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IL RESPIRO DELL'ANIMA. ALBANO SCOPRE LA POESIA DI GIUSY GUARINO

IL RESPIRO DELL'ANIMA. ALBANO SCOPRE LA POESIA DI GIUSY GUARINO

Il Museo Diocesano di Albano Laziale presenta il libro “IL RESPIRO DELL'ANIMA” di Giusy Guarino. Sabato 18 ottobre 2014 alle ore 18. Saluti di Roberto Libera, direttore del Museo. Introduzione di Loredana Massaro, dottoressa in Filosofia. E' presente

Giovedi, 09/10/2014 - NON FERMARTI



Ricordati che vali; sei ricca dentro.

Intuito e sensibilità

sono un tuo bagaglio.

Immedesimarti nei problemi altrui

è un tuo vizio.

Pensa un po' a te, non ti annullare.

Fai valere le tue ragioni,

ma senza prepotenza,

con la forza della convinzione.

Non deprimerti:

c'è sempre

una via d'uscita in tutto.

Riempi la tua mente di pensieri positivi.





Strumento artistico di Giusy Guarino è la poesia. Ed è veramente una poesia con la maiuscola, se vuole con questo mezzo comunicare qualcosa che arrivi dal profondo di una donna al cuore di altre donne e di altri uomini. Umanissimi sentimenti la poetessa fissa sulla pagina bianca, decidere di pubblicare e condividere è forse il passo più difficile (prima erano solo i miei / ora sono di tutti), donare il proprio cuore e i propri pensieri più intimi agli altri è un passo coraggioso, al quale la Guarino non si sottrae. Ed ecco dai versi arrivare le sensazioni, le emozioni, i turbamenti, le gioie e i dolori, le frustrazioni e le speranze che turbinano dal profondo di un'anima, la sua anima (Lascerò / che le parole / cadano oblique / per non fendere l'anima, / tradita / da molti orizzonti) ... e che se non fossero scritti, sarebbero perduti.



I contenuti della sua poesia non possono essere descritti per esteso o in forma di prosa, perché solo la poesia riesce là dove viene a mancare la struttura grammaticale, è il verso ad occuparsi di trasferire un senso, oppure una rima a cadenzare una visione, un ritmo a suggerire il tempo di una percezione (L'emozione / serpeggia nell'anima, / ti dà i brividi. / Un senso di malessere, un torpore indescrivibile / chiude il cuore / in una morsa dolorante. / Poi sfocia / con atto liberatorio. / Prende corpo nei versi / che si adagiano sul foglio / esausti, / dopo un lungo travaglio.); e solo scrivendo poesia, Giusy Guarino ci riesce. La sua poesia mostra una certa ritrosia, un pudore ancestrale ad affrontare il colloquio ma gli argomenti poi, esplodono evidenti nei suoi versi. Preferisce parlare di “soliloquio”, pur senza cadere nel più rigido e chiuso solipsismo, per meglio scrivere con il cuore, con l'anima, per guardare sempre più in fondo, dentro se stessa a rinvenire sentimenti universali e collettivi.



In molti ritroveranno nelle sue parole e nelle sue esperienze emotive, le stesse illusioni, sogni, esortazioni, paure, aspettative e desideri propri e di un'umanità intera. Giusy Guarino svolge questa operazione quasi in silenzio, a passo felpato, mimetizzandosi agli altri e negli altri trova la soddisfazione di veder specchiate le anime altrui nella sua. Tutto questo è possibile raggiungere, scavando sempre più in profondità, con umiltà e semplicità. Il suo lessico è ampio e raffinato; i suoi versi raggiungono una musicalità ritmica; si arricchiscono di immagini allusive e di similitudini originali, di metafore trasparenti che lasciano una poesia palesemente palpabile di densità, intensità e assoluta chiarezza (Quando un sogno / si adagia tra i cipressi, / non basta / il profumo di un fiore, / a farlo ridestare.)



Ed ecco i suoi temi più cari, quelli che mirano all'essenziale dell'animo: per prima la natura in candida, quasi esaltata, congiunzione con i sentimenti: l'estate, i tramonti, il cielo, il silenzio, la gioia, l'anima, la notte, l'alba, la quiete, i ricordi, i sogni, le conchiglie, il calore, l'inverno, l'amore, la dolcezza, la vita, il sapore, la brezza, il desiderio, il battito, la rugiada, le illusioni, le lacrime, le spiagge, il mare, il sole, il fango, la neve (Amo il mare, / somiglia all'anima / con i suoi misteri, / i gorghi e le correnti. / I riverberi del sole / brillano / come idee fantasiose. / Le onde e la risacca / sono il fluttuare dei ricordi / sulle spiagge dell'esistenza. Il tramonto infuocato / all'orizzonte / è la proiezione / del nostro presente.)



Poi intensissime le poesie alla figlia, nelle quali è palese il profondo legame che le unisce. La scoperta della maternità e il primo palpito di vita nel grembo, i sogni sul suo avvenire, la difficoltà di essere madre e di proteggere la figlia di fronte alla vita, la necessità di instaurare un dialogo fondato sulla forza e sul coraggio; poi i rimpianti per una figlia, ormai donna, che si allontana cercando la sua strada (Ti lascerò rincorrere una fiaba. / Vorrei offrirti un mondo / meno confuso / e un po' più vero. / Ti insegnerò ad amare / e a lottare con le tue forze. / Il futuro, tutto da scoprire, / sarà nelle tue mani.)



A quella che è la vita inconscia, il “respiro dell'anima”, le dinamiche del profondo, le leggerezze o le ore sofferte della quotidianità, ecco irrompere nella poesia di Giusy Guarino il mondo esterno carico dei suoi vizi e dei suoi difetti. A richiamarci alla responsabilità della lotta per il sociale, per la giustizia e la verità. La droga, la prostituzione, gli extracomunitari, la questione femminile (Pochi beni macchiati di rinunce, / lasciati a mani rapaci. / […] la barca ha un brivido: / è un oceano di emozioni / che evapora in pensieri di libertà. / Solcano il ruggito bianco del mare, / tomba senza lacrime / che fa affondare / i tanti Icaro nelle illusioni.) L'appello alla coscienza si fa via via più forte mentre leggiamo i suoi versi. Ma dopotutto è sempre l'amore, in tutti i suoi aspetti, a rappresentare la parte più consistente della sua poesia, la poesia “Barriere”, ben rappresenta quanto interno ed esterno abbiano da comunicarsi.



E sono poesie in altalena tra sconforti e amarezza, prima di repentine riprese euforiche, all'interno di un bipolarismo che rende tutto instabile e mutevole. (L'emozione / serpeggia nell'anima, / ti dà i brividi. / Un senso di malessere, un torpore indescrivibile / chiude il cuore / in una morsa dolorante. / Poi sfocia / con atto liberatorio. / Prende corpo nei versi / che si adagiano sul foglio / esausti, / dopo un lungo travaglio.) Pur nel perdurante senso di sconforto in cui vive tutto questo, si riconosce comunque una donna caparbia, onesta, garbata ma coraggiosa, che ha sempre affrontato a testa alta le battaglie per la vita. La sua poesia infine, non manca di lasciare quel seme di speranza, scacco al futuro di una possibilità di rivincita (e ridisegno le sagome / frastagliate dei sogni).



a cura di Loredana Massaro

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