Emanuela Irace Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Agosto 2006
“L’amore, quello vero, non protegge ma espone”, Umberto Garimberti
Agamennone è tradito da Clitmnestra, Apollo da Coronide. Niso dalla figlia Scilla. E poi Didone, Achille, Zeus, e tra i latini Tarpea. Dante li mette all’inferno dividendoli per categorie: famiglia, patria, autorità, ecc.
Ma che sia inganno amoroso o desiderio di potere il tradimento si intreccia sempre con l’amore. E’ un richiamo per la coscienza. Un battesimo laico. Una prova iniziatica che consente di partecipare al banchetto con la vita.
E’ il peccato più antico del mondo. Quello che caccia Adamo, non ancora uomo, dal Paradiso Terrestre. Un’uscita dolorosissima come dall’utero materno, un evento insopportabile che permette però di iniziare a vivere. Su questa terra o altrove. Come rimanda la straziante immagine di Gesù che sulla croce urla tutto il dolore del mondo per il tradimento del padre "Dio mio Dio mio perché mi lasci solo?". E’il simbolo del sacrificio, di un amore verso il quale si è disposti a pagare qualunque prezzo.
Tradire, una parola che racconta molto più di quanto spiega. L’etimologia non aiuta ma è pur sempre una bussola. Cito dal Devoto Oli: tradire, dal latino tradère “consegnare”, si allude, nell’uso peggiorativo, alla tradizione evangelica secondo la quale Gesù è “consegnato”, e cioè tradito da Giuda. Ma i simboli possono prestarsi a più letture e sempre regalano sorprese. In un frammento del “Vangelo di Giuda” è Gesù che parla a Giuda dicendogli: "sarai superiore a tutti gli altri, perché sacrificherai l’uomo che mi riveste" . E’ il traditore che diventa eroe. Un epilogo esplosivo capace di ribaltare le fondamenta anche di un impianto forte e stratificato come il Cristianesimo. Ma il “Vangelo di Giuda” è un documento gnostico e come tale non trova cittadinanza nella dottrina ufficiale della Chiesa. A livello simbolico resta l’essenziale: l’atto d’amore che Gesù tributa a Giuda, il più avveduto e meritevole tra gli apostoli l’unico a cui può essere affidato il compito dei compiti, la conoscenza della verità segreta e con essa la prova più estrema: tradire.
Non si dà tradimento senza amore, e come scrive Elémire Zolla: "la capacità di tradire è affine a quella di guidare, lascia solo il guidato, quando occorra. E solo deve essere, per sentire ciò che lo sorregge quando non sia più in grado di reggersi".
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