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Il TAR del Lazio fa ...Scuola

Il TAR del Lazio fa ...Scuola

Elementare laicità - Ribadito che la religione, materia facoltativa, non può ‘fare media’ nei profitti degli alunni

Stefania Friggeri Martedi, 10/11/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Novembre 2009

Nell’anno scolastico 2007/8 il ministro Fioroni, governo Prodi, emana una ordinanza sugli esami di Stato che equipara l’Insegnamento della Religione Cattolica (IRC), materia facoltativa, alle materie curriculari: l’insegnante di religione viene ammesso agli scrutini e i suoi alunni godranno di un credito aggiuntivo con discriminazione di chi invece non ha seguito le lezioni di religione. Contro l’ordinanza di Fioroni 24 soggetti, tra associazioni laiche e confessioni religiose, hanno presentato ricorso ed è a loro che risponde la sentenza del TAR del Lazio la quale stabilisce che “un insegnamento di carattere etico e religioso, strettamente attinente alla fede individuale, non può assolutamente essere oggetto di una valutazione sul piano del profitto scolastico” e che lo Stato “dopo aver sancito il postulato costituzionale della assoluta, inviolabile libertà di coscienza nelle questioni religiose…non può conferire ad una determinata confessione una posizione dominante violando il pluralismo ideologico e religioso”. Dominante? Nel clima di restaurazione degli ultimi decenni in effetti alla Chiesa cattolica sono stati concessi anche nella scuola privilegi precedentemente inimmaginabili, soprattutto in tempi di vacche magre: a differenza di tutti i colleghi ai quali, anche se hanno superato esami e concorsi non viene garantito di sfuggire al precariato, gli insegnanti di religione sono stati assunti a tempo indeterminato e, se la loro cattedra viene soppressa, passano ad altro insegnamento, in testa a tutte le graduatorie. Inoltre per loro non vale, anche se l’insegnamento è facoltativo, il rapporto docente/numero di alunni, la scure che falcidia il numero degli insegnanti attivi nella scuola. E questo anche se la loro presenza nella scuola pubblica (sono pagati coi soldi dei contribuenti) rappresenta una vera e propria anomalia giuridica: essendo nominati individualmente dal vescovo sfuggono alle forche caudine dei concorsi, ma non a quelle del diritto canonico, come è accaduto all’insegnante rimossa dal vicariato perché…aveva divorziato. E gli insegnanti di ora alternativa (alla religione)? Non sempre l’ora alternativa viene programmata, e figuriamoci cosa accadrà in futuro dopo i tagli previsti dal tandem Gelmini/Tremonti. Il prof. Marani, che ha passato i suoi guai nel 2008 per aver sottoposto ai suoi studenti (Liceo Scientifico di Cesena) un questionario in cui dovevano indicare quale insegnamento avrebbero scelto (fra Religione Cattolica, Storia delle Religioni e Diritti Umani) qualora la scuola le avesse programmate tutte e tre, così ha scritto: “non si può dire che vi sia pari opportunità di scelta fra una materia di cui si conosce il programma, il docente e il libro di testo e una materia fantomatica…Il risultato è che molti che all’IRC preferirebbero materie come Storia delle Religioni o Etica e diritti umani si vedono costretti a scegliere l’IRC perché come alternativa vedono il… “non si sa che cosa”. “ A dire la verità anche nell’ora di religione non si sa esattamente cosa viene insegnato. Secondo la mia pluridecennale esperienza nella scuola i docenti si preoccupano soprattutto di insegnare la “morale cattolica”, ovvero -come stupirsi?- la morale sessuale secondo la CEI: castità, no alla contraccezione, aborto uguale a omicidio (ricordo ancora il caso della madre che si scagliò a scuola a protestare contro l’insegnante che aveva definito assassine le donne che abortiscono). Ed è raro che i docenti di religione facciano leggere i testi sacri allo scopo di fare uscire i giovani dall’analfabetismo dominante in materia di religione. Perché? forse perché la Chiesa cattolica ancora oggi vive una dimensione dogmatica e non è incline a favorire lo sviluppo del pensiero critico, della libertà intellettuale, del dubbio. Queste le mie obiezioni ad un collega prete che si lamentava perché i genitori, insieme ad altri, numerosi e costosi libri di testo, non sempre compravano quello di religione. Ma che magari avrebbero comprato la Bibbia e il Vangelo. La cui lettura diretta ci darebbe dei giovani non solo alfabetizzati ma anche educati al rispetto della libertà di coscienza, il postulato che sta a fondamento della vita democratica; che è tanto più necessario difendere oggi se vogliamo che non degeneri in uno scontro, l’incontro col diverso che viene da fuori. E che perciò non solo è minoranza, ma non porta in sé il gene identitario, in un paese dove il 22/1/09 la Camera ha approvato la risoluzione dell’on.le Garagnani che recita così: “…impegna il governo a far sì che nell’ambito dell’autonomia scolastica, fatta salva la libertà di insegnamento dei docenti, sia reso esplicitamente obbligatorio nelle indicazioni nazionali il preciso riferimento alla nostra tradizione culturale e spirituale che si riconnette esplicitamente al cristianesimo”. L’ora di religione insomma vissuta e difesa come “ora di identità” obbligatoria, facile ricettario culturale/politico della destra, capofila nel rivendicare l’egemonia culturale dell’Occidente e, in esso, del cattolicesimo. Gravissima dunque la decisione della Gelmini che, di fronte alle proteste della CEI contro il “bieco illuminismo” del TAR, ha subito detto che avrebbe fatto ricorso alla Consulta di Stato, incoraggiata in questo dal suo predecessore, Fioroni. Indifferenti entrambi al fatto che il ricorso contro la sentenza del TAR è un atto degno di uno stato assoluto perchè, come nel caso Englaro, il governo (esecutivo) cancella le decisioni della magistratura (giudiziario). Ne esce demolito uno dei principi cardine della democrazia, la divisione dei poteri, e il clima di illegalità, di trionfo del più forte (che ha già ammorbato il paese) viene ancora una volta confermato e reso legittimo: la religione cattolica ridiventa nei fatti, come era scritto nel Concordato di epoca fascista, la religione di Stato, cancellando l’unico punto veramente positivo del Concordato di Craxi (per ottenere il quale il suo governo aveva concesso l’8 per mille a Ruini). Che dire? Ispirate da spirito di “reconquista” temporale e da intolleranza verso le altre religioni minoritarie, per non parlare dei non credenti, le leggi ispirate da Oltretevere hanno contribuito, insieme alle forze più retrive del paese oggi raggruppate nel cosiddetto “berlusconismo”, a indebolire nella coscienza civile del paese i principi cardine della Costituzione: diritti inalienabili, rispetto del pluralismo, uguaglianza di fronte alla legge. E al principio di laicità dello Stato viene concesso ormai un rispetto solo formale (vedi legge 40, Dico, testamento biologico ecc.) anche se i vertici della Chiesa, grazie al vassallaggio della classe politica, godono di un obiettivo vantaggio di immagine rispetto ai mullah dei paesi in cui la sharia viene tradotta in legge.



(10 novembre)

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