Anna Zoli - Condivisione di tramonti, oceani, foreste e deserti dell’Australia. E’ amore di madre
Benassi Luca Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Gennaio 2009
Ormai non si viaggia più, ci si sposta. Macchina, aereo, treno sono una continua ricerca della velocità, del comprimere il più possibile il tempo necessario a percorre un determinato spazio. Il viaggio, quello vero, implica lentezza e passione a un tempo; chiede di assaporare luoghi, sapori, odori, colori; vuole il contatto con la gente, con la natura che muta lentamente aspetto, con linguaggi e culture differenti; chiede il rapporto vivo con il diverso. L’essenza del viaggio risiede nel mettersi in discussione attraverso il confronto, nella capacità di cambiare; e poco importa se si raggiunge un remoto angolo dell’emisfero o se ci si allontana di pochi chilometri dalla propria casa: ciò che conta è la capacità dell’homo viator di attraversare il tempo per penetrare nell’abisso dell’anima. Quanto il tema del viaggio sia intrecciato con la letteratura, fin da Omero, è cosa nota. Anna Zoli con il suo “Spaesamenti”, Giraldi editore 2008, dal quale sono tratti i testi qui pubblicati, ci racconta del viaggio della vita alla scoperta di una terra remota e di un luogo dello spirito nel quale trovare se stessa e il suo essere donna e madre. Il libro è diviso in due sezioni: il poemetto “Ballata dall’Australia – Diario in versi”, corredato da una galleria fotografica di immagini scattate in Australia, e “Tempo sfalsato”. Il centro tematico intorno al quale si agglutinano i testi è il viaggio compiuto in Australia, dove l’unica figlia dell’autrice ha deciso di vivere stabilmente dopo una vacanza trascorsa insieme ad alcune amiche. Al viaggio della figlia, che costruisce la propria casa nella natura incontaminata di un luogo all’altro capo del mondo, si intreccia il viaggio della madre alla ricerca del cuore della sua ragazza, le ragione intime, i sapori dei luoghi, costruendo una casa di poesia capace di dare ragione ad ogni dubbio, ad ogni passione, ogni diversità e somiglianza. Così il viaggio della figlia diventa viaggio della madre, specchio della scoperta attraverso la condivisione dei luoghi, dei tramonti, degli oceani, delle foreste e dei deserti dell’Australia. Il viaggio è prima di tutto viaggio nell’amore, nella comprensione, nell’accettazione della lontananza; i luoghi, i paesaggi sono così spaesati, i tempi sfasati, cortocircuitati dal senso dell’appartenenza del sangue che romba nei cuori di madre e figlia, un vincolo tenace capace di battere l’alto palpito della poesia.
Anna Zoli è capace di percorrere con uguale abilità i versi narrativi del diario come gli affondi lirici di una poesia cesellata e netta, lavorata con perizia. Ne risultano testi di una bellezza semplice e chiara, che si fanno leggere con attenzione e desiderio fino alla fine; sono versi che hanno appreso la lezione di Emily Dickinson: la capacità di farsi universali nel dettaglio della vita quotidiana, nella semplicità del gesto, nella purezza del dettato, la consapevolezza che il grande viaggio della vita si può compiere solo attraverso un’anima candida che vuole interrogarsi, indipendentemente dallo spazio che si vuole percorrere, dentro il tempo, dentro i luoghi, dentro le cose.
Anna Zoli vive sui colli sopra Bologna in un’antica casa di gesso. Si occupa di letteratura delle donne facendo ricerca prevalentemente sulla scrittura poetica e promuovendola, insieme al “Gruppo ’98 Poesia”, con incontri e letture. Si è occupata di spettacoli teatrali multimediali fra cui “Cangianti umori” e “Un filo di Blues” nell’ambito delle iniziative per Bologna 2000. Ha pubblicato cinque raccolte di poesia, un racconto lungo “Diario di una statale inquieta” (Premio Riccione 1991), alcuni racconti e saggi critici.
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(da Ballata dall’Australia – Diario in versi)
Lo zaino in spalla
turista come tanti
gente della sua età
fuggita dalle città affollate
dalle scelte obbligate
di lavoro o carriera
tutti tornati a casa
nello zaino una sacca di rimpianti
sempre più decentrati
Ma per lei non è andata così
Un giorno una chiamata
- mammotta mia ti amo -
la sua voce al telefono è vicina
ma una nota decisa nella voce
mi colpisce allo stomaco
mi lascia senza fiato
- prendi una sedia e ascolta:
ho trovato il paese sognato da bambina
mammotta mia ti amo
ma io rimango qua -
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Non mi aspetto condoni
per questa lontananza
fatta di aggiustamenti
si rovescia con l’ora
con la stagione nuova
con il sonno e la veglia
è un luogo vero
per un respiro lento
e l’aria si dilata
nel sorriso e nel pianto
il cuore – motore di ricerca
- perno del movimento
e la vita va avanti
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Dall’alto le città
sono costellazioni
vere come immagini reali
le strade come arterie
di un corpo brulicante
un lavorio di cellule
che muoiono rinascono
s’intrecciano si sciolgono
Ma tutto sembra immobile
sull’unghia del mio mignolo
questo è l’unico fatto
che posso tener stretto
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Dizionario alla mano lavoro di cesello
fra argilla rossa sollevata dal vento
mi faccio ponte e arco a unire continenti
trasporto oltre il confine suono e senso
Ma il senso originario
cambia colore sotto un altro sole –
la stessa terra rossa ha riverberi nuovi
sotto un altro cielo
Come posso portare mangrovie e jacaranda
nella terra di Puglia fra olivi e fichi d’india
e un asino che raglia dietro
un muretto a secco di una lamia?
La differenza è tutta nelle cose
impregna l’aria si mescola al respiro
e non dà tregua -
il prendere o il lasciare sulla pagina bianca
è un gesto indifferente se non apre le braccia
a ospitare l’altrove – già carico di senso
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