Il violino di Sayaka Shoji incanta Torino - di Mirella Caveggia
All'auditorium della Rai la violinista giapponese con una straordinaria interpretazione come solista nel Concerto n. 1 di Niccolò Paganini eseguito dalla nostra Orchestra nazionale
Mercoledi, 13/01/2010 - Sayaka Shoji, una violinista giapponese dal volto delicatissimo, dalla grazia tenue e lo sguardo dolce e fiducioso, all’Auditorium della Rai di Torino, direttore Roberto Abbado, ha incantato il pubblico per la straordinaria interpretazione come solista nel Concerto n. 1 di Niccolò Paganini eseguito dalla nostra Orchestra nazionale. Molti grandi violinisti sono stati applauditi nel capoluogo piemontese, sede di un eccellente sistema musicale (MiTo Settembre Musica ne è il vertice), ma raramente si sentito un approccio così innovativo e ammaliante nei confronti di questo famosissimo concerto. Del violinista e compositore genovese avvolto dal mito, temperamento dionisiaco e suo malgrado associato al demoniaco romantico, Sayaka Shoji con la sua prodigiosa capacità tecnica ha assecondato quello che è stato definito il “virtuosismo trascendentale”, ma ne ha tratto un’espressività e una passione inattese. A noi, semplici amanti dell’arte dei suoni, la sua interpretazione è apparsa singolare per l’originalità stilistica, la tecnica prodigiosa, il vigore unito ad una levigata delicatezza che a uno strumento maschile come il violino ha dato un tocco timbrico teneramente femminile.
Sayaka Shoji aveva solo quattordici anni quando si è esibita al festival di Lucerna e diciassette anni quando ha inciso insieme a Zubin Metha per la Deutsche Grammophon. E’ stata l’artista più giovane a vincere il Premio Paganini nel 1999, e oggi passa da un trionfo all’altro affiancata ai più grandi direttori e alle migliori orchestre del mondo.
“Senza l’Italia non sarei una violinista” ha dichiarato l’artista che ha trascorso l’infanzia nella campagna senese. Questo luogo, che le ha fatto respirare arte e bellezza, le ha forse suggerito quella semplicità che si traduce in una emozione così chiara quando si immerge in un concerto di Paganini pieno di impeto e di sottigliezze inquietanti.
Lasciando commenti approfonditi ai musicologi, raccomandiamo un incontro con questa musicista. Ricordiamone ancora il nome: Sayaka Shoji. E’ da non perdere.
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