Il ricatto: o la guerra o Gheddafi - di UDI Napoli
Alle 16,30 del 24 marzo 2011, presidio di protesta alle porte dell’Aeroporto militare di Capodichino - 'Noi donne in Italia e nel mondo sotto ricatto'...
Noi ripudiamo la guerra, la nostra Costituzione ripudia la guerra.
Il racconto scandito dalle armi è sempre lo stesso: sangue, stupri, distruzione e violenze contro gli inermi.
Molte volte abbiamo sentito che un intervento armato è stato mosso per liberare il popolo da un tiranno, molte volte abbiamo sentito che le bombe venivano lanciate per liberare le donne.
I tiranni lasciano il posto alla "democrazia sotto il controllo degli affari", le donne non sono mai libere.
Inganni di parole ai quali non credono gli stessi che le pronunciano.
La guerra non si fa per noi, e noi non vogliamo rendercene complici: per noi governare significa saper affrontare le emergenze nel rispetto della cura dell’altro.
Il dittatore Gheddafi è stato rafforzato e legittimato anche dal nostro governo, consapevole delle violenze compiute sulle donne, del trattamento riservato “alle migranti e ai migranti respinti” e reticente sui crimini umani commessi dal potere in Libia.
Siamo di fronte ad un vero e proprio fallimento umanitario prevedibile conseguenza delle trattative ciniche tra stati.
Di fronte a questo e di fronte a donne e uomini che reclamano libertà e autodeterminazione, e che per questo stanno morendo, sappiamo che non è mai troppo tardi per mettere in campo la deterrenza non armata.
Da sempre diciamo no alla guerra, da oggi diciamo come si fa.
Il nostro primo appuntamento è il presidio di protesta alle porte dell’Aeroporto militare di Capodichino
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