La storica manifestazione torna nella Capitale (11-13 aprile 2025 - Cinema Nuovo Sacher) dedicata a Marina Genovese. Intervista a Elena Rossi, co-direttrice del Festival con Cristina Zanetti
Poiché il Festival è ormai un punto di riferimento per il panorama cinematografico indipendente e dato che quest’anno si svolge la XX edizione, per cominciare ti chiedo se puoi ricordare alle nostre lettrici come è nato il Festival, quali sono i suoi intenti ed obiettivi e come si è evoluto fino ad oggi?
Sì, cercherò di rispondere senza dilungarmi troppo: intanto ci tengo molto che il titolo del Festival venga citato per esteso: “IMMAGINARIA - International Film Festival of Lesbians and OtherRebellious Women”. Sono importanti per noi tutte le donne che si sentono ribelli. Per dire due parole sulla storia, vorrei ricordare che IMMAGINARIA è stato il primo Festival italiano di cinema lesbico e femminista. È stato fondato a Bologna nel 1993 da Marina Genovese a cui, come avrai visto, è dedicata l'edizione di quest'anno - perché lei è proprio la nostra fondatrice - che purtroppo è scomparsa molto prematuramente nel 2008 e da Cristina Zanetti, che è attualmente l'altra direttrice del Festival insieme a me. E poi subito dopo, credo fosse il 1994, ci siamo aggiunte Debora Guma, pilastro storico del Festival fino a qualche anno fa, io e poi tantissime altre donne, alcune hanno collaborato e poi sono andate via, altre sono rimaste….insomma tante, tante donne.
Qual è secondo te la particolarità, la specificità della proposta di IMMAGINARIA e dove si svolge il Festival?
La sua particolarità è che presenta film a tematica femminista e lesbica diretti unicamente da registe. È molto importante e ci teniamo moltissimo perché vuol dire molto sul female gaze, sulla differenza tra sguardo maschile e sguardo femminile. Dal 1993 abbiamo fatto 12 edizioni a Bologna, dal 1993 al 2005, edizioni davvero magiche perché a quel tempo ti puoi immaginare non c'era niente ed è stato, io credo, anche grazie a IMMAGINARIA che è nata la comunità lesbica italiana perché la manifestazione è diventata un appuntamento fisso, dove venivano donne da tutta Italia e si incontravano per quattro giorni a Bologna, veramente un evento importante. Poi ci siamo dovute interrompere per varie difficoltà, difficoltà economiche e soprattutto, come ti dicevo, difficoltà emotive, legate al fatto che Marina sia scomparsa. Quindi ci siamo prese un periodo di pausa, senza in realtà fermarci davvero perché comunque abbiamo sempre avuto il cinema nel cuore e quindi appena ci invitavano da qualche parte a fare una piccola rassegna, a portare dei corti, andavamo: per esempio ci sono state le cinque giornate lesbiche alla Casa Internazionale delle Donne a Roma nel 2010 e lì noi abbiamo curato la sezione cinematografica, abbiamo fatto selezioni per il Fuorisalone a Milano, abbiamo cominciato a lavorare con il Festival Mix di Milano alla programmazione lesbica e femminista. E poi, finalmente, dal 2018 siamo a Roma: un anno alla Casa del Cinema a Villa Borghese, poi ci siamo spostate al Pigneto e questo è il primo anno che saremo al Nuovo Sacher, con la ventesima edizione che per noi è un traguardo importantissimo. Siamo davvero contente di aver avuto lo spazio del Nuovo Sacher, non ci potevamo quasi credere. Insomma vedremo come va.
Chi lavora nel vostro Festival si dedica esclusivamente a questo o avete anche altre attività? Voi abitate anche in città diverse…
Si, questa è un'altra cosa che ti volevo dire, cioè che il nostro team è composto soltanto da donne che fanno un sacco di lavoro nel Festival a titolo assolutamente gratuito e di volontariato. Siamo tutte professioniste però facciamo altro, quindi questo è un po' il nostro secondo lavoro che poi, in certi periodi dell'anno, diventa anche, in qualche modo, il primo perché è molto coinvolgente. Portare avanti un Festival è impegnativo, e sì noi abitiamo in città diverse: c’è chi abita a Bologna, io abito a Pisa, alcune vivono a Roma. E come sa chi si occupa di Festival per organizzare tre giorni servono dieci mesi di lavoro.
Non fate un bando per le opere, vero? Voi scegliete alcuni temi e/o alcuni film che vi sembrano più rappresentativi?
Allora, bella domanda, grazie, perché i criteri di selezione sono molto importanti. No, noi non facciamo un bando perché qualche regista ormai ci conosce, ma non è che tutte le registe ci conoscono. Siamo noi che dobbiamo andare a caccia dei titoli. E anche qua la storia è molto cambiata, perché quando abbiamo cominciato nel 1993 non sapevamo dove rigirarci per trovare dei film, soprattutto a tematica lesbica. Un criterio fondamentale per noi è che deve essere un film in cui l'immagine della donna, della lesbica, del rapporto, venga presentato in maniera positiva e adeguata. Non che per forza debba finire tutto ‘bene’, per un po' - come dice Federica Fabbiani - c’è stata la tirannia dell’happy ending e ci ha fatto bene questo happy ending. Tanto per dire "Desert Hearts", dopo ne parliamo, è stato l’apripista dei film che finiscono bene. Quindi questo è un criterio di selezione fondamentale. Poi, mentre all'inizio non c'erano né case di distribuzione né registe, adesso, come sai, la situazione è molto cambiata. Per cui anche film a tematica LGBT, non dico soltanto lesbica, se sono validi, finiscono nei grandi Festival, a Venezia, a Berlino, nei Festival più importanti, per fortuna. È un vantaggio perché noi li prendiamo direttamente da lì. Un'altra manifestazione, un Festival che per noi è molto caro, è il Festival del cinema lesbico (Festival international du film lesbien et féministe) di Parigi che si chiama “Cineffable - Quand les lesbiennes se font du cinéma”, creato nel 1989, che è il più grande evento lesbico di Francia. Anche loro sono tutte donne ed il Festival è basato sul volontariato di donne effettivamente appassionate di cinema. Molti titoli li prendiamo da lì. E per quanto riguarda i documentari, sono di ampio raggio, per esempio quest'anno ce n'è uno sulle donne in carcere, ce n'è uno su Dorothy Arzner, la famosa regista degli inizi del Novecento, che è stata completamente oscurata e dimenticata, come tutte le altre pioniere del cinema. Quindi abbiamo anche queste tematiche di recupero della memoria e della storia. Ecco, questo è un altro tema che per noi è molto importante.
Certo. Senti, parlami un po' di più di questo “Forever Rebel”, il claim del Festival 2025, perché lo avete scelto e, sulla base di quello che stavi dicendo prima sul titolo, come volete includere tutte le donne ribelli possibili…?
Certo, sì, ‘Forever Rebel’ l'abbiamo scelto come claim, perché ci sembra che in questi tempi bui sia necessario un invito alla ribellione. È un messaggio che vogliamo lanciare, intanto, perché incarna il nostro spirito, lo spirito del nostro Festival. E poi anche i film che proiettiamo danno molto l'idea di una ribellione: ribellione contro le regole, contro l'eterosessualità obbligatoria, contro le categorie che vogliono noi donne costrette in certi limiti, in certe scatole, in certi parametri da cui invece dobbiamo uscire. Ecco, queste sono un po' le storie che vengono raccontate in questi film che proiettiamo quest'anno, per cui l’idea della ribellione ci stava proprio tutta.
Adesso parliamo un po' dei film, i film più importanti che portate, quelli che tu ritieni di punta, e in generale anche gli altri, e delle ospiti che verranno a Roma.
Allora, guarda, noi abbiamo cinque lungometraggi, cinque documentari e sedici corti. Ventisei titoli in tutto. Tra le fiction non posso non parlare di “Desert Hearts” perché è il film di apertura. Noi l'abbiamo scelto perché questo è un film del 1985 e, siccome sono quarant'anni che è uscito, è il suo quarantesimo anniversario, abbiamo contattato Donna Deitch e le abbiamo detto: “Senti, bisogna che festeggiamo insieme il quarantesimo anniversario”, lei è stata contenta e ha detto che siamo state le prime che l'hanno invitata per festeggiare l'anniversario. Sicuramente avrà tante altre ricorrenze in America, però il nostro è stato il primo invito che ha ricevuto. E quindi viene anche lei, Donna Deitch è la prima regista che davvero ha cambiato la rappresentazione delle storie d'amore lesbiche nel cinema:
Quanti anni ha lei adesso?
Eh, te lo dico, 79. Sta benissimo, non so se hai visto le sue foto che abbiamo pubblicato, ora non so di quando sono le foto, insomma ha continuato sempre a lavorare viene ed è felice come una pazza. Dunque “Desert Hearts” è il film d'inaugurazione, con Donna Deitch, venerdì 11 aprile alle ore 20.00. E poi domenica 13 alle ore 12.00 c’è una tavola rotonda, con la regista che parla del suo film e varie esperte del settore che interagiscono con lei, che le fanno delle domande sul tema: la tavola rotonda si intitola in maniera ironica “Radici e rivoluzioni del cinema lesbico, un viaggio nel deserto fino a “Desert Hearts”. Un film che ha cambiato la rappresentazione”. Per dire prima non c'era niente e poi, ecco, è arrivato Desert Hearts.
È aperto a tutti l’incontro?
Assolutamente sì, è tutto aperto a tutti. Basta guardare nel programma, alla dicitura ‘tavola rotonda’. L’evento è previsto domenica 30 aprile alle ore 10.00. Tra le relatrici: Domizia de Rosa, presidente di WIFTM, Federica Fabbiani, studiosa di Cinema e Media, con un focus sulle rappresentazioni di genere e sessualità, Iris Brey, regista e critica cinematografica, Francesca Comunello, che insegna al corso di ‘Gender and Media Studies’ presso Sociologia all’Università ‘La Sapienza’.
Raccontaci degli altri film…
Si ti volevo parlare di questa serie televisiva di nome SPLIT della regista francese Iris Brey, che presenteremo al Festival. Noi di solito non presentiamo le serie, però abbiamo fatto un'eccezione per SPLIT.
È una serie televisiva in cinque episodi, Iris Bray è anche autrice di un libro sullo sguardo femminile nel cinema, chiaramente nella serie si vede la differenza, si vede che c’è un female gaze. Lei ti fa capire come le scene viste da una donna sono tutta un'altra cosa. Iris viene a parlare della sua serie e partecipa al dibattito, alla tavola rotonda di cui parlavamo prima.
Poi c'è un'altra ospite che verrà al Festival, una regista greca, Tzeli Hadjidimitriou, che è l'autrice e regista di un documentario che si chiama “Lesvia”, sull'isola di Lesbos, luogo che è diventato dagli anni Settanta in poi un punto di riferimento dove tutta la comunità è andata, ha colonizzato l’isola, avendo anche conflitti e scontri con i locali. La regista racconta questa storia in un modo molto poetico, mettendoci ogni tanto qualche frammento di Saffo, ovviamente. Quindi le nostre tre ospiti sono un'americana, una francese e una greca. Un bel gruppetto. Posso scrivere una barzelletta? A parte gli scherzi, sarà molto interessante sicuramente.
Il Festival propone anche una mostra dei vostri manifesti di questi vent’anni, vero? Dove sarà collocata?
Eh sì, c'è la mostra, certo, perché se “Desert Hearts” celebra il suo quarantesimo, IMMAGINARIA celebra il ventesimo anniversario. E quindi abbiamo pensato di organizzare una mostra con le locandine delle precedenti edizioni del Festival, che sarà un po' come fare una sorta di viaggio anche un po' nostalgico, saranno esposte nel foyer del Nuovo Sacher.
Che altro mi vuoi dire che non abbiamo detto? Le tematiche principali, un po' me le hai dette attraverso i film, non so se le vuoi specificare…il sistema eteropatriarcale, il percorso di crescita delle protagoniste, i rapporti familiari.
Eh sì, queste sono le tematiche principali, anche per quanto riguarda i film…Sono tematiche trasversali a tutte le opere in programma. Ad esempio il tema della ribellione: ci sono anche alcuni titoli, ambientati in contesti di forte repressione, come istituti per delinquenti, comunità di mormoni, e così via. Chiaramente lì devi lottare contro l'ingiustizia del sistema, devi sfuggire agli abusi, e l'unica soluzione è la ribellione.
Invece dicci anche le cose pratiche: per entrare al Festival si deve fare la tessera dell’Associazione Visibilia, giusto?
Sì, l’Associazione Culturale Visibilia APS. Si possono fare tessere differenziate, con ciascuna diventi socia per l’anno 2025 del Festival ma ci sono poi tre tessere diverse per entrare alle proiezioni. La Golden ti dà il diritto di assistere a tutte le proiezioni di tutti e tre i giorni. La Silver ti dà il diritto di assistere a due giornate, quindi o venerdì e sabato, o sabato e domenica. E poi c'è la Basic che ti dà il diritto di assistere a una giornata. Chiediamo di associarsi a chi verrà al Festival perché IMMAGINARIA è una manifestazione che si regge sul volontariato. E quindi è molto importante contribuire a farla vivere….
Grazie!
Lascia un Commento