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Il Parlamento Europeo chiede più donne ai vertici delle imprese

Il Parlamento Europeo chiede più donne ai vertici delle imprese

Approvata dal Parlamento Europeo una Risoluzione per chiedere l'aumento delle presenze femminili ai vertici delle imprese. I Governi sono avvisati...

Giovedi, 07/07/2011 - Il Parlamento Europeo ieri (6 luglio 2011) ha adottato un testo in cui si chiede la presenza di una soglia minima del 30% di donne nelle alte dirigenze delle più grandi società comunitarie quotate in borsa a partire dal 2015 e il 40% dal 2020.

La vicepresidente Rodi Kratsa-Tsagaropoulou (PPE, EL) ha redatto la risoluzione - che è stata adottata con 534 voti favorevoli, 109 voti contrari e 29 astensioni - e nel corso del dibattito in Aula ha sottolineato che "l'Europa non può permettersi di non sfruttare il talento femminile" e che "rafforzare il ruolo delle donne nei consigli di amministrazione delle aziende non riguarda solo l'etica e l'uguaglianza, ma è anche essenziale per la crescita economica e per un mercato interno competitivo". La Risoluzione non è vincolante, ma certamente è un atto importante, e non solo sul piano formale, poichè con questa decisione il Parlamento europeo ha inviato un messaggio forte a governi, parti sociali e imprese in Europa.

"Se le misure su base volontaria per aumentare il numero delle donne nelle posizioni decisionali dovessero rivelarsi fallimentari, si dovrà applicare la legislazione europea - afferma una nota dell'ufficio Comunicazione del Parlamento Europeo in Italia - . Prendendo ad esempio le quote norvegesi, il Parlamento ha accolto le iniziative di Francia, Paesi Bassi e Spagna nel raggiungere le soglie. Ma anche altre imprese, non soltanto quelle più grandi, dovrebbero bilanciare la rappresentanza di genere e a questo scopo la Commissione dovrebbe pianificare una road map. Il Parlamento ha ribadito che le assunzioni negli organi di dirigenza delle imprese dovrebbero essere basate sulle competenze, sulle qualifiche e sulle esperienze del candidato. Studi hanno dimostrato che le compagnie con una percentuale più alta di donne tendono a produrre migliori risultati economico-finanziari. Per permettere a un numero maggiore di donne di assumere posti dirigenziali, Commissione e Stati Membri dovrebbero mettere in atto nuove politiche come la promozione dello sviluppo delle capacità individuali delle donne in seno all'impresa, attraverso corsi di formazione specifici e altre misure di supporto professionale, ad esempio regimi di tutoraggio e collegamento in rete. Allo stesso tempo, gli Stati Membri dovranno introdurre misure speciali, come l'assistenza ai bambini, alle persone anziane, incentivi fiscali per le aziende o altri tipi di compensazione che consentano a donne e uomini che lavorano nelle imprese di conciliare la vita familiare con quella professionale".

Questo percorso prende avvio da una situazione in cui le donne occupano il 10% delle direzioni e solo il 3% delle presidenze dei consigli di amministrazione delle più grandi società europee quotate in Borsa. Con l'attuale trend occorreranno altri 50 anni prima che gli organi dirigenziali delle imprese siano composti almeno per il 40% da donne, in quanto la crescita del numero di donne nei Consigli di amministrazione è di solo mezzo punto percentuale all'anno. La Risoluzione, quindi, è un atto teso a rendere più veloce il processo e punta a sostenere i governi anche sul piano della ripresa economica.



Informazioni: http://www.europarl.europa.eu/activities/plenary/ta/calendar.do?language=IT

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