Julieta, titolo del nuovo film del regista spagnolo Pedro Almovodar, è prima di tutto una romantica storia d’amore che narra l’incontro in treno tra Julieta - la protagonista, insegnante di mezza età di letteratura classica - e Xoan, un
Julieta, titolo del nuovo film del regista spagnolo Pedro Almovodar, è prima di tutto una romantica storia d’amore che narra l’incontro in treno tra Julieta - la protagonista, insegnante di mezza età di letteratura classica - e Xoan, un pescatore: la coppia ha una figlia che si chiama Antia. Il mare è uno dei temi principali del film, mare visto come luogo di conoscenza (nel corso di una lezione Julieta fa riferimento a Ulisse), di avventura, di libertà (dice Charles Baudelaire: Homme libre tu chériras toujours la mer, uomo libero amerai sempre il mare): il mare è vita ma è anche morte, tutto esce dal mare, tutto vi ritorna, è il luogo delle nascita, delle trasformazioni, delle rinascite. E’ anche il simbolo della dinamica della vita, dinamica che caratterizza la vita della protagonista che passa dalla freddezza e dalla depressione alla ricostruzione della propria vita e del rapporto con la figlia. Il rapporto d’amore s’incrina nel momento in cui Julieta decide di riprendere a lavorare e quando stabilisce di darne notizia al compagno, quest’ultimo decide di andare per mare dove, in seguito ad una violenta tempesta, trova la morte. Antia, che vive con la madre con la quale peraltro va d’accordo, decide di passare un periodo di ritiro lontana da casa (12 anni) ma in realtà vuole sottrarsi al rapporto con la madre credendola responsabile della morte del padre. In questo lungo periodo di anni in cui l’assenza è dolorosa presenza, Julieta, che è riuscita apparentemente ad avere una nuova vita e ad avere un nuovo rapporto con uno scrittore, Lorenzo, viene a sapere che Antia è diventata madre e ha tre figli. Da quel momento rinuncia di nuovo a tutto, tronca il rapporto con lo scrittore, cambia casa e decide di scrivere alla figlia per spiegarle ogni cosa. Qui è chiaro il ruolo della scrittura, specchio della propria anima. La lunga lettera-diario ha lo scopo di far uscire dal cuore della donna tutti sentimenti repressi che si sono accumulati nel corso del tempo senza che lei abbia mai potute parlarne con nessuno. Alla fine, nel momento in cui decide di scrivere alla madre e di dichiarare di aver toccato con mano la perdita di un figlio maschio, Antia è capace di identificarsi con la madre, di capirne il dolore per la lontananza e di riallacciare i rapporti con lei.
Ancora una volta Pedro Almodovar si conferma fine conoscitore dell’anima femminile: questo suo ultimo film è una delicata storia tutta al femminile che ruota attorno al personaggio di Julieta una donna che sa amare, sa dare e vive tuttavia, come spesso succede, un rapporto difficile con la propria figlia. Almodovar sa benissimo che il rapporto madre-figlia non è mai un rapporto a due ma a tre, è un dialogo in cui è coinvolta, infatti, anche la figura della nonna. E’ bellissima la scena in cui Julieta è a letto con la mamma, la mamma la accarezza con tenerezza e la figlia ricambia uno sguardo d’amore. Un altro tema fondamentale del film è quello della responsabilità, la responsabilità che si ha nei confronti degli altri: la nostra indifferenza, la nostra incapacità o non volontà di ascolto possono causare del male al nostro prossimo. E’ il caso del passeggero del treno che chiede aiuto a Julieta, aiuto che lei non è disposta a dare e che causerà il suicidio dello stesso. E’ il caso del compagno di Julieta che morirà in mare: la morte non sarebbe sopraggiunta se i due non avessero litigato.
Tutte le scene in cui c’è Julieta o il suo amore, Xoan, compare il colore rosso, che sia il vestito che indossa, la parete della cucina con l’orologio o le poltrone del treno dove si consumerà l’amore o che sia il bellissimo tatuaggio che lui ha: un cuore rosso fiammante in cui sono incise le due lettere A (Antia) e J (Julieta), le due sole donne importanti nella sua vita. Rosso, colore di fuo-co e di sangue, simbolo fondamentale del principio di vita, che con la sua forza, la sua potenza e il suo splendore domina in un ambiente cittadino di solito dai toni grigi e freddi
Il film è tratto da tre storie della scrittrice canadese vincitrice del premio Nobel Alice Mun-ro, pubblicate nella raccolta In fuga del 2004. Inizialmente, ha raccontato Almodovar, pensava di farne un film in inglese e di girarlo in Canada, dove sono ambientate le storie originali: aveva già convinto Meryl Streep a interpretare Julieta, ma poi cambiò idea e decise di riscrivere il film per ambientarlo in Spagna e recitarlo in spagnolo.
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