125 milioni. Questa cifra spaventosa rappresenta il numero delle donne sessualmente mutilate nel mondo. «In alcuni paesi africani del Medio Oriente si arriva a toccare il 90% della popolazione femminile», scrive Maria Novella Topi nel suo report per l'ONU.
Con mutilazioni genitali femminili (MGF) si fa riferimento ad una orribile barbarie, consistente nell'incisione o nell'asportazione (talvolta totale) dei genitali femminili esterni. Questa asportazione comporta dei danni irreversibili: ripercussioni gravissime sulla salute fisica delle bambine e delle donne, insieme con pesantissime conseguenze psicologiche.
L'Unicef - sulla base di parametri demografici che rispondono agli attuali trend di sovrappopolamento globale - stima che «ogni anno, circa 3 milioni di bambine sotto ai 15 anni si aggiungeranno ai 125 milioni di donne mutilate».
In alcune nazioni africane come la Guinea, il Mali, il Nord Sudan, l'Etiopia e l'Eritrea, più del 90% delle donne e delle bambine sono sottoposte a questa traumatizzante menomazione. Si tratta, perlopiù, di circa 30 paesi asiatici ed africani a predominanza islamica.
Le mutilazioni genitali femminili vengono praticate principalmente su vittime di età compresa fra i 4 e i 14 anni. D'altra parte, moltissime sono le bambine cui i genitali esterni vengono amputati addirittura in età neonatale. Dati che non si possono leggere senza inorridire. Per sensibilizzare la popolazione mondiale su tale abominio, per intensificare la lotta a queste pratiche agghiaccianti, l'ONU ha istituito, nella data del 6 febbraio, la Giornata Internazionale contro le MGF.
Per il contrasto delle pratiche di mutilazione dei genitali femminili, la Direzione Anticrimine per la Pubblica Sicurezza del Ministero dell'Interno e il Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri hanno attivato un numero verde gratuito che ottempera a quanto stilato nel Programma di Pechino - IV Conferenza Mondiale delle Nazioni Unite sulle donne, 1995).
Secondo recenti studi commissionati dal Ministero, infatti, anche in Italia, circa 35 mila donne africane residenti (su 110 mila) hanno già subito tale menomazione.
«Le mutilazioni genitali femminili» ha giustamente ricordato "Non C'è Pace Senza Giustizia" (NPSG) - l'associazione senza fini di lucro fondata da Emma Bonino nel 1993 per il Partito Radicale Transnazionale (PRT) - «sono una delle violazioni più diffuse e sistematiche del diritto umano all’integrità della persona». E' quindi fondamentale vincere questa battaglia. La dignità di milioni e milioni di donne e bambine non può più aspettare.
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