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Il viaggio della parola

Il viaggio della parola

Paola Pinna - Il senso di un luogo è da cercare nel viaggio che compiamo per raggiungerlo

Benassi Luca Sabato, 27/12/2014 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Gennaio 2015

Il viaggio è uno dei gradi temi della letteratura di ogni epoca e cultura. Si potrebbe affermare come, al di là della scrittura odeporica in senso stretto, l’archetipo del “mettersi in viaggio” è presente in ogni opera letteraria, a partire dal periglioso ritorno a Itaca dell’astuto Ulisse fino al cammino nell’oltretomba di Dante Alighieri. Prendere il largo, mettersi in cammino, scendere agl’inferi, affrontare l’abisso di se stessi, trovare le origini, raggiungere l’estremo, cercare l’amore sono temi che spingono alla scrittura e all’arte, mettono l’essere umano in ricerca e lo conducono - e ci conducono - verso l’altrove.



Paola Pinna affronta il tema del viaggio in “Andàre e torrare” (edizione privata 2013), una plaquette smilza quanto ricchissima di bellezza e suggestione. Si tratta di un libro d’arte, impreziosito da riproduzioni di illustrazioni e acquarelli di Rosalba Suelzu. È proprio l’artista sassarese a fornire la chiave di accesso a questi versi: “illustrare le poesie di Paola Pinna è stato per me come un viaggiare per mare cercando nuove rotte come richiestomi dai testi e dell’autrice. A volte avanzavo con la gioia delle vele gonfiate dal vento in poppa e a volte con l’incertezza di chi in mezzo alla tempesta non trova approdi.” Il mare, il suo essere ponte fra culture e civiltà, e un’isola; il mediterraneo culla della storia e la Sardegna: sono questi i luoghi e gli estremi di Paola Pinna, poetessa “nomade” (vive fra Roma e Sassari) sempre alla ricerca di nuove rotte ed esperienze, di incontri con giovani artisti che presenta in ogni occasione pubblica, di ricerca nella storia e nella cultura della sua isola, nell’uso della lingua poiché scrive in italiano in sardo logudorese. “Andàre e torrare”, non è solo la traversata del braccio di mare che separa il continente dall’isola di Sardegna, è l’affondare nei percorsi della storia e della natura, alla ricerca delle proprie origini, dei luoghi nei quali trovare la parola “casa”, il senso della terra e della bellezza, il suono e il colore che fanno vibrare il cuore, regalando coraggio e consapevolezza.



Fabrizio Da Andrè, che aveva fatto della Sardegna il suo luogo di elezione, soleva dire che non siamo noi a sceglierci una terra ma è la terra a scegliere noi. Pinna ci racconta che il senso di un luogo e la sua elezione a terra dell’anima, sono da cercare nel viaggio che compiamo per raggiungere quei luoghi, come la lumaca di uno dei testi più intensi della raccolta, che nel suo continuo spostarsi, nel suo essere continuamente in viaggio, è essa stessa “casa”, sempre e ovunque. 



La caldera di Santorini



Da queste spiagge nere

Dalle pietraie senza più voce di fiumi

Dalle bocche cicladiche fumanti e silenti

Dai grandi fianchi della bella Thera

Dai sacelli sacri di Delo

Da dove nascano gli uccelli

Con nel becco le perle

Dimmi Atlantide

In che terra nascono i fiori che portano da soli

I petali a mia madre

Con sopra scritti i nomi non dei dolori

Dimmi è tempo

per chi ormai dai prati sopra il cielo è accolto

di rivelare quali Muse in terra riposino

e se intorno al mio cuore

il sangue s’agghiaccia

dimmi Ichnusa

perché mi piacciono i venti

e il sapore dei mari ignoti

e i frutti ancora segreti del mondo:

l’armonia che schiude all’abbraccio





I papaveri rossi



assieme alle fresie di gennaio

alle rose di maggio

giacciono i papaveri di giugno



sono quelli che più ti piacevano

quest'anno spuntati precoci

li ho visti subito



caldi feroci

dolci e tristi

e non capivo perchè



sono lì per te

all'ultimo viaggio

che renderò sempre primo





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