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Il sud che non si arrende

Il sud che non si arrende

Stella Maccario - In senso metaforico, è una supernova, un oceano di energia

Borrelli Marika Lunedi, 15/02/2010 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Febbraio 2010

Stella – in senso metaforico – è una supernova. Questa alta-bionda-occhi-azzurri-sorriso-perenne è un oceano di energia.

Un eskimo al vento, i capelli che a ciuffi si ribellano alle forcine ed il cellulare che squilla in continuazione: questa è l’immagine di Stella al lavoro come organizzatrice di eventi per Donne in Campo, l’Associazione nazionale in seno alla CIA (Confederazione Italiana Agricoltori), che riunisce tutte le donne imprenditrici in agricoltura e relativo indotto.

Stella Maccario è una trentenne, avvocato con abilitazione forense, con maturità classica. Non lo si direbbe di questa statuaria ragazza che pare originaria di un villaggio dell’Armorica o dallo Småland scandinavo.

Per capire e per capirsi, qualche anno fa Stella se ne andò – per amore solo per amore – a lavorare nell’Oltrepò pavese, in un grande agriturismo. Si occupava di attività formativa per gli operatori del settore. Il suo cruccio costante era: “Perché da noi al sud non si può? Perché dare tutto il lavoro e l’energia ad una terra che non mi appartiene?”

Le radici sono più forti della sicurezza occupazionale e così, nel 2005, torna ad Avellino scegliendo di fare l’apicoltrice. Infatti, una delle sue passioni è creare candele di pura cera d’api. Sue sono le produzioni che hanno accompagnato la prémière del film con Johnny Depp (The Libertine) e la confezione speciale del Grand Marnier.

Stella è titolare di due imprese, la Candeo (per le candele) e i Coribanti (i sacerdoti di Cibele) per il miele. Con lei, che non si smuove dal laboratorio nella fase di smielatura, lavora il fratello minore, Vito.

Alla Confederazione degli agricoltori si accorsero subito di che pasta fosse fatta Stella e le affidarono dal dicembre del 2007 il coordinamento provinciale dell’Associazione Donne in Campo, piuttosto sconosciuta fino ad allora, nonostante esistesse dal 1998 in tutta l’Italia. Negli ultimi due anni, quindi, ogni mese Stella è riuscita ad organizzare un evento, nella prestigiosa sede del’ex Carcere Borbonico, al centro della Città, grazie ad un’intuizione ed alla sinergia con un’altra donna, Maria Cristina Lenzi (Responsabile Ufficio Studi e Ricerche Eventi e Valorizzazione Beni Culturali della Soprintendenza BAPPSAE di Avellino). Quest’attività di animazione culturale in questo ambito importante (agricoltura & donne) - e forse anche vulnerabile - rende nota Stella presso la Regione Campania, che l’aiuta con le pubblicazioni.

Stella non si stanca mai, è come se il successo di ogni iniziativa la spinga a farne un’altra ed un’altra ancora. È un fenomeno tutto e solo irpino, anche perché il suo esempio e la sua esuberanza sono state di modello e sprone per la nascita di altre aziende al femminile in questa provincia. Alcune di queste sono state riassunte anche sulla piccola pubblicazione (edita dalla regione Campania) “A spasso con Demetra”. In nessun’altra parte d’Italia l’Associazione Donne in Campo ha avuto questi risultati e tale carnet di incontri, tutti peraltro riusciti. Abbiamo già annotato come l’Irpinia vanti il primato di imprese a titolarità femminile (più del 37% del totale) e, fatta la tara rispetto al popolo delle partite IVA (pressoché inesistente qui da noi), anche il fenomeno delle mogli “prestanome” va ridimensionato. Stella racconta come pure in aziende la cui titolarità femminile sembra fittizia (il marito lavora per la pubblica amministrazione, ad esempio), è sempre la donna che cura almeno due aspetti dell’impresa: il rapporto con la rete sociale interna ed esterna. Per esempio, le donne in un agriturismo curano l’accoglienza o la rete dei fornitori in una fattoria.

Dopo la manifestazione di dicembre (Terra di Natale - Donne in Agricoltura), Stella ha deciso di fare un piccolo bilancio per capire come evolversi. Sa per certo che non le interessa il lavoro amministrativo. Il suo intuito e la sua caparbia la guideranno attraverso il ventaglio di prospettive che le si è aperto dopo questa esperienza con le donne imprenditrici agricole.

Stella è una donna pratica e molto generosa, volitiva ed ottimista, ciononostante tutta questa attività le ha confermato nel contempo che l’Irpinia non è una terra di facile cooperazione. Come un po’ tutto il sud, in fondo. Le eccellenze, che ci sono in gran numero, rappresentano casi isolati, punti molto luminosi di luce, quasi stelle come lei, che faticano, per la loro distanza relativa e l’atavica e inestirpabile tradizione individualista, a fare luce in questo nostro ricco territorio.

“Si può fare – dice Stella – con gli strumenti giusti si può fare”. Magari gli strumenti (economici) ci sono, forse non sono conosciuti, forse giungono laddove non servono davvero, ovvero le donne insistono a voler dimostrare di farcela da sole. Ciò è una gran cosa, ideologicamente parlando, ma non è funzionale allo sviluppo di un territorio.

Stella non ha in mente di diventare un tycoon di niente, neanche del business d’immaginazione o di creatività che è diventato il suo marchio e la sua riconoscibilità in tutta la provincia. Per vivere, le basta anche solo il minimo per fittarsi una casetta tutta per sé e guardare avanti sorridendo. A dirle che è un fenomeno della natura, diventa tutta rossa e abbassa lo sguardo. Lycka till (a Stockholm sta per “Buona fortuna”) !

 

(15 febbraio 2010)



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