Tabù - “Il velo è la nostra stella di David”. Khalida Messaoudi
Emanuela Irace Lunedi, 26/04/2010 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Aprile 2010
Il velo è un luogo dell’anima. Un simbolo che nasconde il corpo. Una cortina che allontana dal mondo. Metafora di castità e modestia segnala la separazione tra spazio interno ed esterno. Tra casa e strada, pubblico e privato. Emblema di vigilanza perpetua sul corpo femminile è fattore di identità e schiavitù. Ammaliando il pensiero, occulta la verità, creando paladine della Tradizione che ne inneggiano l’uso, o eserciti di oppresse che covano rivolte. Esistono tanti veli quante sono le donne che li indossano. Ciascuno diverso dall’altro, ciascuno con una propria motivazione e forma: impalpabile come un foulard o pesante come un sudario, il velo può trasformarsi in uniforme religiosa, scudo protettivo, segno di appartenenza o prigione. Imposto o scelto, l’uso del velo si incanala tra gli interstizi della complessità islamica, sfuggendo la Tradizione e gli hadith del Profeta, diventa politico. Strumento di assoggettamento al potere maschile ma anche utilitaristica patente femminile di partecipazione allo spazio pubblico. E’ il solo modo per accedere al ruolo sociale di A’limat, - ossia quello delle donne “sagge” - trasmettitrici del pensiero integralista. Donne che possono dettar legge ai padri e competere con la gerarchia dei maschi. Una possibilità conferita a chi trasmette il sapere religioso in un’ottica totalitaria di diretta subordinazione a Dio, in virtù anche di un velo che diventa simbolo di astuzia femminile, alla Sharazade. Imposto o suggerito dalla tradizione, l’esperienza del velo resta un luogo dell’anima. Un modo di percepirsi nei confronti del mondo che non abbandona più chi l’ha portato. Misterioso nella sua origine ancora da esplorare è il velo dei Tuareg, gli uomini blu del Sahara, la tribù nomade che nasconde il viso con una tela azzurra che lascia scoperti solo gli occhi. Protezione contro sabbia e vento, ma anche segno distintivo di gerarchia sociale. E’ il velo dei maschi. Marcatore di supremazia in una società matrilineare che soltanto agli uomini ne impone l’uso, lasciando le loro donne, libere di mostrarsi.
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