Il Popolo delle Donne ‘in tour’: indagando le radici della violenza alle donne
Dopo il grande successo delle prime 15 date, prosegue il tour del film che raccoglie la testimonianza di Marina Valcarenghi sul rapporto tra l’aumento della violenza maschile e la crescente affermazione sociale delle donne
Mercoledi, 29/11/2023 - Mai attuale come oggi nei contenuti e nell’analisi, prosegue inarrestabile il viaggio del docu-film ‘Il Popolo delle Donne’ di Yuri Ancarani (Ravenna, 1972) che, dopo la presentazione alle Giornate degli Autori a Venezia, ha avuto un grande successo nel suo debutto al cinema e per il tour che ha visto il regista e in alcuni casi anche la protagonista, la dottoressa Marina Valcarenghi, incontrare il pubblico nelle sale per introdurre la visione di questo potente documentario sulla società contemporanea e la violenza di genere.
Dopo le prime 15 date in altrettante città italiane, il tour di ‘Il Popolo delle Donne’ prosegue grazie al sostegno di Fice Emilia Romagna, attraverso il progetto ‘Riusciranno i nostri eroi’, e grazie a Fice Nazionale, con l’iniziativa ‘Al cinema con i protagonisti’, e proseguirà sino a Natale, toccando nuove mete.
“Stanno succedendo delle cose - ha affermato Marina Valcarenghi
durante la presentazione del film al Cinema Galliera di Bologna - che fanno pensare che siamo sulla buona strada”.
Concluderanno il 2023 le proiezioni presso le città di Modena, Massa Carrara, La Spezia, Rho (MI), Vicenza, Rovigo, Belluno, Treviso, Padova, Roma, Perugia, Faenza, San Donato Milanese (MI), Reggio Emilia e di nuovo Milano. Si riparte nel 2024 con Genova e tante altre città, con l’obiettivo di coinvolgere non soltanto il pubblico, ma anche enti, associazioni e istituzioni e soprattutto gli istituti scolastici.
Presentato nell’ambito della XX edizione delle Giornate degli Autori nella sezione Proiezioni Speciali / Incontri con gli autori, in occasione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 2023, IL POPOLO DELLE DONNE (60’, Italia, 2023) è prodotto da Dugong Films, in collaborazione con il PAC Padiglione d’Arte Contemporanea e ACACIA – Associazione Amici Arte Contemporanea Italiana, e distribuito da Barz and Hippo.
Nel docu-film si evidenzia per la prima volta il rapporto fra la crescente affermazione sociale delle donne e l’aumento della violenza sessuale maschile, fenomeni che nel corso del film vengono descritti come direttamente proporzionali. Quanto più il mondo delle donne, ancora inevitabilmente insicuro, viene tuttavia alla ribalta, tanto più si acuisce la violenza insofferente di una parte del mondo maschile. Un fenomeno opposto a quanto generalmente si supponeva anche in ambito scientifico.
Protagonista del film documentario è la dottoressa Marina Valcarenghi, psicoterapeuta e psicoanalista, con un passato nel giornalismo, nella politica durante gli anni Sessanta e Settanta, e con quarantacinque anni di lavoro clinico alle spalle. Da quest’ultima esperienza, ancora in corso, Valcarenghi ha potuto osservare come l’insicurezza femminile sopravviva, nonostante la progressiva conquista di autonomia economica e sociale, e comprenderne i motivi. Per prima ha introdotto la psicoanalisi in carcere, nei penitenziari di Opera e di Bollate, lavorando per dodici anni nei reparti di isolamento maschile con detenuti in gran parte condannati per reati di violenza sessuale. Sull’argomento, Marina Valcarenghi ha scritto due volumi: Ho paura di me – il comportamento sessuale violento (B. Mondadori 2009) e l’insicurezza (B. Mondadori 2005).
Nel docu-film, Marina Valcarenghi tiene una lectio magistralis nel cortile della Legnaia dell’Università degli Studi di Milano, documentata in presa diretta, mentre un gruppo di studenti prepara gli striscioni per una manifestazione. La protagonista siede in cattedra, appare calma, la sua immagine è raccolta da tre angolazioni differenti e progressivamente l’obiettivo passa dal mezzo busto al suo sguardo. Gli unici elementi che entrano nella composizione sono fogli di carta con gli appunti, una bottiglia e un orologio da polso. In alcuni momenti, l’inquadratura si apre accogliendo anche gli studenti che circondano la protagonista in un vero e proprio incontro generazionale.
La voce di Marina Valcarenghi, con le pause del suo discorso, scandisce il ritmo del film. Le sue parole ripercorrono stralci di testimonianze di uomini violenti, raccolte nei tribunali, nel corso di colloqui in carcere o durante le sedute presso il suo studio. Riflessioni sulle dinamiche relazionali degli ultimi trent’anni della storia italiana si mescolano a ricordi legati al lavoro di analisi, facendo emergere le paure della società legate alla dicotomia tra donna e uomo e lo sfociare di violenze private, fisiche e verbali.
Il titolo del film deriva proprio da alcuni passaggi del monologo e rappresenta un pensiero rivoluzionario che auspica un giorno “il popolo” femminile possa sentirsi parte di un’unica grande comunità, accomunata da istanze condivise e da battaglie da intraprendere in una dimensione collettiva. Conclusione ideale di questo incontro è il corteo che incede per le strade di Milano, composto dagli studenti osservati nelle scene precedenti che brandiscono un lungo striscione con la scritta “Il popolo delle donne”.
L’opera prende i tratti di un documentario sulla società contemporanea, in bilico tra costruzione filmica e presa diretta, cifra stilistica dell’opera di Yuri Ancarani in cui bellezza e realtà si confondono, conferendo forma a una visione poetica e radicale.
La collaborazione tra l’artista Yuri Ancarani e la dott.ssa Marina Valcarenghi nasce in occasione della realizzazione di Atlantide (2021,104’), presentato al Festival Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nel 2021, nella sezione Orizzonti. Come per Atlantide che aveva visto la partecipazione del rapper e producer Sick Luke, anche la colonna sonora dl docu-film porta la firma di uno dei più interessanti talenti della scena musicale contemporanea italiana: la compositrice e musicista Caterina Barbieri.
La programmazione completa e tutte le date del tour sono visibili e costantemente aggiornate al sito: www.ilpopolodelledonne.it.
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