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Il patriarcato implicito

Il patriarcato implicito

"...si crede che il patriarcato riceve duri colpi, ma è anche l’epoca in cui il patriarcato torna a vincere imponendo anche a noi il modello unico..."

Giovedi, 01/02/2024 - Mi sono letta l’intervista a Giuliano Amato (Repubblica 31.02.2024) sul diritto alla critica del governo. L’intervistatrice tocca il problema del fine-vita e, non a caso è una donna e una giornalista di buona memoria, nella domanda allude all’altra questione “sensibile” dell’aborto che trovò a suo tempo contrario Giuliano Amato. Che scantona l’insidia e si diffonde sulla complessità del suicidio assistito e dice di ritenere che “una vita umana privata della speranza non sia più degna di essere vissuta, ovviamente se la malattia è irreversibile e il dolore fisico o anche solo psichico risulta intollerabile”.
Ho provato un ritorno al passato: come uomo Giuliano non trova analogia tra la persona in situazione “senza speranza” e la donna che ha deciso di rinunciare a una maternità già avviata che, come madre, non vuole né, quindi, può continuare. Possiamo dirla “priva di speranza”, in una situazione ormai “irreversibile”, in preda a “un dolore psichico e fisico” che deve trovare “il diritto delle donne” disponibile a responsabilizzare la società e renderla solidale con la richiesta che riguarda pur sempre la vita, iniziale o finale?
Il “dottor sottile” usa la sottigliezza neutra del diritto che esclude la differenza di genere. La stessa che rende il femminicidio diverso dall’omicidio, anche se le donne muoiono per omicidio in caso di rapina, ma non si aspettano il coltello da chi dice di amarle.
Purtroppo l’eredità delle femministe d’antan è poco raccolta e non ci si accorge che l’epoca in cui si crede che il patriarcato riceve duri colpi, è anche l’epoca in cui il patriarcato torna a vincere imponendo anche a noi il modello unico.
I giornali hanno dato rilievo alla “perfidia” delle donne sottolineando la simpatia tra Giorgia e Ursula che si abbracciano sorridenti tutte le volte che si incontrano, ma che quando la governante italiana ha fatto vanto dei cinque miliardi messi nel bilancio dell’operazione Mattei pro-Africa, la risposta della Commissaria europea è stata inesorabile:”è un complemento del nostro European Global Gateway, con i suoi 150 mld di investimenti, che è il nostro piano per l’Africa”.
Le donne non sono politicamente buone o cattive, usano le situazioni come gli uomini, i giornalisti raccontano le malignità, ma nessuna femminista prende nota della presenza nell’aula di ricevimento del Senato di soli uomini a rappresentare un ‘Unione Africana in cui le donne vorrebbero una politica migliore per le loro esigenze, che sono anche esigenze coerenti con la politica sociale e famigliare, a tutto beneficio anche dell’uomo che non ripudia mai la guerra.
 

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