Le reazioni violente contro i 70 rom nella periferia romana e la distruzione del pane loro destinato spezzano l'immagine di una città accogliente e aperta
Giovedi, 04/04/2019 - Il Pane e la Pietà calpestati a Torre Maura
Ci sono immagini, parole e accadimenti che per la forza della simbologia che esprimono non toccano semplicemente la corda delle emozioni ma rimandano alla radice profonda che li genera, mettendo a nudo , nello specifico, la brutalità irrazionale delle ragioni.
E così, quanto avvenuto a Torre Maura qualche giorno fa è andato oltre ogni legittima comprensione della solidarietà possibile e dovuta alle ragioni di una popolazione.
L’arrivo nel quartiere romano di Torre Maura di 70 Rom - di cui 33 bambini - in una struttura già abitata in precedenza da emigrati, famiglie trasferite da un altro luogo della Capitale, ha scatenato l’ira e il rigetto violento di gran parte degli abitanti del quaetiere, sobillati in maniera particolare dalla destra politica e specificatamente dai militanti di Casapound.
E se le ragioni della gente, come è giusto, avrebbero potuto essere ascoltate e prese in considerazione in nome dei diritti di un quartiere difficile della periferia di Roma, il metodo che i cittadini hanno scelto è andato talmente oltre ogni possibile accettazione di civiltà da divenire l’immagine non solo di un quartiere, ma di ROMA stessa. E' stata annientata la sua storia di città aperta proponendo un'immagine violenta e soprattutto cattiva, incapace di accoglienza e neppure di pietà.
I tg hanno mostrato urla e insulti volgari verso i Rom, è stata evocarta la loro morte per fame perchè ogni cosa data loro sarebbe una sottrazione a “legittimi italiani” . E poi insulti "ladri, zozzi, persone che devono vivere solo nelle baracche", minacce di incendiare se si fossero fermati. Come sempre accade la folla inferocita fa di ogni erba un fascio e poi prende le distanze, assolvendo i propri errori e comportamenti discutibili. Fino al punto che gli abitanti di Torre Maura sono arrivati alla più drammatica delle dimostrazioni di “follia” di gruppo scaraventando per terrail pane destinato ai 70 Rom, pestandolo e insozzandolo.
L'intolleranza - va chiamata così senza se e senza ma - che abbiamo visto nei telegiornali e letto negli articoli sembra rotolare senza pietà in uomini e donne. E ci dispiace di non poter raccontare atteggiamenti in controtendenza da parte delle donne.
Tutto questo sarebbe ancora una volta scivolato in quel pozzo senza fondo di orribili notizie di cronaca a cui siamo abituati se non fosse che quel pane calpestato, nella simbologia di elemento sacro nella nostra cultura cristiana, è simbolo del nutrimento primo e ultimo dell’umanità, è parte fondante degli insegnamenti da sempre: il pane non va né sprecato né buttato. E' stato un gesto che ha costretto tutti a riflettere e tanti a indignarsi, andando oltre ogni ragione dei cittadini di Torre Maura. Cittadini che hanno ottenuto, nel modo più violento e indesiderabile, che entro una settimana i Rom saranno dirottati altrove, ma cittadini che hanno anche insultato loro stessi e la loro città in modo indimenticabile.
Solo due giorni prima Papa Francesco in visita al Campidoglio aveva esaltato e sottolineato di mantenere e rafforzare la tradizione secolare di Roma, città di ponti e non di muri, ”faro di civiltà e maestra di accoglienza”.
Un impegno di civiltà che ha bisogno di regole, di ascolto, di razionalità per ottenere il benessere di tutti pur nelle sempre presenti diversità.
Non abbiamo assistito di persona agli scontri e sappiamo che quanto si legge è sempre una narrazione parziale. Ci piacerebbe tanto avere notizia di comportamenti femminili virtuosi in tanta violenza. In queste ore in video virale mostra un ragazzo di 15 anni che nel presidio contesta ad un miltante di destra dicendogli che loro stanno istigando la rabbia della gente. Non si vede il volto (oscurato perchè è minorenne) ma si sentono benissimo le sue parole. Un grazie al suo coraggio, ci fa apre il cuore.
Paola Ortensi 3 aprile 2019
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