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Il volto violento della Turchia

Il volto violento della Turchia

Pacifismo/ Arrestata la giornalista Muyesser Gunes - La giornalista kurda marciava con manifestanti pacifisti a Derik, dove erano in corso operazioni militari

Redazione Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Aprile 2005

MARDIN (DIHA) – È stata arrestata in Turchia Muyesser Gunes, la rappresentante dell’associazione “Madri per la Pace in Turchia”, della quale dirige la rivista mensile. Il movimento è composto in grande maggioranza da donne kurde, ma anche alcune pacifiste turche collaborano stabilmente con loro, il loro scopo è quello di mediare, spingendo al dialogo tutti i gruppi politici.
La giornalista kurda, 51 anni, residente nel quartiere curdo Gazi di Istanbul, madre di due figli uccisi in guerra, venne in Italia nel 2003 per un lungo giro d'iniziative e incontri per la pace e per far conoscere l'esperienza delle donne kurde. Molti ricordano ancora il suo intervento a Genova, all'assemblea delle donne contro il G8.
Lo scorso 2 aprile, insieme a lei, un gruppo di 70 pacifisti, nel ruolo di “scudi umani”, si erano recati per un’azione di interposizione al villaggio di Çay, presso Derik, provincia di Mardin, dove erano in corso operazioni militari. In quella regione, le operazioni militari si sono intensificate a seguito della morte di due guerriglieri delle Hpg (Forze di difesa popolare).
Il gruppo è stato fermato e portato presso il commando della Gendarmeria di Derik. Il Procuratore della Repubblica di Derik ha accusato i pacifisti di aver “contravvenuto alla Legge 2911 sulle riunioni e le manifestazioni” e di “aver provocato irritazione nella società”. Mentre 21 dei 70 dopo aver rilasciato la propria testimonianza all’ufficio della Procura sono stati rilasciati, gli altri 29 sono stati rinviati al Tribunale competente con richiesta di arresto. Le 29 persone dopo l’esame del fascicolo accusatorio hanno dichiarato di essere state vittime di maltrattamenti. Mentre Leyla Ekmen e Cahit Acar sono stati rilasciati gli altri 27 sono stati trasferiti al Carcere chiuso di Derik.
Fra gli arrestati ci sono Mahmut Akýl, Recep Gökhansofuoðlu, Maruf Erdem, Ekrem Demirhan, Birgün Yýlmaz, Batif Savacý, Uður Karadaþ, Ýdris Aydýnlý, Tülin Avcý, Hasan Kaygusuz, Nazým Soylu, Ercan Dik, Cemalettin Gördeyiz, Erdem Sarýyer, Gülistan Demir, Ýhsan Bilgi, Edip Yalçýn, Deniz Kürtoðlu, M.Þirin Baytar, Perihan Kaya, Ýshak Özçaktu, Hüsnü Çýnar, Cevdet Çoban, Eyüp Aydýn, Medeni Akgül e Faruk Yýldýz.
La segreteria dell’ufficio di Mardin dell’Associazione per i diritti umani (Ihd) ha dichiarato che sarà presentata un’istanza di scarcerazione per i 27 Scudi Umani.
“Vogliamo costruire un futuro di pace e libertà per le future generazioni” è il messaggio dell’associazione di Muyesser Gunes, in cui si precisano le richieste: apertura di un dialogo di pace, amnistia generale per i prigionieri politici, abolizione della pena di morte, delle leggi di emergenza, scioglimento delle formazioni paramilitari dei “guardiani di villaggio”, diritto al ritorno dei profughi e alla ricostruzione, istruzione nella lingua madre e un nuovo patto costituzionale di cittadinanza che garantisca pluralismo culturale e piena libertà di espressione e di pensiero.

(8 aprile 2005)

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