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Il sapore della sfida

Il sapore della sfida

Sicilia - L'assurda motivazione del delitto d'onore con cui il fratello mafioso ha punito la giovne sorella che voleva affrancarsi dalla famiglia

Grazia Giurato Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Maggio 2006

Da un po' di tempo ho una sorta di rifiuto ad intervenire per esprimere punti di vista e/o precisazioni rispetto a questioni varie che meriterebbero approfondimenti ed invece, spesso, vengono spudoratamente strumentalizzate.
Le menzogne sono diventate plateali, la volgarità ed il cattivo gusto imperano; avverto con rammarico e preoccupazione di vivere in un Paese allo sbando dove sento, giorno dopo giorno, che si stanno cambiando i modelli ed i valori di riferimento. L'indifferenza, la superficialità, la vacuità e la bugia la fanno da padroni, insieme al disprezzo per l'osservanza delle regole; il tutto con arroganza e senza il minimo pudore. Forse sto diventando "vecchia" ma spesso mi sento come chi vuol scendere da un autobus guidato da un ubriaco impazzito.......
Oggi però, è più forte di me, non posso star zitta, non è possibile. Di fronte alla barbarie bisogna reagire...come si può. Mi riferisco all'atroce delitto di qualche settimana fa: il fratello che per onore spara alla sorella. Sembra incredibile, ma purtroppo è tutto vero, drammaticamente vero, anche la tracotanza. "Sono orgoglioso di quello che ho fatto!" titolava il giornale "La Sicilia" di domenica 26 marzo. Sembrerebbe addirittura soddisfatto e contento per aver lavato nel sangue la colpa di sua sorella, e aver così salvato l'onore.
L'onore, l'onore di che? Di cosa? Sono allibita. Sono trascorsi tanti anni dalla cancellazione del famigerato delitto d'onore. Questa parola oggi è appannaggio della mafia, con la quale non vogliamo convivere signor ministro Lunardi, e speriamo che resti relegata ai comportamenti mafiosi così come ha dimostrato questo "folle" appartenente ad una famiglia mafiosa.
Certo, il comportamento di Bruna, la vittima (che ha combattuto a lungo fra la vita e la morte), aveva rotto gli schemi: il desiderio di affrancarsi, di emanciparsi, come tante altre donne, di ribellarsi, di scegliere lei il suo futuro, di studiare e laurearsi, girando così le spalle alla famiglia di origine. Aveva tutto ciò, sicuramente, il sapore della sfida; ed il fratello questo non poteva accettarlo! Secondo le regole ed i canoni del famigerato "onore", è troppo. Bisognava punire questa sfrontata! E così ha fatto.
Personalmente ho un sospetto. Onore a parte, questo "demente" (non so come chiamarlo) probabilmente mal sopportava la personalità forte e determinata della sorella che sicuramente aveva messo "in luce" l'incapacità di costruirsi autonomamente un futuro restando succube delle logiche di appartenenza mafiosa. Purtroppo, nonostante le leggi degli ultimi decenni che sulla carta hanno modificato i codici maschilisti, ancora resistono incrostazioni di mentalità e comportamenti che sovente emergono, a vari livelli, anche istituzionali. Insomma la donna "nuova" cosciente, intelligente, preparata, autonoma e libera per molti è anche scomoda. E come si vede sono tanti i modi "per toglierla di mezzo", anche quelli aberranti.
Spero, comunque, che questi episodi terribilmente negativi, che ci fanno tornare indietro civilmente, socialmente e culturalmente abbiano anche l'input per farci opportunamente riflettere.
Un pensiero, infine voglio rivolgerlo a lei, la vittima, affidandola all'amore del Signore.
(1 maggio 2006)

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