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Il peso della discriminazione

Il peso della discriminazione

Focus 1/ Liber* di scegliere - L’Italia resta uno dei pochi paesi in Europa senza una legge che riconosca alle persone dello stesso sesso il diritto di ufficializzare le unioni. L'opinione di Antonio Rotelli (Rete Lenford) Giuseppina La Delfa (Famiglie

Marta Mariani Lunedi, 02/02/2015 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Febbraio 2015

 IMMOBILISMO POLITICO E CONQUISTE SOCIALI. Antonio Rotelli, Avvocato e al momento dell'intervista Presidente della Rete Lenford



Come interpreta il vuoto normativo italiano inerente i diritti degli omosessuali?

L’Italia è ultima nell’Unione Europea per la mancanza di leggi che garantiscano i diritti e la dignità delle persone omosessuali. Non abbiamo il matrimonio egualitario, il diritto di famiglia non riconosce altri istituti oltre il matrimonio, non siamo tutelati dalla legge penale contro i crimini d’odio, non sono previsti interventi sociali specifici per i bisogni delle persone omosessuali e trans, in particolare per i minori che frequentano una scuola dove l’orientamento omosessuale è, o lo si vorrebbe, bandito. Il mio giudizio sul legislatore italiano e sulla classe politica che ci governa è severissimo. Questo immobilismo pregiudica quotidianamente le conquiste sociali e culturali che abbiamo conseguito, perché lascia molti spazi e giustificazioni ai fondamentalismi di ogni tipo che si scagliano contro di noi: dalle sentinelle in piedi, alle gerarchie ecclesiastiche, alla disinformazione usata per colpire le nostre esistenze.



Cosa si intende per "famiglia naturale"? Dal punto di vista giuridico che implicazioni ha questo concetto di "naturalità"?

Il concetto di famiglia naturale intende esprimere l’idea dell’esistenza di una formazione sociale con caratteristiche immutabili e diritti originari. Nel nostro ordinamento, la Costituzione non fa riferimento a tale concetto, ma parla di famiglia come ‘società naturale’, che esprime un’idea ben diversa suggerendo piuttosto che la formazione di una famiglia è un’esigenza insopprimibile di ogni essere umano. Anche la Corte costituzionale ha ricordato, ad esempio nella sentenza n.138 del 2010, che la famiglia e il matrimonio sono istituti che cambiano nel tempo, al mutare della società e della cultura, e pensarli, specie la famiglia, come immutabili o addirittura naturali rischia di generare solo paradossi. La famiglia naturale ha subito cambiamenti radicali, anche in tempi recenti o recentissimi; basti pensare alla possibilità di scegliere la persona da sposare, o l’affermazione della parità tra i coniugi, o la dissolubilità del matrimonio. Oggi si vorrebbe far coincidere il concetto di famiglia naturale con il riconoscimento di un nucleo immodificabile caratterizzato dalla diversità di sesso dei partner e dalla presenza di figli. Entrambi questi elementi, però, sono del tutto arbitrari o legati a convinzioni religiose, perché nella realtà esistono tanto le famiglie formate da persone dello stesso sesso tanto quelle che scelgono di non avere figli. Anche il modo in cui si diventa genitori non è, e non è mai stato, unico o solo endo-familiare. Dal punto di vista giuridico ci sono tanti paesi che hanno regolato il matrimonio same-sex e l’omogenitorialità. Nel nostro ordinamento giuridico, quindi, non esiste una famiglia naturale. Sul piano sociale e culturale neppure, ma l’ostinazione di una parte della società, sostenuta da ambienti religiosi, fa sì che questo concetto sia ancora molto reclamizzato.



Quali sono stati i riconoscimenti e i successi più importanti conseguiti dalla Rete Lenford?

La soddisfazione più recente è quella di aver ottenuto la prima condanna in Italia per discriminazione in materia di lavoro ai danni delle persone omosessuali. In generale, siamo orgogliosi del riconoscimento, da parte della Corte costituzionale, della rilevanza pubblica e sociale delle famiglie formate da persone dello stesso sesso.



 FAMIGLIA COME LUOGO DI AFFETTO E RESPONSABILITÀ, Giuseppina La Delfa, Presidente dell'Associazione Famiglie Arcobaleno



Che definizione si sente di dare del concetto di famiglia?

La famiglia per me è un luogo, metafisico e insieme fisico, dove delle persone adulte - con o senza bambini - convivono, condividendo lo spazio, il tempo, la cura, le risorse economiche. È un luogo sicuro dove ognuno può trovare lo spazio di crescere e di svilupparsi come persona e come individuo. Una famiglia è innanzitutto un luogo di affetto, di responsabilità, di reciprocità.



Secondo lei, come mai ci troviamo dentro ad una generalizzata difficoltà nell'accettare una famiglia formata da due mamme o due papà?

Io non penso che questa difficoltà sia generalizzata. Noi, famiglie omogenitoriali, viviamo bene qui in questo territorio italiano, negli angoli anche più remoti della penisola - dall'estremo sud all'Alto Adige - e non mi sento di condividere la sua percezione su questa “generalizzata difficoltà”, che io non percepisco affatto in concreto, nella vita quotidiana. I bambini condividono giochi, sport, spazi, recite, vanno a catechismo se sono religiosi. Vivono vite serene. Vero è che se uno apre i giornali ha l'impressione che siano tutti contro di noi. Io noto piuttosto uno scollamento. Quando abbiamo iniziato questo percorso di visibilità e trasparenza ho potuto vedere quanto distante sia l'immagine dei media sull'accoglienza e il riconoscimento di queste famiglie rispetto alla realtà fattuale delle cose. Questi megafoni mediatici sembrano pilotati dai maggiori reazionari del paese. Le loro argomentazioni sono basate sul nulla. Non c'è nulla oltre la difesa di una fantomatica “tradizione” e un concetto obsoleto di “natura” - cose che non reggono il confronto con la vita, la storia, le leggi. Quindi io non sono d'accordo con la domanda. Una piccola parte è contro di noi. Una piccola parte senz'altro molto potente. Noi viviamo benissimo, tra poco i nostri figli saranno maggiorenni e potranno dare la loro testimonianza. Mi sento di ribadire, insomma, che una grande colpa nel dare questa idea secondo cui noi famiglie arcobaleno avremmo tutti contro, va imputata ai media, alla TV soprattutto. La disavventura con Vespa, su Rai1, (di cui ho scritto sull'Huffington Post il 18 settembre scorso) è stata emblematica in questo senso.



In Italia c’è un vuoto normativo sui diritti degli omosessuali. Abbiamo visto le sentinelle remare contro un fascicolo fermo in Senato, il DDL 1211, che prevede modifiche al codice civile in materia di disciplina delle unioni civili e dei patti di convivenza. Pensa che l'Italia riuscirà a tenere il passo dei paesi mediamente più evoluti d'Europa?

A dire la verità, non so più se sono fiduciosa. Vedo l'accanimento di Alfano contro le trascrizioni dei matrimoni fatti all'estero. Dall'altra parte sono ovviamente fiduciosa, perché l'Italia è pressata dall'Europa su questi temi. Il fascicolo di cui lei parla è un buon testo, anche se è chiaro che noi famiglie arcobaleno senz'altro vorremmo una assoluta parità di diritti di fronte alla società. Fortunatamente, allo stato attuale delle cose, anche senza leggi noi viviamo benissimo. Certo, capitano i momenti di crisi e il vuoto legislativo risulta davvero molto pesante.



Cosa direbbe a chi ha dubbi e perplessità sulle famiglie con due mamme o due papà?

Li inviterei a casa nostra a prendere un caffè, a discutere, a giocare e a parlare con i nostri bambini, con i professori dei nostri figli. Volentieri li incontrerei, cercherei uno scambio vero e un rapporto di condivisione esperienziale. Noi famiglie arcobaleno abbiamo, tutto sommato, delle vite ordinarie. Per questo penso che il miglior modo di dissolvere i dubbi e i pregiudizi sia incontrarci e passare del tempo insieme. Il 3 maggio prossimo a Salerno ci sarà, per esempio, la “Festa di tutte le famiglie”, una valida occasione per venirci a trovare.



 

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