Lunedi, 05/05/2014 - Preoccupante calo demografico nel sud: in poco meno di dieci anni gli abitanti dei Comuni del meridione sono diminuiti di 420mila unità, si scappa soprattutto per la mancanza di lavoro.
È quanto evidenzia la Svimez (l’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno) sulla base dei dati Istat, e contenuti nel numero monografico della Rivista economica del Mezzogiorno, presentato a Napoli il 29 aprile scorso. Invece al Centro-Nord, nello stesso periodo la popolazione è cresciuta del 6,8%
Nel 2013 il tasso di occupazione del Mezzogiorno si è fermato al 42% contro il 63% del Centro-Nord; nelle singole città, la provincia di Milano arriva al 66,5%, Torino al 62%, Roma al 59%; al Sud invece Bari supera la media meridionale con il 45%, mentre Palermo e Napoli si attestano rispettivamente al 37% e al 36%.
Ma a fare più impressione sono i dati che riguardano l’occupazione femminile che risulta essere ancora più bassa: se a Milano sono occupate due donne su tre, con un tasso di occupazione del 61%, a Napoli e a Palermo i numeri si invertono: solo una su quattro e’ occupata, pari al 25% (media Mezzogiorno 30%).
Penalizzati anche i giovani: se nel 2013 gli under 34 occupati al Centro-Nord sono il 48%, a Bari sono il 32%, a Palermo il 23% e a Napoli soltanto il 22%.
Impressionanti anche i numeri della disoccupazione: i giovani under 34 disoccupati sono a Bari il 33%, a Palermo il 38% e a Napoli addirittura il 44%.
”In dieci anni, in base ai dati disponibili dall’ultimo censimento – ha detto Riccardo Padovani, direttore di Svimez - i Comuni del Mezzogiorno con popolazione superiore a 150mila abitanti hanno perso oltre 420mila abitanti, pari a un crollo quasi del 13%, Napoli ha perso 42mila abitanti, Palermo 29mila; nello stesso periodo i comuni del Centro-Nord sono cresciuti di oltre 530mila unità, con un incremento del 6,8%”.
Il dato che si rileva è che se ne vanno soprattutto i giovani e chi cerca la possibilità di trovare lavoro con i titoli di studio, continuando una tendenza degli ultimi anni che non si arresta.
Sempre secondo lo Svimez, considerando le previsioni in relazione ai sistemi locali del lavoro, indicano poi che dal 2010 al 2050 il Mezzogiorno perderà quasi 2,7 milioni di persone, di cui 900mila solo nelle tre province metropolitane di Napoli (-439mila), Bari (-322mila), Palermo (-152mila).
Un altro buco nero riguarda il tasso d’industrializzazione, che misura gli addetti al settore industriale in senso stretto ogni mille abitanti. Se consideriamo una scala pari a 100 per il Centro-Nord, la media Mezzogiorno sfiora il 33, mentre Napoli si ferma al 29 e Palermo a 19. Secondo padovani saranno le città che “diventeranno i motori e crescita di sviluppo. Di qui la necessità e l’urgenza di un Piano di primo intervento basato sulla rigenerazione urbana, riqualificazione edilizia e recupero del patrimonio culturale per invertire i fenomeni di degrado da lunghi anni in atto, trasformando il deficit urbano meridionale in un’opportunità di sviluppo e di ripresa della crescita”.
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