Donatella Orioli Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Agosto 2006
Nella vita di una piccola e media impresa, soprattutto se a conduzione familiare,il Passaggio Generazionale costituisce un momento cruciale ed ineliminabile, del quale si sta dibattendo da diversi anni.
Se consideriamo che l’età media degli imprenditori italiani è di 55 anni, ci rendiamo conto della necessità di affrontare concretamente questo problema.
Il 30% delle imprese sopravvive alla seconda generazione e di queste un ulteriore 50% chiude i battenti entro la terza generazione. Ciò significa che solo in 15 casi su 100 i nipoti riescono a gestire economicamente l’azienda fondata dai nonni.
Il Passaggio Generazionale è una fase molto delicata che in Italia arriva a determinare il fallimento del 30 per cento delle imprese che intraprendono questo percorso evolutivo, provocando nel contempo la perdita di moltissimi posti di lavoro, nonché la dispersione del patrimonio di conoscenze, di capacità manuali, di tradizioni, di legami con il territorio rappresentati dalle nostre aziende.
Le piccolissime imprese, che sono la maggioranza, sono centrate sulla figura dell’imprenditore e quindi sono a rischio di continuità.
Molto spesso il problema della continuità o successione aziendale non è prioritario per gli stessi imprenditori e quindi non adottano un processo di pianificazione strategica, ma sottovalutare questo, significa minacciare la sopravvivenza dell’impresa stessa. Manca la cultura della continuità d’impresa e i relativi aspetti comportamentali-relazionali necessari per affrontare una tematica così complessa.
Il passaggio generazionale crea maggiori difficoltà quando l’ambito è famigliare, perché lo si considera automatico ma non lo può essere.
Troppo spesso non ci si preoccupa di capire quali sono le competenze dell’aspirante imprenditore e non si valutano le aspettative dell’imprenditore cedente.
I rapporti tra i vari componenti della famiglia, i loro interessi personali e le loro attitudini individuali, nonché l’importanza di mantenere un clima di unione familiare ed equità nei poteri distribuiti, sono i principali generatori di problemi all’interno dell’azienda e nel momento del passaggio generazionale diventano elementi di criticità massima.
In ambito famigliare, in particolare, chi è intenzionato a subentrare, lo deve fare in punta di piedi e con tanto rispetto, perché non si possono sottovalutare i sacrifici e il lavoro svolto dai nostri padri e dai nostri nonni. Prima di tutto è necessario capire il contesto economico-imprenditoriale, accreditandosi gradatamente e con molta umiltà.
E’ fondamentale non mettere da parte l’imprenditore fondatore, perché al di là delle criticità eventualmente riscontrate, risulta vantaggioso avvalersi della loro esperienza e del trasferimento delle loro competenze.
Tenuto conto di ciò, l’aspirante imprenditore deve poi innovare e gestire in base al proprio sapere e alla propria lungimiranza.
Esiste la necessità di rilevare sistematicamente i fenomeni legati alla continuità d’impresa per sensibilizzare gli attori interessati, gli imprenditori e le Istituzioni.
Serve inoltre definire e identificare i modelli da diffondere e da esportare, accompagnati da una adeguata e continua formazione.
Il ricambio generazionale e quindi la capacità di individuare le strategie più idonee, serve per assicurare la funzionalità duratura dell’impresa, ma anche e soprattutto a far diventare questo cambiamento un’importante occasione di crescita e di sviluppo dell’azienda.
Purtroppo al riguardo non disponiamo di statistiche di genere, ma sarebbe interessante verificarne nel dettaglio la differenza, anche se da rilevazioni parziali, risulta che l’imprenditrice è più attenta alla necessità del passaggio generazionale ed è maggiormente disponibile ad accompagnare il subentrante/la subentrante nel percorso di inserimento e di gestione diretta.
Fare impresa è davvero un’impresa, è una grande palestra di vita dove ogni giorno devi coniugare le esigenze di tutti.
E’ una sfida difficile ma non impossibile, vale la pena provare.
(8/8/2006)
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