisti della serie a discutere di Mental, sabato 17 aprile alle 19, in diretta streaming, interverranno esperti del mondo della salute mentale e della cultura, fra cui la professoressa Paola De Rose, del reparto di Neuropsichiatria dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, che ha fornito la propria consulenza professionale per la realizzazione della serie.
Una Giuria composta da Ester De Bustamante, Laura Luchetti, Mauro Mancini, Andrea Narracci, Lidia Ravera, assegnerà il Premio “Fausto Antonucci” di 1.000 euro al miglior cortometraggio e il Premio “Jorge Garcia Badaracco – Fondazione Maria Elisa Mitre” di 1.000 euro al miglior lungometraggio. Novità di questa edizione, il Premio SAMIFO (https://youtu.be/tEsf4g83SK0), che sarà assegnato al film che meglio saprà ritrarre e raccontare aspetti legati all’emigrazione, alla transculturalità e alla diversità. Il festival, inoltre, consegnerà, durante la serata finale, il Premio LO SPIRAGLIO Fondazione Roma Solidale Onlus - che ogni anno viene assegnato ad un cineasta che si sia particolarmente distinto nell’impegno sui temi della salute mentale - a Claudio Santamaria. L'attore romano sarà al festival per ritirare il riconoscimento e ripercorrerà le tappe fondamentali della propria carriera. Nel corso della sua attività, Santamaria ha spesso interpretato personaggi segnati da disagi e problematiche psichiche: uomini, di volta in volta, depressi, superattivi, inquieti, segnati da assurde gelosie. Come Paolo, uno dei protagonisti del dittico di Gabriele Muccino L’ultimo bacio e Baciami ancora, e sempre per Muccino, il Sopravissù de Gli anni più belli. O ancora Penthotal di Paz!; Luca Castelli de Il caso dell’infedele Klara, fino a Enzo Ceccotti di Lo chiamavano Jeeg Robot e Willy de Tutto il mio folle amore. Nelle edizioni passate il Premio LO SPIRAGLIO è stato assegnato a Saverio Costanzo, Fabrizio Bentivoglio, Anna Foglietta, Paolo Virzì, Sergio Rubini, Sergio Castellitto, Carlo Verdone, Alba Rohrwacher, Marco Bellocchio e Giulio Manfredonia.
Lascia un Commento