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Il peso del silenzio. Fibromialgia e violenza di genere

Il peso del silenzio. Fibromialgia e violenza di genere

Il 17 per cento delle persone con diagnosi di fibromialgia ammette di subire o avere subito episodi di violenza domestica

Lunedi, 29/09/2025 -

Il 17 per cento delle persone con diagnosi di fibromialgia ammette di subire o avere subito episodi di violenza domestica. E’ il dato presentato martedì alla Sala Stampa della Camera dei Deputati, dove è stata lanciata l’indagine congiunta promossa da CFU-Italia e Nido di Ana, associazione per la protezione di donne di Rieti. Il peso del silenzio,  questo il titolo, per verificare l’esistenza di un nesso tra violenza subita e insorgere della patologia.
Si partirà con Roma e il Lazio. A seguire, l’estensione sul territorio nazionale. L’indagine, come ha spiegato Barbara Suzzi, Presidente CFU-Italia, parte proprio dal 17 per cento – su un primo campione di 5mila test analizzati - emerso dall’indagine nazionale, anonima e ancora in corso, “lanciata da CFU – Italia nei mesi scorsi per comprendere prassi diagnostiche e qualità della vita delle persone con fibromialgia. Tra i 30 quesiti, uno riguardava appunto la violenza subita”. Di qui il nuovo percorso, parallelo e autonomo, intrapreso con Nido di Ana. “Alla base della correlazione - hanno spiegato le Presidenti, Barbara Suzzi e Anna Vigilante - sta la consapevolezza che diversi studi
documentano un’elevata incidenza di sovrapposizione dei sintomi psicologici e fisici tra le due malattie, con plausibile condivisione dei meccanismi fisiopatologici. La violenza fisica reiterata è responsabile nel tempo di dolore cronico diffuso osseo e muscolo tendineo”. Come ha rimarcato Vigilante si è tenuto conto -   oltre che dei dati Oms secondo cui una donna su 3 ha subito violenza, con conseguenze fisiche e psicologiche,  e chi ha subito violenza soffre del doppio o triplo di patologie di chi non l’ha subita -  dei recenti dati dello studio prospettico EpiWE  (Epigenetics for Women) realizzato dall’Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con varie Università Italiane su donne vittima di violenza di genere reclutate nei Pronto Soccorso e nei Centri Antiviolenza, “che ha confermato come il trauma della violenza possa portare a modificazioni genetiche”. “La violenza fisica reiterata - Suzzi e Vigilante - è responsabile nel tempo di dolore cronico diffuso osseo e muscolo tendineo”.
Suzzi ha puntualizzato come “non si sta affermando che chi subisce violenza diventa fibromialgica o chi ha la fibromialgia ha subito violenza, sarebbe una semplificazione dannosa. Noi, insieme al Nido di Ana, vogliamo indagare il legame laddove c’è”.
Lo svolgimento della nuova indagine, spiegata da Nicoletta Giuli, Vice Presidente Nido di Ana nonché referente Lazio CFU-Italia,  prevede due differenti test indirizzati alle donne con fibromialgia e alle donne ospiti dei Cav e delle case rifugio. Un primo report sarà fatto tra 8 mesi  - si tiene conto del fatto che chi subisce violenza ha un tempo di metabolizzazione piuttosto lungo, che può superare i 6 mesi – e la chiusura tra un anno, a fine settembre 2026”.
Si parte su Roma e sul Lazio “grazie alle reti associative che già hanno aderito”, puntualizza Vigilante. L’obiettivo è poi estenderlo a livello nazionale. L’evento è stato organizzato su iniziativa dell’onorevole Sergio Costa, Vice Presidente della Camera dei Deputati, che ha parlato di “due sofferenze che si intrecciano e che lo Stato non può ignorare. Serve un impegno concreto su più fronti: riconoscimento nei livelli essenziali di assistenza, sostegno psicologico, percorsi agevolati che rendano la vita meno drammatica e più dignitosa. Non possiamo lasciare sole queste donne. Mi appello a tutte le forze politiche: mettiamo da parte le divisioni e costruiamo insieme la migliore proposta legislativa. È tempo di agire con responsabilità e con urgenza».


- CFU-Italia Odv, è un’associazione nazionale di pazienti, con sede a Castenaso (Bologna), che si occupa di promuovere conoscenza e sensibilizzazione sulla fibromialgia, patologia di cui soffrono almeno 3 milioni di italiani ma ancor oggi non inserita nei LEA. L’associazione si avvale di un comitato medico che comprende una cinquantina di professionisti di differenti specialità: dai chirurghi agli psicologi, dagli internisti ai reumatologi. www.cfuitalia.it

- L’Associazione “ Il Nido di Ana Odv”. gestisce il Centro Antiviolenza, con sede a Rieti, che si occupa di accoglienza di donne vittime di violenza. Fornisce supporto anche ai loro figli/e, a loro volta vittime di violenza assistita. L'associazione offre servizi di ascolto, consulenza legale e psicologica e aiuta la donna a costruire percorsi tesi ad uscire dai circuiti di violenza di genere . Il Centro è inserito nella mappatura nazionale del numero 1522 e inserisce i propri dati sulla piattaforma regionale LARA, collegata con l’ISTAT www.centroantiviolenzarieti.it

 

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