Mercoledi, 29/07/2015 - Chi non ricorda le donne del ’68 sventolare i reggiseni per rivendicare la libertà di essere femmina? Una libertà sognata, sperata, pretesa, confidata, trepidata. Ma quale libertà? La nostra è una società ancora al maschile, anche se la rappresentanza femminile è garantita per legge, le cosiddette quote rosa, una vergogna costituzionale, e la professionalità delle donne, pur avallata, è pseudamente annichilita. Di donne se ne parla. Parlano le percosse che registrano diuturnamente i giornali di donne brutalmente picchiate e umiliate, derise, vituperate, maltrattate. Le donne sono brave a mascherare, a far finta di niente, a nascondere i soprusi subiti e a convivere nella loro vergogna, come se la colpa fosse loro. Continuano a rimanere in silenzio, a tacere la violenza fisica, psicologica e sessuale che sia, e a continuare ad essere persone dal sorriso spento. L’Istat ha registrato che sono state circa 70 milioni le donne che nel 2014 hanno subito violenza. Una realtà allucinante, senza confini e senza limiti ed è questo quello che emerge dai fatti di cronaca che costantemente siamo consapevoli testimoni di una realtà che è solo maschile, ma che riguarda le donne, il tutto mascherato da un falso buonismo che rende la donna sottomessa nella sua casa, trasformata per l’occorrenza, in una prigione. Si parla dell’incomprensibile e illogica leggerezza dell’uomo, il quale ha perso la lucida consapevolezza del cammino verso la ragione, fermo nelle sue radicate convinzioni che sono la risultante di millenaria supremazia. L’uomo non riesce a cambiare, rischia di apparire debole. Non può cambiare le regole della vita! Così ha fatto suo padre e il padre di suo padre, ai tempi dei tempi. L’uomo negli anni ha sviluppato il peggiore degli istinti: la violenza, la sopraffazione, l’annullamento della propria compagna…e la donna è sempre lì a raccogliere i cocci della propria vita, a ricomporli e fortunatamente non sempre a conservarli. Il cammino della donna è veloce e dinamico…è quello dell’uomo che va a rilento, inconsapevole che solo la libertà della mente può renderlo veramente uomo. Cronaca docet.
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