Mondo/ Nairobi - Distrutte le baracche di migliaia di persone che non hanno più il diritto di esistere perché sono poveri
Padre Franco Cellana Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Ottobre 2005
Il fatto
Venerdì notte 23 settembre alle ore 00.30 un camion pieno di soldati della Regional Administration (10) e di uomini assoldati per l'occasione, sono entrati nello slum di Deep Sea (850 famiglie) seguiti da un rumoroso Caterpillar. "Fuori tutti dalle case - hanno gridato - incomincia la demolizione...".
E' avvenuto il finimondo in quelle casette di lastre zincate. La gente ha cominciato a uscire spaventata salvando il salvabile, prima i bambini, poi i vestiti, le coperte, i letti e quelle poche cose che avevano, buttando tutto sul terreno antistante dove non c'erano costruzioni. La prima fila di case sopra il campetto da gioco (circa 185) sono state sventrate subito. Alla 2.00 di notte Virginia e responsabili hanno chiamato alla Consolata e P. Tobias ha chiamato anche me avvisandomi di quello che stava capitando.
A quell'ora io non potevo uscire da Kahawa (troppo pericolo sulla strada).
Piano piano il caterpillar ha fatto il giro per stendere la seconda fila di case (170). Il grido è stato: "Via tutti, distruggiamo il villaggio!". Il panico è cresciuto a dismisura.
Alle 5.30 sono partito per Deep Sea e alle 6.00 ero sul posto. Un inferno: il caterpillar minaccioso che sfondava le case, la gente che da ogni casa del villaggio toglieva tutto, porte, masserizie, pentole. Gli uomini che smantellavano le loro stesse case nella parte bassa per paura di perdere tutto. Ho trovato una comunità distrutta. E ormai il caterpillar stava distruggendo la terza fila all'altezza del laboratorio e dell'asilo.
Con coraggio, dopo aver sentito le prime notizie e aver visto il disastro, sono saltato sul caterpillar che in quel momento aveva un attimo di sosta. "Fermatevi tutti" ho gridato in kiswahili e in inglese "voglio sapere chi ha dato l'ordine di distruggere, si faccia avanti il responsabile, perché chiamo subito il Vice Presidente e il sindaco di Nairobi". Silenzio assoluto. Ho ripetuto l'ordine, ho dato coraggio alla gente e ho ordinato anche a loro di non smantellare le proprie case. Trovo il responsabile che intanto si era nascosto. "Ho ricevuto ordini dall'alto" mi risponde "Chiama il PC (Provincial Commissioner)! Tu ferma tutto il tuo gruppo, vai via con i militari e con gli altri uomini, e io farò chiarezza di questo ordine. Quello che ti do è anche un ordine superiore che viene dalla legge di questo paese e di questo governo, please stop the demolitions now!!!". Breve momento di suspense, ho temuto una reazione, ma poi....
Si sono radunati, sono saliti sul camion e se ne sono andati, il caterpillar ha fatto dietrofront, qualcuno di loro più sensibile ci ha confidato che avevano ricevuto 3000 scellini per fare quel lavoro e alcuni ragazzi di strada di Kangemi 200 scellini. Quello che è apparso subito chiaro che è che l'ordine non era venuto dal governo ma da gente interessata (PC, DO) che devono aver ricevuto una grossa somma da alcuni indiani in cambio di quel terreno di Deep Sea. Si parla di 20 milioni di scellini (circa 200 mila euro). Un vero atto di alta corruzione.
L'azione di risposta
Subito, erano circa le 8 del mattino abbiamo messo in atto la macchina della pubblicità. Chiamata la stampa, le televisioni, le diverse associazioni di ogni genere, per i diritti umani, per la vita, la croce rossa ecc. Sono stati informati Exodus/Kutoka, Kituo cha Sheria, Pamoja Trust che difendono i diritti degli slums di Nairobi. E abbiamo contattato i responsabili del Governo tutti assenti dalla città in quella mattina che però hanno promesso di venire a visitare il villaggio la domenica. Dalla parrocchia della Consolata sono arrivati Peter, Elisabeth, i responsabili del Consiglio pastorale e del gruppo di Giustizia e Pace. Abbiamo fatto un raduno a Suswa con i leaders di Deep Sea per vedere come proseguire e preparare la strategia giusta per lunedì, giorno di apertura degli uffici. Virginia come sempre è stata la persona chiave per definire le cose con urgenza. Grace è stata anche presente dai primi momenti per consolare le famiglie e i bambini. Poi Josephine, Lidya, Jane e tutti gli altri. Ma la gente sfiduciata ha continuato a smantellare le proprie case e parecchi se ne sono andati a Kangemi o in altri slums della zona. Alla sera del sabato tutte le televisioni hanno dato il rapporto su Deep Sea con diverse interviste e devo dire che tutti insieme ci siamo fatti onore per la forza del messaggio che abbiamo saputo comunicare. Mi sono arrivate moltissime telefonate di solidarietà per quanto era capitato. Tutto il Kenya ha potuto vedere e costatare.
Il Governo
Alla sera della domenica sono ritornato a Deep Sea per valutare la situazione. Mi arriva una telefonata dalla parlamentare della zona: "Veniamo adesso, fatti trovare!". Quale gioia per tutti noi. E' arrivata appunto Betty Tett, accompagnata dal sindaco di Nairobi, Dick Wathika e dall'assistant minister del governo locale, Maina Kamanda. Sono rimasti esterrefatti, hanno dato il sentito "pole" alla gente e uno alla volta hanno messo in riga tutti dopo aver sentito la presentazione mia e di Virginia. Questo in sintesi il loro messaggio:
Questa demolizione non è stata ordinata dal governo, che in genere da previo avviso per decisioni di questo genere.
Questo è un grande atto di corruzione e i responsabili PC, DO e chief
devono rimanere fuori da questo pezzo di terra. Anche se è avvenuta una vendita, sarà annullato il title deed (certificato di proprietà) per non aver rispettato le leggi del paese e il diritto della gente.
Chiediamo scusa a coloro che hanno dato un grande contributo allo sviluppo di questa comunità per quanto è avvenuto e preghiamo l'ambasciata italiana, i gruppi che hanno lavorato, le persone tutte che hanno collaborato qui, di continuare a sostenere la ricostruzione e i futuri piani di questo villaggio.
Chiediamo a te Padre di coordinare le attività in modo che questo villaggio riprenda a vivere. Da adesso in avanti chi vuole restare ha il pieno diritto di ricostruire la sua casa. E noi per primi daremo un aiuto consistente.
Il futuro immediato
Non ve lo posso ancora definire. Ci sono problemi di terra, di case, di proprietà da capire e risolvere. In questi prossimi giorni ve lo diremo. Per adesso bisogna arrivare a tutti, specie ai più piccoli con cibo, coperte, sapone, vestiti. Piano piano i più fortunati stanno rientrando nelle loro casette semidistrutte, altri stanno aspettando la manna del cielo per tentare di ricostruire di nuovo ciò che è stato così violentemente demolito, altri cercano di approfittare della situazione per prendere il più grande vantaggio.
Vogliamo anzitutto costituire un consiglio di villaggio per arginare situazioni di profitto degli uni sugli altri; poi trovare subito aiuti concreti per mettere le famiglie in salvo prima delle piogge ormai
imminenti; infine presentare immediatamente al governo le alternative perla clinica-ambulatorio nuovo e l'asilo per i bambini.
Grazie della vostra solidarietà, della vostra forza e speranza che ci avete comunicato. Se riusciremo a ripartire con il piede giusto, Deep Sea potrebbe diventare un esempio di riqualificazione degli slums di cui tanto si parla, senza violenze né reazioni della gente dopo aver subito una così grave ingiustizia.
Nella grande disgrazia della demolizione potrebbe nascere oggi quel fiore di sviluppo che sempre abbiamo sognato per Deep Sea: una strada decente, un asilo nuovo col suo campetto da gioco, la clinica-ambulatorio con elettricità e acqua.
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