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Il volontariato è donna, la politica no

Il volontariato è donna, la politica no

Idee - Sempre più donne, giovani e pensionate, si dedicano ad opere di volontariato

Iori Catia Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Dicembre 2007

Colpisce il sempre più ampio numero di donne, giovani e pensionate che si dedicano senza problemi ad opere di volontariato, impegnandosi con entusiasmo, passione, scambiandosi reti di relazione e mettendo a disposizione tutte le potenzialità di cui sono capaci. E’ come se quando la donna percepisse la fragilità o il bisogno di una altro essere umano fosse portata ad assumersene, almeno in parte, una responsabilità personale. Non altrettanto accade per la politica. E cerchiamo di capirne il perché. Si tratta di un atteggiamento assolutamente irrazionale non foss’altro perchè il futuro dei nostri figli è strettamente connesso con le scelte più o meno felici che i governi sono chiamati a mettere in campo. Eppure la logica appartiene ad un altro registro emotivo ed esperienziale. Una delle ragioni può trovarsi nell’estremo pragmatismo del genio femminile abituato a dare risposte immediate ai problemi senza passare tra le scorciatoie di mediazioni inutili quanto cavillose. Alle donne interesserebbe il lavoro di “cura” propriamente inteso che ben descrive il mix di responsabilità e di amore che le donne mettono a piene mani e senza vantaggi mondani nel volontariato e che difficilmente riuscirebbero a trovare in politica.

Sempre più ridotta a mera tattica-conquista e mantenimento del potere, alleanze, geografia di interessi incrociati e lotte di clan, attività che sono nel dna maschile e certamente non nel nostro tanto che se il ruolo incarna una relazione prettamente gerarchica in cui rispecchiare la propria identità di uomo noi donne siamo più dedite a una logica di servizio in cui a circolare sono gli enzimi dell’affettività empatica che attraversano i titoli e affrontano i problemi. Eppure in questo nuovo Partito democratico credo che la politica debba proprio riformare le propri sedi partecipative, Veltroni permettendo con un rinnovato protagonismo femminile che faccia della politica un servizio e della responsabilità un attestato di riconoscimento: solo così può iniziare la lunga rivoluzione di un nuovo soggetto politico. Anche qui si può trasformare un arido potere in azione di prossimità e di solidarietà passando per una comunicazione diretta tra persone che vadano al cuore dei temi e non ad astratte formule strategiche tanto vuote di contenuto quanto prive di sostanziale interesse per l’uomo.



(27 dicembre 2007)

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