Al via la 13^ conferenza internazionale contro la violenza di genere, organizzata da Wave (Women Against Violence Europe), Associazione Nazionale D.i.Re (Donne in Rete contro la violenza), Differenza Donna (Associazione di donne contro la violenza alle donne).
50 esperte internazionali, provenienti anche dai Paesi arabi del Mediterraneo, e più di 450 partecipanti da 46 Paesi. Questi i numeri della conferenza che vede l’Italia e Roma protagoniste nelle giornate dell’11, 12 e 13 ottobre 2011, per sollecitare i governi e l’opinione pubblica sulle tematiche della violenza contro le donne e i/le loro figli/e.
Si tratta di una risposta politica a ciò che sta avvenendo in Italia, oltre che indiscriminatamente in tutti i paesi del mondo, senza alcuna distinzione: la violenza contro le donne è un’emergenza ovunque, con costi sociali altissimi. I governi devono assumersi la responsabilità di dare risposte con sostegni economici, piani strategici che implichino un lavoro culturale, prevenzione, coordinamento delle realtà associative che da anni si occupano di questi temi.
Rosa Logar, coordinatrice della rete europea Wave (Austria), si è rivolta a tutte le colleghe e sorelle italiane sottolineando quanto sia importante il lavoro fatto insieme, ad esempio con il progetto Daphne e con la casa delle donne di Bologna “Nei casi di violenza, dobbiamo e vogliamo essere veloci; - dice Logar - per questo è importante l’apprendimento reciproco, così come la condivisione di metodologie efficaci. Noi lavoriamo in 45 paesi e contiamo 95 punti focali di reti di esperte in tutta Europa, essendo in contatto con 4000 realtà che aiutano donne e i loro figli vittime di violenza. Ogni giorno ci sono delle madri con i loro figli che stanno scappando, a volte senza scarpe, da un uomo violento e sono alla ricerca di un luogo sicuro dove andare. In base a una nostra ricerca, gli standard minimi vorrebbero 1 posto letto ogni 10.000 abitanti. Solo 6 dei 44 paesi presi in esame soddisfano questo requisito: Lussemburgo, Malta, Slovenia, Norvegia, Olanda e Spagna. Avremmo bisogno di altri 54.000 posti letto per accogliere le vittime di violenza”. Denuncia Logar: “In Italia sappiamo esserci ottimi esperti ed esperte di prevenzione della violenza domestica, ma non ci sono fondi per ampliare e creare nuovi centri. L’Italia avrebbe bisogno di 5700 posti letto. Ne abbiamo solo 500. Ne mancano 5200. Lo diremo alla ministra domani per capire perché questa mancanza. Il Consiglio d’Europa ha adottato una nuova convenzione per prevenire e lottare contro la violenza: 16 paesi su 47 hanno già firmato, speriamo che l’Italia sia il prossimo".
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