Suicidio? - Il caso della tredicenne di Taranto che aveva denunciato due abusi
Grazia Giurato Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Aprile 2007
A pensarci bene, forse bisognerebbe dire: l'omicidio della bambina Carmela. Si, proprio così, l'omicidio della piccola Carmela. Aveva tredici anni Carmela. Non voglio esasperare il discorso, ma sono molto arrabbiata, e ritengo che siamo stati noi, tutti noi, ad uccidere Carmela. Sì, noi; questa società ipocrita e malata che uccide giorno per giorno: dai lavoratori nei cantieri agli extracmunitari nei campi di pomodori.Con buona pace della “politica” che a parte le dichiarazioni dovute a caldo, non riesce a far rispettare le leggi vigenti.
Ma che società è questa? Due anni fa la prima violenza a Carmela, ma la denuncia viene archiviata; l'autunno scorso altra violenza, altra denuncia ed ancora a distanza di oltre quattro mesi nessun riscontro(l'avrebbero dovuta sentire il 18 Aprile).
Carmela era disturbata? Sicuramente si; (e chi al posto suo non lo sarebbe?) ma cosa facevano i medici? La imbottivano di psicofarmaci. Il tribunale dei minori? La destina ad una casa di accoglienza; ma come veniva trattata Carmela in quella casa? La famiglia dal canto suo, per vari motivi,non era in grado di sostenere questa situazione così drammatica.
Rendiamoci conto, due anni sicuramente di disperazione.
E scusate la mia intemperanza,ma vorrei chiedere a tutte quelle persone (magistrati-medici-assistenti sociali) che avrebbero dovuto occuparsi di Carmela: Come vi sentite?
Per favore, non cerchiamo scuse pietose, ma riconosciamo ognuno le nostre responsabilità,altrimenti sarà sempre peggio. Io, personalmente, sto male. L'altro giorno Matteo, preso in giro dai compagni nell'indifferenza assoluta della scuola; ed oggi Carmela. Domani?
...” E' mancata una presa in carico reale delle difficoltà di questa bambina e della sua famiglia e nel Sud l'assenza di una rete integrata di servizi socio-assistenziali è particolarmente grave....”dice Rosy Bindi (Unità 17 aprile) ministro alla famiglia.
Carmela aveva bisogno di amore; sicuramente voleva sentirsi amata, coccolata, cercata, accolta.
E quando queste cose, purtroppo, non le può dare la famiglia, questa società egoista ed ipocrita non è all'altezza della situazione.
Dobbiamo vergognarci tutti; mentre si organizza il “family day” perchè preoccupati per la possibile futura disgregazione della famiglia (DICO non DICO e cavolate varie) si abbandonano e si trascurano le famiglie esistenti che hanno bisogno di aiuto e che vivono tragedie quotidiane come quella di Carmela. Dove alla povertà si aggiungono le malattie così gravi,diventa un dramma.
Il valore (?) della famiglia non si difende andando in piazza ma con fatti concreti, strutture funzionanti, e rigore nell'applicazione delle leggi.Sono stufa “del predicar bene e razzolare male”tanto di moda oggi.
Scrivo e dico queste cose con cognizione di causa e per conoscenza personale (esperienza nell'U D I e nel volontariato).
Ho conosciuto tante ragazze-bambine violentate e stuprate; e tante ragazze con problemi psichici abbandonate negli Istituti. Spesso bastava un sorriso, una carezza, un'accoglienza anche temporanea in casa, per sentirsi amate. Le ricordo tutte queste ragazze e, in certo senso, le vorrei pure ringraziare; anche loro mi hanno fatto crescere ed aiutato ad essere quella che sono e, mentre ricordo loro che ho potuto aiutare, chiedo scusa e perdono a Carmela per tutti noi che non abbiamo voluto,potuto e saputo aiutare.
(26 aprile 2007)
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