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Il paradosso italiano

Il paradosso italiano

Note ai margini -

Castelli Alida Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Febbraio 2007

Anche ad un osservatore disattento una seppur superficiale analisi delle statistiche sul mercato del lavoro italiano femminile, confrontate con quelle degli altri Paesi europei, presenta differenze rilevanti e per certi versi incomprensibili.

L’Italia è uno degli ultimi Paesi per tassi di attività femminile. Nonostante alcuni trend di crescita apprezzabili, l’Italia rimane infatti il fanalino di coda rispetto a tutti gli altri. Il ruolo casalingo delle donne italiane sembra proprio inattaccabile. Merito o colpa di un sistema sociale che attribuisce alle sole donne lavori di cura che in altri Paesi sono sostenuti in maniera più equa tra i coniugi e gli altri componenti della famiglia, e supportati da una rete più efficace di welfare. Ma al tempo stesso, paradossalmente, questa presenza consistente di casalinghe, non si traduce in un aumento dei tassi di natalità. Anzi, l’Italia si trova nelle ultime posizioni per tassi di natalità. Quali gli effetti? La minor presenza delle donne nel mercato del lavoro e l’innalzamento dell’età della popolazione produce un fenomeno grave per lo sviluppo e la competitività del nostro Paese vedendo sempre più ridurre i “potenziali” occupati a tutto vantaggio delle classi d’età più avanzate. Un bel problema di cui bisognerà prima o poi fare seriamente i conti. Farne i conti significa in primo luogo cominciare ad interrogarsi sul perchè di questa anomalia, di questo paradosso solo italiano. Nonostante i continui “strilli” che da più parti di qua e di là dal Tevere continuiamo a sentire, bisognerebbe cominciare a guardare cosa succede negli altri Paesi, magari in quelli più laici, rispetto al sostegno della maternità e dell’occupazione femminile. Penso ad esempio all’Olanda, alla Francia, con livelli di occupazione femminile e livelli di natalità con trend opposti a quelli dell’Italia. Ma dove vi è anche un ricorso a forme di lavori con orari flessibili, part time, job sharing ecc. elevati e che riguardano donne e uomini perchè vi è una ripartizione all’interno delle coppie molto più equo che da noi. Siamo sempre alle solite? Purtroppo sì: da qualunque punto di vista ci poniamo il problema rimane ancora una volta lo stesso, analizzarne gli effetti forse può aiutare, si spera, anche ad essere un po’ più coraggiosi/e nelle scelte politiche!

(15 febbraio 2007)

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