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Il parto party

Il parto party

Società/ Nuova moda statunitense - La nascita si fa spettacolo portando in sala parto amici e parenti. Tutti insieme a festeggiare il lieto evento, con champagne e cinepresa

Redazione Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Settembre 2005

Il parto è diventata occasione di party. È la nuova moda che da New York si sta diffondendo in tutti gli States. Ma attenzione se tra gli invitati ci sono anche suocere o eventuali amanti, mette in guardia il dottor Frederic Frugoletto, ginecologo dal cognome appropriato. “Una volta la nostra equipe si è bloccata di fronte a un vero e proprio match in sala parto tra due uomini che sostenevano ognuno di essere il padre”. Ha raccontato il medico interpellato dal New York Times. Riguardo alle suocere, poi, se non vanno d’accordo con le madri, i dottori preferiscono non averle tra i piedi. «Se c’è una guerra tra loro, è mia responsabilità trovare un modo per far sgomberare la suocera dalla sala», spiega il dottor Frugoletto, direttore del reparto Maternità del Massachusetts General Hospital.
È comunque diventato normale in molti ospedali invitare un gruppo di amici e parenti in sala parto, spesso accompagnati anche da un fotografo professionista. La nascita si trasforma in un evento sociale e compilare la lista degli invitati può richiedere tatto e diplomazia per evitare che gli esclusi si offendano. Una decina d’anni fa era a malapena concesso al marito il privilegio di assistere alla nascita del figlio. Oggi sembra che anche gli ospedali più tradizionali aprano le porte a tutti.
Dietro al fenomeno, secondo il N.Y. Times , c’è l’evoluzione nella struttura della famiglia, che non è più tradizionale e in molti casi manca della figura del marito. «Talvolta è la suocera la persona più vicina alla partoriente - dice Bethany Golden, ostetrica di Chicago -, perciò sta diventando sempre più difficile stabilire chi ha il diritto”.
Anche riguardo al numero ammesso nell’area famiglia – così viene adesso definita la zona dove possono stazionare i parenti e gli amici – non c’è una precisa norma. “Possono esserci solo due parenti, ma così irrequieti da renderci impossibile il lavoro, oppure quindici persone del tutto tranquille e rispettose”, sostiene il dottor Andrew Ross di Denver.
C’è di positivo che il pubblico porta ricchezza all’ospedale. Se gli spettatori si trovano bene e gradiscono il modo in cui il lieto evento viene gestito, i più giovani diventano potenziali clienti del reparto mentre i più anziani generano la ‘pubblicità del passaparola’. Tant’è che sale parto con aree attrezzate per gli ospiti sono oggi incluse nei progetti dei nuovi ospedali in costruzione.
In America il parto è già di fatto una sorta di spettacolo grazie a trasmissioni come “Babies: special delivery”. A quel punto il passo dallo schermo alla visione reale è breve. “Lei può vedere delle estranee che partoriscono, perché non potrebbe vedere me?” spiega la signora A. sul New York Times, riferendosi alla cognata.
Via libera quindi a padri, madri, amiche e amici, meglio se dotati di cineprese, così il giorno tra i più felici della vita, può essere rivisto e mostrato con orgoglio a chi non ha potuto avere in quel momento la fortuna di essere presente.

(16 settembre)

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