Melchiorri Cristina Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Novembre 2006
Lavoro da sette anni come progettista in una azienda ad alta tecnologia. Ci hanno comunicato che nel 2007 valuteranno il nostro “potenziale”. Vorrei saperne di più: cos’è? Come viene calcolato?
Simonetta Di Fabrizio (Settimo Torinese - To)
Cara Simonetta,
alcune aziende (poche in verità) oltre a misurare la prestazione professionale per far crescere le persone ne valutano il potenziale. La descrizione da manuale specifica che il potenziale “è l’insieme di caratteristiche personali e professionali di un persona non espresse nel ruolo e nelle prestazioni di oggi ma che potrebbero venire in luce in seguito”.
È un talento non ancora emerso. Anche la persona più stanca e scoraggiata, che si trascina ogni giorno al posto di lavoro, facendo il meno possibile, ha un’energia di riserva per tornare a casa e criticare vivacemente il capo e l’azienda. Magari però pratica volontariato nel tempo libero con passione e competenza. Potrebbe averlo invece esaurito il manager quarantenne che investe nel lavoro ogni attimo della sua giornata, che resta in ufficio tardissimo e si impone ogni sera un’ora di palestra oppure si carica di stress, caffè e sigarette.
Ho trovato questa divertente classificazione di “potenziale” usata da un’azienda nelle sue valutazioni:
1. “Dogs”: bassa performance, competenze modeste, limitata capacità di crescita (in quell’ambiente), demotivazione. Per fortuna non sono mai superiori al 10%.
2. “Cash cow”: hanno grande energia nel realizzare la prestazione attesa; sono colonne portanti, lavorano tanto e bene, esperti nel loro ambito, ma non possono fare tripli salti mortali. Lasciamoli lavorare e periodicamente diamo loro qualche meritato riconoscimento!
3. “Question mark”: lavorano irregolarmente e al di sotto delle possibilità, ma mostrano doti naturali di potenza di riserva; hanno generalmente un buon curriculum, ma vanno tenuti in osservazione, gli va dato un continuo feedback… Può essere che siano inseriti in una posizione sbagliata ma che in un altro contesto sboccino come fiori!
4. “Star”:danno risultati eccellenti e dimostrano alta motivazione e possibilità di sviluppo. Bellissimo curriculum, disponibili, grintosi, entusiasti: sanno cogliere le opportunità che la vita lavorativa offre loro. Sono in media non più del 15% sul totale.
Sono poche però le imprese che valorizzano veramente le indagini sul potenziale. Nelle grandi aziende italiane le persone definite “ad alto potenziale” si sono rivelate “eccellenti protagonisti” solo nel 20% dei casi. Sbagliato il metodo? No. Ma le Direzioni del Personale avevano descritto le caratteristiche personali e i loro criteri di misurazione trascurando il vero motore del successo: la volontà delle persone. Chi vuole avere grandi soddisfazioni deve volerlo intensamente, perché il talento potenziale che conta è quello della persona che “vuole” esprimerlo. Perché chi vuole è il solo che può e che fa.
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