il percorso di una vita verso il riconoscimento della dignità ed identità femminile
1 Febbraio 1995
La notizia che il Presidente Scalfaro avrebbe celebrato il cinquantenario della attribuzione del diritto di voto alle donne, richiama alla memoria dell’autore quanto accaduto nel 1952 ad una signora ricoverata in una casa per anziani che, per il desiderio di recarsi alle urne, con abiti eleganti, aveva perso la vita.
Questo collegamento con i suoi ricordi gli ha scatenato una domanda:
“….ma allora, chi era quella donna, al ricovero per anziani, che attribuiva, nel 1952, tanta importanza al fatto di poter andare a votare, da ritenere indispensabile un abbigliamento elegante?
Certamente, non era una donna banale! Certamente, nella sua vita doveva aver partecipato attivamente, anche se, magari senza clamore, alla vita sociale della sua epoca, con l’angoscia di non poter esprimere le sue scelte.”
Dopo aver effettuato ricerche, l’autore è riuscito, dopo oltre 60 anni dal fatto, a rintracciare il nome di quella signora e ricostruire, così, la vita di Emilia, la protagonista di questa storia molto reale, anche se fuori dal tempo ..
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La storia di una vita che scopre aspetti dimenticati che hanno caratterizzato e determinato la conquista della “dignità” e dell’identità femminile tra la fine dell’ottocento e la metà del novecento
L’alfabetizzazione delle donne
L’emigrazione delle donne
La sicurezza sui luoghi di lavoro
La Grande Guerra, come vissuta in America
Le lotte delle suffragette per il diritto al voto
Gli sforzi per preparare le donne italiane all’emigrazione
Lo sfruttamento del lavoro femminile, in America
La violenza sulle donne ed i rimedi per combatterla
Le azioni sugli uomini violenti
Le alternanti idee sulla opportunità di concessione del voto alle donne, in Italia
Gli effetti sulle donne, in Italia, della novità del voto alle donne: un’americanata
La seconda guerra mondiale ed il ruolo delle donne, nella realtà locale
Il significato della partecipazione al voto
L’assurdità del comportamento di indifferenza
La indispensabilità di consapevolezza del voto
Emilia era nata a Mola di Bari nel 1883, prima figlia di una famiglia di buona cultura e discreto censo. Giuristi e magistrati.
Fin da bambina, calcando esempi di famiglia, aveva manifestato, sia in famiglia che a “Suor Rosina”, una suora non suora, una particolare attenzione verso le problematiche delle ragazze, specie quelle di basse possibilità economiche.
Il suo impegno si era sviluppato non solo al suo paese, ma anche in America, dove la famiglia si era trasferita per seguire il padre che, noto avvocato del Foro barese, aveva dovuto espatriare per evitare conseguenze serie, sorte in diatribe generate dalla sua propensione alla difesa dei deboli e degli sfruttati e sulla non accettazione di ingerenze della Casa regnante nei fatti di giustizia. L’attività a New York si svolgeva nell’aiutare le immigrate italiane e particolarmente le pugliesi e molesi, nel risolvere i loro problemi di adattamento all’ambiente, conoscenza delle leggi, della lingua ed altro.
In America, nel 1911, Emilia vive drammaticamente la vicenda dell’incendio della TRIANGLE WAIST COMPANY, la fabbrica di biancheria, nel cui incendio perirono 148 persone, quasi tutte ragazze tra i 15 ed i 25anni, 38 delle quali erano ragazze italiane, ed una di Polignano.
Vive, nel 1920, con grande passione, il raggiungimento del diritto al voto delle donne americane, pur non potendovi partecipare e comincia a diffondere il culto del voto cercando di far capire quanto dannoso sia il non recarsi alle urne.
Le varie situazioni la toccano anche per vicende personali.
Nel 1934 colta dalla nostalgia del paese di nascita, torna a Mola da dove non se ne andrà più, continuando a fare da elemento di collegamento tra le famiglie in patria e la comunità dei Molesi di New York.
Si impegna per il riconoscimento dei diritti basilari delle donne, quali l’istruzione, il rispetto sul posto di lavoro ed i famiglia, contribuendo a creare le basi perché, alle donne, sia riconosciuta, a tutti gli effetti, la dignità di cittadine.
A Mola, crea corsi di preparazione ed informazione per le donne e le ragazze che vogliono emigrare, illustrando le differenze esistenti nelle legislazioni, nelle abitudini e creando corsi di alfabetizzazione e di lingua inglese.
Con la guerra, aiuta le donne e le ragazze in difficoltà, presentandole ai ragazzi molesi in America che chiedevano di sposare ragazze del loro paese. Organizzando matrimoni per procura.
L’arrivo del voto alle donne, in Italia, nel 1945, è per lei, il riscatto di tutte le generazioni di donne che finalmente vedevano valorizzare la loro presenza. Stimolava le ragazze ad andare a votare illustrandone i benefici che ne avrebbe tratto l’intera società e, al contrario, la assurdità del non parteciparvi.
Con il diritto al voto, alle donne, finalmente, era stata riconosciuta la loro identità
Cerca di esaltare il grande significato di andare alle urne, degno di un abbigliamento da grande cerimonia.
In questo momento, quando le sembrava di aver coronato il suo più grande sogno, il drammatico incontro con il destino.
Su fogli scritti a mano, lascia un testamento spirituale rivolto a tutti gli elettori ed alle Istituzioni perché facciano sentire l’acquisito diritto al voto, come un bisogno fisico ineluttabile ed irrinunciabile dell’individuo, come il respiro che è spontaneo e continuo, diversamente dal soddisfacimento degli altri bisogni fisici, che possono essere dilazionati, saltati, ingannati.
In una scheda da sottoporre ai cittadini, allegata al “testamento spirituale”, propone una serie di domande atte a stimolare la riflessione sulla soggettiva posizione nei confronti del voto, i cui risultati devono costituire elemento di analisi da parte delle Istituzioni, per convincere gli elettori a non disertare le urne.
Le figlie, venute in Italia dall’America qualche anno dopo, leggendo i diari tenuti dalla mamma, si rendono conto di quanto sia stata densa ed impegnata la sua vita e si pongono tante domande alle quali si riservano di rispondere con approfondimenti delle problematiche sociali che tanto la avevano impegnata e che miravano a stimolare le donne e le ragazze ad avvicinarsi al voto. Non importa per quale partito ma è indispensabile che le problematiche siano studiate ed affrontate da componenti dei due sessi, con pari dignità per non lasciare campo libero ai soli maschi che mai potrebbero interpretare le problematiche in una corretta ottica globale.
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