Il provvedimento del Ministro dell'educazione e del merito è 'da scuola di regime, viola la libertà di insegnamento che nemmeno Mussolini osò cancellare dall’ordinamento scolastico...'
Venerdi, 02/05/2025 - Tutti parlano della necessità che la scuola educhi anche alla responsabilità di essere portatori, fin dall’infanzia, di un corpo sessuato. Che il femminismo abbia riscattato il valore del corpo dall’essere “oggetto” a prescindere dalla sensibilità umana e culturale è un dato storico che ha indotto molti scienziati a capire finalmente che non basta il positivismo della biologia.
Nelle scuole c’è sempre stata un’ “aula di scienze” con appeso uno scheletro e cartelloni descrittivi del sistema muscolare, circolatorio, neurale. Se frequentavi il liceo classico ci potevi trovare l’uomo vitruviano di Leonardo che, se non era lì, stava in aula d’arte.
Il sesso c’era solo se l’insegnante si era liberato del falso pudore del moralismo convenzionale. Nessuno ha mai fatto notare l’assenza della donna vitruviana.
Quanto alla famiglia, di fatto anche in quella più anticonformista può risultare più facile a un genitore raccontare una barzelletta spregiudicata, che non “educare” i figli fin da piccini. Non è più possibile aspettare un giorno speciale in cui decidersi a parlare dei - come si diceva una volta - misteri della vita.
Oggi si rischia che arrivino prima i genitori della compagna di banco molestata.
Infatti il bene comune sociale esige la presenza di persone consapevoli della responsabilità di essere sessuati. Famiglia e scuola sanno che occorre intervenire precocemente.
Adesso arriva Valditara e audacemente - su proposte presentate da Lega e FdI - apre il tema sensibile del sesso. Consente che finalmente competa anche alla scuola italiana, ma impone la conformità ai criteri ministeriali, fondati sulla famiglia “naturale” e, per la primaria, senza menzionare (per la primaria) il termine “sesso”. Si tratta di “tema sensibile” che ovviamente sta alle scelte del maestro/a e di tutti i docenti che conoscono il contesto ambientale che non è mai piatto. Obbligatoria l’autorizzazione firmata dei genitori e se qualcuno non firma sembra l’ora di religione cattolica che richiede modificazioni del calendario scolastico e un’alternativa per i “non avvalentisi” (i quali, in questo caso, spieranno che cosa mai si dicono gli altri). Intervento da scuola di regime, viola la libertà di insegnamento che nemmeno Mussolini osò cancellare dall’ordinamento scolastico.
Parto dagli studenti che, per esempio a Bologna, hanno occupato la scuola “per la Palestina”. La decisione dei ragazzi evidenzia il disimpegno della scuola, che non ne ha parlato all’interno del proprio impegno di lavoro. Purtroppo, quando i giovani si fanno carico di problemi attuali - che sono nella loro storia - e tocca alla scuola occuparsene, torna lo slogan di comodo “la scuola non fa politica”.
Tornando alla sessualità: come faceva anche in passato un docente a cavarsela con i lirici greci che prescindono dall’amore “normale”, come dio comanda, di un uomo maschio con una donna vera donna (lgbtq+ non debbono esistere)?
N.B. Valditara ricorre per la scuola pubblica a regole che non meraviglierebbero nel privato. Ma la scuola della Repubblica è ancora “pubblica”, se Valditare è ministro dell’istruzione e del merito, avendo il governo eliminato l’attributo “pubblica”?
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