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Il significato etico del lavoro

Il significato etico del lavoro

Economie&Valori - Rinnovare il nostro tessuto economico e produttivo. È l’obiettivo di una proposta di legge sulla certificazione etica

Germini Patrizia Domenica, 28/03/2010 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2010

Del lavoro si pensa, si parla e si scrive quotidianamente anche per gli effetti della crisi economica e sociale che ormai viviamo da tempo. Si racconta della sua mancanza, si denunciano le morti bianche, si analizzano le discriminazioni subite soprattutto dalle donne.

Un universo, quello del lavoro, ora più che mai al centro di ogni discorso ma proprio per questa tanta e forse troppa attenzione il lavoro viene “dimenticato” nella sua dimensione più vera, ne viene trascurato il valore ed il significato rispetto alla vita delle persone e per lo sviluppo della società.

Per gli uomini viene interpretato come mero mezzo di sostentamento e partecipazione (in termini di consumo) alla scelta di un economia capitalistica e consumistica e per le donne viene considerato, spesso, come attività accessoria ed integrativa del reddito familiare.

Si parla tanto “economicamente” di lavoro ma si parla poco di “lavoro come valore” ed ecco quindi il tentativo del ragionamento: cercare di rimettere al centro il lavoro come fulcro di un sistema di significati etici che dovrebbero sostenere le scelte delle imprese e dei lavoratori per un futuro condiviso di una diversa crescita economica solidale e responsabile.

L’economia non esclude affatto considerazioni di natura etica in quanto essa nasce dalla filosofia morale e, nonostante la costante affermazione di autonomia da parte dell’economia, non possiamo considerare rescisso il filo che da sempre lega le due discipline. E questo filo è rappresentato dall’uomo. Conseguentemente, l’attività imprenditoriale in quanto espressioni dell’attività umana prescinde dal medesimo rapporto, quindi il modo di governare e di gestire le organizzazioni produttive deve essere focalizzato su responsabilità di carattere etico-sociale.

Nell’ambito di questo contesto l’Europa si muove da tempo con atti importanti quali l’adozione del “Libro Verde: Promuovere un quadro europeo per la responsabilità sociale delle imprese” che si pone l’obiettivo di incoraggiare le imprese ad assumere, di propria iniziativa, responsabilità sociali ed ambientali, andando oltre il mero rispetto della legge vigente. LA CSR (Corporate Social Responsibility), o Responsabilità sociale delle imprese, si articola in due dimensioni : una Interna, che ricomprende la gestione delle risorse umane, la salute e la sicurezza sul lavoro, l’organizzazione aziendale e la gestione delle risorse naturali; ed una Esterna, che riguarda le comunità locali, i partner economici (fornitori, clienti e consumatori), il rispetto dei diritti umani, delle pari opportunità, dell’ambiente lungo tutta la filiera produttiva. Pertanto per l'impresa la CSR non rappresenta solo un impegno economico, ma una vera strategia che tiene conto, nelle scelte aziendali, di considerazioni etiche, sociali ed ambientali. Ma come declinare questi principi in norme e comportamenti che permettano un’inversione di tendenza rispetto alla deriva del significato più profondo del lavoro? Dopo vari tentativi, è stata presentata d’iniziativa del deputato Antonio Mazzocchi (PDL), la proposta di legge“Disposizioni per la tutela dell’etica e dei comportamenti in campo economico-finanziario attraverso la certificazione etica” Tale proposta cerca di rispondere a quanto fin qui esposto mediante una serie di articoli che mirano a “rendere coscienti e responsabilizzate” le varie parti in gioco fondando la struttura della certificazione etica su quattro elementi portanti: 1) la competenza professionale 2) la conoscenza dei limiti etici della professione 3) la trasparenza 4) la censura sociale. Una proposta di legge che nasce dal lavoro congiunto di vari soggetti provenienti da storie e percorsi differenti che si pone come obiettivo il rinnovamento del tessuto economico della società. Al centro della proposta di legge ci sono: la regolamentazione della certificazione etica per le imprese, i requisiti necessari per poter utilizzare il riconoscimento ai fini della corretta informazione e tutela dei consumatori, il coinvolgimento delle associazioni di difesa dei consumatori e delle associazioni di categoria per una corretta impostazione dei bilanci e delle comunicazioni, le procedure previste per la gestione delle concessioni a favore delle imprese eticamente certificate. Quello che è condivisibile nel testo proposto è l’obiettivo di spezzare l’assurda conseguenza che vede le imprese socialmente responsabili mortificate dal mercato in termini di risultati perché soggette alla concorrenza sleale di chi non percorre la strada dell’etica nelle relazioni economiche. Una legge per rimettere al centro il valore sociale del lavoro che speriamo possa diventare una realtà condivisa da tutte le forze politiche presenti nel nostro Parlamento al fine di iniziare un percorso nuovo verso uno sviluppo diverso e possibile. Continua....



(28 marzo 2010)

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